Molte realtà che frequentiamo sono come dei caterpillar, capaci di condizionare, forse anche di distruggere, la nostra vita emozionale e farci stare male dentro. La responsabilità non è degli strumenti che usiamo ma il modo con cui ci siamo ibridati con loro, subendoli e servendoli o semplicemente usandoli in modo poco consapevole e acritico.
Frequentando i mondi tecnologici abbiamo declinato i nostri tempi a un continuo presente che ci suggerisce di non occuparsi più del passato e di non farlo neppure per il futuro. E' una scelta che evidenzia la scomparsa della speranza e la paura crescente a guardarsi dentro. Meglio lasciarsi andare all'evento, all'attimo fuggente di un MiPiace, al momento illusorio del tempo reale, meglio farsi coinvolgere in comunicazioni e scambi digitali che permettono di non preoccuparsi di cosa si sta comunicando o scambiando e del suo significato.
Evitiamo così di entrare in dialogo con noi stessi, di riflettere su quello che abbiamo fatto e anche su quello che abbiamo intenzione di fare o abbiamo già fatto. Il risultato è che si sta male dentro e non si pratica una delle potenziali soluzioni per stare meglio: la solidarietà.
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