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Millennial e lavoro: pigri e indolenti o semplicemente diversi?
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Giovani e non più giovani, tra i 18 e i 35 anni, considerati da molti come indolenti e capricciosi ma pur sempre bisognosi di confrontarsi con il mondo del lavoro e trovarne uno. Impossibile generalizzare o classificare una intera categoria generazionale per evitare conclusioni sbagliate, meglio evidenziarne i tratti caratteristici e unici.
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Millennial e lavoro: mitologia e realtà!
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Nelle aziende è il tempo dei Millennial, destinati a sostituire immigrati digitali e personale, ritenuto non sempre a ragione, inadeguato per affrontare le sfide digitali del terzo millennio. Non tutti sono però d'accordo nel valutare positivamente la carica innovativa dei Millennial. In realtà ci sono alcuni miti da sfatare!
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Profili inanimati e identità digitali
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La vita online e sui molteplici schermi dei dispositivi a cui ci siamo ibridati è rappresentata da profili digitali, inanimati e pubblici. Profili generati sempre più con l’aiuto di algoritmi matematici che finiscono per dare descrizioni, forme, personalità e narrazioni diverse dall’originale. Quello che continua a vivere al di qua dello schermo e fuori dalla Rete.
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Automazione e trasformazione dei lavori futuri
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In Rete proliferano studi, notizie e blog che mettono in guardia contro l’automazione galoppante che, traendo vantaggio dalle numerose innovazioni tecnologiche software e hardware, sembra prospettare un futuro distopico fatto di molti robot al lavoro e altrettanti umani senza un posto di lavoro e disoccupati. E se questi studi fossero sbagliati? E se molte preoccupazioni individuali fossero esagerate?
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Buone pratiche online per conservare il posto di lavoro
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Linkedin, Instagram, Facebook, Twitter e tutti gli altri media sociali sono diventati strumenti fondamentali per rappresentare e raccontare sé stessi socialmente. Sono strumenti ricchi di opportunità ma che richiedono anche il ricorso ad alcune buone pratiche. Obiettivo principale: evitare effetti collaterali e negativi sul posto di lavoro e nella professione esercitata.
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Lavoro
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La tecnologia e il futuro dei senzalavoro
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Tra pochi anni Uber potrebbe essere nuovamente sulle prime pagine dei giornali. Non per avere messo in crisi i modelli attuali del traporto urbano tramite taxi, ma per il licenziamento dei suoi autisti a causa dell’affermarsi di auto senza autista. Un cambiamento che non sarà il solo e che porterà alla perdita di nuovi posti di lavoro.
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Tecnologia e posti di lavoro: aumentati o diminuiti?
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Uno studio recente di Deloitte indica nella tecnologia uno strumento positivo di creazione di nuovi posti di lavoro. Mentre alcune professioni sono sostituite dalle macchine, la tecnologia fa nascere nuovi mestieri e favorisce nuova occupazione. Una tesi non condivisa da tutti e da molti contrastata perché la tecnologia sta cambiando tutto e rischia di schiacciarci con la sua velocità e potenza.
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Previsioni 2016: precarietà del lavoro e calo della domanda
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Secondo alcune statistiche aumentano i disturbi del sonno, le forme di depressione, i rischi di incidenti sul posto di lavoro. E’ un fenomeno causato dall’aumento delle ore di lavoro, dal diffondersi nei paesi asiatici di forme di lavoro assimilabili alla schiavitù ma soprattutto da una precarietà diffusa che impedisce di dormire sonni tranquilli, di vivere euforicamente e serenamente e di fare attenzione alla sicurezza e ai ritmi di lavoro.
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Robot e intelligenza artificiale: le macchine impegnate a rubare posti di lavoro
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La discussione, tra coloro che vedono nelle macchine intelligenti un pericolo reale per molti posti di lavoro attuali e coloro che al contrario vedono nella tecnologia una grande opportunità, è sempre più accesa e dialetticamente aperta. Un nuovo contributo alla discussione è stato offerto da un rapporto di quasi 200 pagine diffuso durante un recente incontro del World Economic Forum.
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Foxconn taglia 60000 posti di lavoro sostituendoli con altrettanti robot
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La notizia ha raggiunto le prime pagine di numerosi media online anche se il taglio della forza lavoro è stato smentito dall’azienda che preferisce parlare di intervento per rendere più efficienti gli impianti. L’iniziativa ha coinvolto uno degli stabilimenti portando la sua manodopera da 110000 a 50000.
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