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Machines are unable to learn based on real life experience ( Muneeb Sikander)
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With respect to the evolution of AI, I believe the question of whether machines can think is no more interesting than the question of whether a submarine can swim. It is humans who decide where AI should be applied. As more and more artificial intelligence is entering into the world, more and more emotional intelligence must enter into leadership. Finally, I am not as keen on the idea of singularity as Kurzweil defines it.
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Homo sapiens e Homo digitalis
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Humans are complex beings (Prantik Mukherjee )
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We are not all about performing task and processing information. We have feelings, emotions, empathy for each other etc. AIs haven’t achieved that level of advancement where they can show these kind of complexity like human beings. If we are able to develop Sentient AIs in the coming decades then that might become a reality.
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Homo sapiens e Homo digitalis
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Niente sarà più come prima: la quarta dimensione (virtuale) è realtà!
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"Di realtà aumentata e virtuale si parla da tempo, ma solo negli ultimi dieci anni queste discipline hanno preso concretezza, uscendo dall’universo della fantascienza per raggiungere una maturità tale da far presagire una rivoluzione.
Al di là dei numeri e delle grandi proiezioni di futurologi e istituti di ricerca, oggi si impone una domanda: come possiamo noi interpretare una tecnologia sul nascere, farla nostra e applicarla nella vita di tutti i giorni? Conoscere, anticipare e cavalcare l’onda della novità tecnologica può infatti dare un enorme vantaggio strategico e insieme procurare la grande soddisfazione di trovarsi a fare le mosse giuste nel momento giusto.
Esatto, il momento è proprio adesso! Inizia il viaggio dell’uomo nei mondi ibridi della realtà aumentata e nelle dimensioni parallele di quella virtuale." - Niente sarà più come prima di Antonio Laudazi
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MISCELLANEA
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Intelligenza o stupidità artificiale? (Intervista con Stefano Bargagni)
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Si chiama “intelligenza artificiale ” solo perché funziona in maniera simile a processi che si svolgono nel cervello degli esseri viventi ma di fatto, analizzando a fondo questi algoritmi, sono abbastanza “stupidi” e dovrebbero chiamarsi “stupidità artificiale”. La mia definizione di computer rimane ancora quella mutuata da qualcuno di cui non ricordo il nome: è “lo stupido più veloce del mondo”.
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Homo sapiens e Homo digitalis
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La responsabilità di come una tecnologia viene impiegata è solo e soltanto nostra (Marco Rigamonti)
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Ritengo che lo sviluppo e l’implementazione dell’AI vadano assolutamente regolamentati: quello che però mi preoccupa maggiormente non è la possibilità che le macchine prendano il sopravvento sull’uomo, bensì gli effetti e le conseguenze che un utilizzo acritico dell’AI potrebbe avere sulla nostra società, portando a un ulteriore incremento delle disuguaglianze, con tutte le conseguenze che ciò può comportare sulla tenuta delle nostre democrazie.
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Homo sapiens e Homo digitalis
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Intelligenza Artificiale: primavera o inverno? (dialogando con Piero Poccianti)
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Sono 7,5 miliardi gli esseri umani che popolano il pianeta e il numero continua ad aumentare. Io ritengo che vi sia bisogno dell’Intelligenza Artificiale e di tutte le altre tecnologie a disposizione per sopravvivere senza distruggere la “grande astronave” che ospita non solo l’uomo ma anche tutte le altre specie viventi.
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Homo sapiens e Homo digitalis
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Rischiamo di infilarci in una giostra...(dialogo con Mauro Lupi)
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Ritengo necessario confrontarci in primis con la nostra intelligenza per gestire correttamente il mondo digitale che ci circonda. È noto che la nostra psiche ha ancora moltissimi lati oscuri anche ai maggiori scienziati del settore, quindi non prossimo pensare di dominarla in toto. Tuttavia, in un mondo che ci sbatte difronte quotidianamente un nuovo strumento, che sia un’opportunità un rischio, dobbiamo coltivare una capacità da autodidatti di infilare (o meno) questo strumento nella nostra vita, nel nostro lavoro, nel nostro tempo. Capendone inoltre limiti e modalità di impiego. Sapendo che non riusciremo mai a dominarne tutte le funzionalità perché quando stiamo quasi per riuscirci è già tempo della nuova versione.
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Homo sapiens e Homo digitalis
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La Singolarità è una fake-news (dialogando con Francesco Morace)
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La definizione Intelligenza Artificiale è fuorviante: l’Intelligenza Umana non è replicabile perché ancora non ne conosciamo i meandri. Più corretto utilizzare il termine pseudo-intelligenza per descrivere le AI reattive o specializzate, le uniche possibili.
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La sorveglianza messa a tutela della libertà non mi preoccupa (Roberto Marmo)
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Siamo ancora in tempo per dare la giusta direzione allo sviluppo della IA a supporto di una vita migliore dell’essere umano, visto che c’è ancora molta strada da fare prima di arrivare a macchine veramente intelligenti e creative. Linee guida per la ricerca sono necessarie in tutti i settori della ricerca, per non sprecare risorse e non creare danni all’umanità. Ma senza esagerare con le restrizioni, ricordo che proprio la libertà di ricerca ha portato allo sviluppo del famoso “deep learning” quando pochi ricercatori ci credevano perché la maggioranza riteneva le reti neurali di scarso interesse applicativo, ora tutti vogliono studiare solo “deep learning”.
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Homo sapiens e Homo digitalis
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La rivoluzione tecnologica in atto ci coglie in un certo senso impreparati (dialogo con Gianfranco Barone)
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L’essere umano è ancora un meccanismo troppo avanzato da imitare: oltre alla capacità logiche, come razza umana siamo dotati di una serie di “soft skills” come ad esempio l’empatia, la compassione, l’altruismo che non sono solo degli attributi casuali della nostra coscienza, ma ritengo che siano gli elementi fondanti che ci hanno permesso, durante l’evoluzione, di avere un vantaggio competitivo sulle altre specie.
Focalizzarsi sulla singolarità delle macchine e intelligenze artificiali superiori è, al momento, in qualche modo deleterio, perché distrae il dibattito da argomenti molto più significativi che hanno risvolti pratici e devono essere affrontati. Ad oggi il problema non è legato a macchine super-intelligenti, ma a macchine super-stupide cui spesso deleghiamo scelte importanti, senza una supervisione umana, semplicemente perché è più comodo o costa meno.
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Homo sapiens e Homo digitalis