Quando il filosofo Arthur Kroker scriveva Data Trash nel 1996 la parola algoritmo non era ancora diventata di moda. L’autore parlava di quanta spazzatura conteneva la Internet dei suoi tempi, oggi potrebbe divertirsi a parlare della molta spazzatura algoritmica in circolazione. Generata dalle varie ChatGPT che generano errori a catena, celebrati come risultati comunque intelligenti, ma soprattutto da quanti ne celebrano le capacità e il ruolo futuro nell’evoluzione del genere umano in una società felicitaria dell’ozio prossima ventura.
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