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👩🚒️👩🚒️ Paura, sicurezza, rischio
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Facciamo finta di niente ma i nostri tempi sono dominati dall’odio e dalla paura. La paura, componente costitutiva della nostra vita, oggi è abilmente gestita a scopi politici e economici. Paura e sicurezza sono collegati, la prima esprime preoccupazione, la seconda ne è l’antidoto o l’immunizzazione.
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Incertezza esistenziale e insicurezza digitale
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Viviamo tempi strani, dominati dal progresso economico percepito e dalla volontà di potenza determinata dall’accelerazione tecnologica, al tempo stesso dall’incertezza che evidenzia paura e tanta insicurezza. Quest’ultima esistenziale prima ancora che sociale, politica o informatica. Una insicurezza che nasce dal doversi confrontare con un mondo, problemi e contesti in continuo e rapido cambiamento che fanno percepire un aumento di rischi, pericoli e difficoltà.
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La società del rischio e la sicurezza digitale
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Secondo il sociologo Ulrich Beck, teorizzatore della società del rischio, è possibile anticipare pericoli e superare paure solo se si comprende che il rischio è al centro della vita di ognuno di noi. Ce lo ha insegnato il coronavirus, anche se non è detto che abbiamo appreso la lezione. Il rischio è diventato l’orizzonte e lo scenario reale nel quale ci troviamo immischiati, come singoli, come organizzazioni e come imprese. Oggi il contagio ha fatto percepire a tutti la vera natura del rischio e quanto esso sia determinante nel raggiungimento dei risultati, nel definire visioni future, nell’orientare strategie e azioni per trarne benefici e vantaggi. O per non pagarne le conseguenze e gli effetti. Il rischio è anche digitale e legato alle sfide che la cybercriminalità e le nuove tecnologie pongono a tutti, individui, aziende, organizzazioni, siano esse private o pubbliche.
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