
A guadagnare realmente dal mercato dei dispositivi smartphone sono solo due aziende, Samsung e Apple. Tutte le altre compensano la mancanza di guadagni della loro proposizione smartphone con strategie che puntano su modelli di business e soluzioni diverse, incentrate sui servizi o sul cloud computing. Ciò che risulta evidente dalla numerose indagini di mercato è la condivisione della bassa marginalità da parte della maggior parte di operatori del mercato.
Fnte: telecoms.com
La marginalità elevata di Apple (25/30%) è strettamente legata al suo modello di business da sempre incentrato sulla qualità e su prodotti di fascia alta. Quella dei produttori concorrenti si attesta, quando esiste, sul 5% ed è spesso condizionata da strategie finalizzate a conquistare quote di mercato o a contrastare il predominio dei leader di mercato difendendo piattaforme di sistema operativo ed ecosistemi applicativi.
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La competizione nel mercato dei prodotti tecnologici Mobile per consumatori vede in campo una miriade di attori ma la vera competizione è conducibile a tre ambienti operativi, iOS, Windows e Android e a chi li possiede, Apple, Microsoft e Google. A questi tre produttori andrebbe aggiunta Amazon che pur non possedendo una piattaforma di sistema operativo ha costruito buona parte del suo successo economico vendendo piattaforme hardware altrui. A fare la differenza tra i quattro concorrenti è la loro strategia di mercato e il loro modello di business. Con un elemento in comune, la ricerca dei mercati più ricchi per poter godere di margini più elevati. La strategia di Microsoft delineatasi con il rilascio dei due tablet-PC, il Surface Pro 4 e il Surface Book è esemplificativa del posizionamento in atto e di come i leader di mercato puntino ormai alla marginalità attraverso prodotti di qualità elevata che possa giustificare prezzi altrettanto elevati.
Fonte: techpinions.com
In questa strategia di posizionamento si distingue Amazon ma la sua strategia di prezzi bassi con la linea di prodotti Fire non fa testo perché funzionale alla vendita di servizi e ad attirare un numero crescente di consumatori al suo store universale. Mentre Microsoft sembra avere intrapreso in modo netto una strategia assimilabile a quella di Apple, Google sembra ancora bloccato in mezzo al guado, indeciso sul da farsi e su quale modello adottare, se quello di Amazon puntando sui servizi in Cloud o su quello hardware puntando sui dispositivi Nexus ma soprattutto su quelli Chrome. Mentre la strategia Google OEM continua a puntare su piattaforme di fascia bassa, Google è alla ricerca di una nuova proposizione per aggredire in modo competitivo il mercato di fascia alta.
La bassa marginalità sta cambiando il panorama di mercato e suggerendo l’abbandono a giocatori storici quali Sony, Toshiba e altri che non sembrano in grado di sostenere l’assenza di profitti in un mercato sempre più competitivo e che richiede investimenti sempre più elevati. Meglio allora anche per loro cercare di individuare ambiti di mercato più profittevoli nei quali muoversi con proposizioni non necessariamente legate ai dispositivi hardware, siano essi PC tradizionali o device di tipo mobile.