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Senza parole. Piccolo dizionario per salvare la nostra lingua
OLTREPASSARE CON UN LIBRO - Nel suo delizioso Senza parole. Piccolo dizionario per salvare la nostra lingua, il linguista Massimo Arcangeli ha lanciato l’allarme su almeno una cinquantina di parole (abulico, solerte, sordido, modico, ecc.) prese ad esempio che hanno avuto, hanno e devono avere ancora un ruolo importante nella nostra vita, ma stanno via via perdendosi perfino fra gli studenti universitari. Il libro è il risultato di un lavoro durato anni, fatto a diretto a contatto cn gli studenti e che ha permesso di Identificare via via tante parole italiane a rischio di sparizione.
Si trova in Immagini / I Caffè Filosofici di OLTREPASSARE
Tra le pieghe delle parole
OLTREPASSARE CON UN LIBRO - "Leggere un dizionario etimologico è come leggere un romanzo. Mi piace talvolta scorrerlo a caso, senza uno scopo preciso. Si fanno incontri inattesi tra parola e storia, tra lingua cultura e società. Apri alla lettera s e trovi che la parola salario risponde all’usanza nell’antica Roma di pagare le truppe con una certa quantità di sale, ingrediente prezioso per conservare i cibi...." Le parole sono memoria, racchiudono in sè la memoria del passato e anche l fantasia che le ha generate, sono intinte nella storia, nei suoi avvenimenti, grandi e piccoli, ci riportano a Dante e a Napoleone, così come a piccoli fatti, usanze, modi di dire e di vivere che nessuno celebrerà mai. OLTREPASSARE è un modo per mettersi tra le pieghe delle parole, rigenerandone significati e referenze, testimoniandone usi diversi, stranieri, alieni. Un modo individuale, personale di dare forma al mondo circostante.
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Wittgenstein e i limiti del linguaggio
OLTREPASSARE CON UN LIBRO - Il linguaggio che usiamo influenza alterando in modo profondo cosa e come si pensa; anche la percezione del mondo esterno è condizionata dai propri personali limiti linguistici. Il mondo non è mai conoscibile in sé, ma solo attraverso il linguaggio che lo descrive. Ludwig Wittgenstein è famoso per avere enunciato uno dei concetti più intriganti e rivelatori della filosofia del linguaggio: quando non abbiamo a disposizione una parola per esprimere un concetto, non possiamo formularlo. Un enunciato sul quale linguisti di tutto il mondo hanno condotto esperimenti affascinanti i cui risultati si sono dimostrati inequivocabili. A partire da questo enunciato e altre teorie di Wittgenstein, Hadot analizza le opere del filosofo viennese con l'obiettivo di fornire i fondamenti di una prassi il cui scopo è avvicinare l’individuo alla felicità possibile. Lo stesso obiettivo di Wittgenstein perseguito nella consapevolezza che le forme logiche con cui esprimiamo il mondo è quindi sempre approssimata.
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