La stupidità a cui si fa riferimento non è naturalmente quella dei dispositivi tecnologici in sé ma dell’uso che ne viene fatto. Un uso che rischia, nel minore dei mali di impedire altre azioni e attività umane più gratificanti dal punto di vista dei risultati ed anche emotivamente, nel peggior di trasformarci in automatismi e protesi artificiali, che rispondono a comando a segnali esterni impartiti da una macchina.
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