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Confermata la correlazione tra investimenti ICT e crescita PIL

Confermata la correlazione tra investimenti ICT e crescita PIL

28 Aprile 2017 Gian Carlo Lanzetti
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Un dollaro investito in infrastrutture ICT potrebbe rendere circa 3 dollari sul PIL di quest’anno, 3,70 dollari nel 2020 e circa 5 dollari nel 2025. Sarà vero? L’Huawei Global Connectivity Index 2017 ci scommette.

Le economie sviluppate in campo digitale continuano a progredire in tutto il mondo grazie a importanti investimenti nell’ICT.. Allo stesso tempo, le economie digitali in fase di sviluppo hanno iniziato ad accelerare la loro crescita investendo strategicamente nelle tecnologie ICT e sul proprio percorso di trasformazione digitale; malgrado questo il divario continua a crescere.

E’ quanto sostiene l’Huawei Global Connectivity Index (GCI) 2017, quarta edizione dello studio annuale che mostra i progressi dei Paesi in termini di trasformazione digitale, basandosi su 40 indicatori che fanno riferimento a cinque fattori determinanti: banda larga, data center, cloud, big data e Internet of Things. Investire in queste cinque tecnologie chiave permette, infatti secondo questa fonte,  ai Paesi di digitalizzare le loro economie.

Secondo il GCI 2017, il progresso globale verso un’economia digitale si sta realizzando sempre più concretamente. Il punteggio mondiale del GCI è cresciuto di quattro punti percentuali dal 2015. Il report dimostra che l’ICT è diventato il motore della crescita economica.

Dai “Frontrunners” agli “Starters”

Dei 50 Paesi analizzati, 16 sono considerati all’avanguardia, ovvero ‘Frontrunners’, 21 sono ‘Adopters’, mentre i rimanenti 13 sono ‘Starters’. Queste classificazioni riflettono il progresso delle nazioni in ambito digitale (i 50 Paesi valutati dal GCI 2017 rappresentano circa il 90% del PIL mondiale e il 78% della popolazione globale).

I Frontrunners (PIL medio pro capite di US$50,000) sono per lo più economie sviluppate, in grado di migliorare costantemente l’esperienza digitale dell’utente utilizzando i Big Data e l’IoT per realizzare società più ‘intelligenti’ ed efficienti. Gli Adopters (PIL medio pro capite di US$15,000) si focalizzano sull’aumento della domanda ICT per favorire la digitalizzazione dell’industria e sostenere la crescita economica. Gli Starters (PIL medio pro capite di US$3,000) si trovano nella fase iniziale di realizzazione di infrastrutture ICT, e si dedicano al potenziamento dell’offerta ICT per garantire l’accesso al mondo digitale a un numero sempre maggiore di persone.

La ricerca afferma che le strategie economiche dei Paesi dovrebbero prestare molta attenzione alle crescenti disuguaglianze in campo digitale, sottolineando che “il digital divide è cresciuto considerevolmente”.

Anche in questo settore, insomma,  “I ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. La teoria suggerisce che gruppi o individui che dispongono di un vantaggio accumulato nel tempo non solo raggiungono il successo, ma utilizzano il proprio vantaggio per allontanare sempre più i propri competitor. Gli enti garanti delle policy devono riconoscere che il digital divide si sta allargando e influirà su ogni settore dell’economia e della società. Le nazioni che non sono in grado di realizzare una crescita economica stabile potrebbero anche avere difficoltà nel sostenere, educare e offrire opportunità di lavoro ai loro cittadini.”

Le aree dove la diseguaglianza tra le tre categorie è più evidente sono la disponibilità della banda larga mobile, la percentuale di forza lavoro IT, l’investimento in ICT rapportato al PIL, il download di app e le basi IoT installate rispetto alla popolazione. Da sottolineare che la crescita di 1 punto nella classifica GCI equivale a un aumento del 2.1% in competitività, del 2.2% in innovazione e del 2.3% in produttività.

Il GCI 2017 ha confermato che l’esistenza di una correlazione tra investimenti in ICT e crescita del PIL è stata generalmente accettata da governi e settori produttivi. Esaminando i dati grazie a numerosi modelli di previsione economica, lo studio evidenzia che una nazione che ha investito circa il 10% in tecnologie e infrastrutture innovative ICT negli anni tra il 2017 e il 2025 ne trarrà importanti benefici. Come riportato nella ricerca, “Utilizzando questo modello di impatto economico scopriamo che ogni ulteriore dollaro investito in infrastrutture ICT potrebbe rendere circa 3 dollari sul PIL di quest’anno, 3,70 dollari nel 2020 e circa 5 dollari nel 2025”.

 

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