Ricerca

43 elementi soddisfano i criteri specificati
Filtra i risultati.
Tipo di elemento














Nuovi elementi da



Ordina per rilevanza · Data (prima i più recenti) · alfabeticamente
Una storia delle tecnologie indossabili in breve
Fare una storia delle tecnologie indossabili è complicato quanto fare la storia del genere umano e della tecnica (oggi tecnologia). Come in ogni storia anche le tecnologie indossabili hanno avuto i loro pionieri. Personaggi come il matematico Ed Thorp, lo scienziato C.C. Collins impegnato nella ricerca di strumenti per non-vedenti (nel 1977 aveva creato un dispositivo per aiutare i non vedenti a muoversi liberamente e a camminare), Steve Mann (attualmente responsabile del dipartimento d ricerca sulle tecnologie indossabili presso l’Università di Toronto) , Doug Platt, Thad Starner (oggi impegnato anche nel progetto Glass di Google), Claude Shannon, Hubert Upton (inventore di occhiali intelligenti per persone audiolese) e Edgar Matias che ha disegnato con Mike Ruicci il primo computer da polso.
Si trova in Blog / Approfondimenti
Wearable, dove sono e come evolvono
I prodotti tecnologici indossabili sembrano essere usciti fuori dai radar dei media, ma continuano la loro evoluzione. Confermano l'esistenza di un mercato potenziale e di investimenti in grado di garantire novità e sviluppi interessanti futuri.
Si trova in Blog / Mercato Mobile
Un mercato tecnologico in cerca di novità!
Per farsi un’idea del mercato tecnologico attuale è sufficiente regalarsi una rassegna stampa delle numerose testate online che parlano di prodotti tecnologici. Ciò che emerge è la ricerca costante di qualcosa che sia capace di generare entusiasmo e di attirare l’attenzione. Mentre la tecnologia continua la sua evoluzione, sul mercato consumer l’attesa di nuovi gadget capaci di creare nuovi cambiamenti paradigmatici continua a crescere. Anche se prevale la noia!
Si trova in Blog / Tabulario
Display indossabili ed esperienze di realtà diminuita
Le nuove tecnologie indossabili come Google Glass, HoloLens e Oculus Rift con le loro applicazioni di realtà aumentata non fungono solo da display su cui rappresentare in modo virtuale e aumentato la realtà circostante ma si sostituiscono all’occhio umano, lo inglobano come semplice elemento e funzione di un programma e di una protesi. L’occhio teso nell’obiettivo o sul display di una macchina fotografica digitale per rubare una foto all’interno di un’esposizione, è sostituito da una protesi tecnologica incarnata dotata sia di display che di fotocamera. Ne consegue una maggiore informazione (aumentata) ma anche una capacità (umana) diminuita e privata dalle possibilità e imprevedibilità offerte all’occhio e alla percezione umana da ogni situazione ambientale o esperienza umana materiale.
Si trova in Blog / Tabulario
2016: sensori e tecnologie sempre più invisibili e indossabili
I prodotti tecnologici indossabili nella forma di micro-componenti integrati dentro fibre di tessuto e vesiti sono già numerosi. Nel 2016 si uscirà dalla fase di sperimentazione e i dispositivi elettronici finiranno per colonizzare tessuti e vestiti e per scomparire nelle loro pieghe e strutture.
Si trova in Lifestyle / Tendenze
2016: wearable, wearable, wearable, tecnologie indossabili ovunque, anche in azienda
I prodotti tecnologici indossabili hanno caratterizzato, negli annunci e nelle narrazioni, il corso del 2015. La loro novità e numerosità non ha cambiato il mondo ma ha preparato e seminato un terreno fertile che nel 2016 potrebbe produrre grandi raccolti. Tutti prevedono per l’anno appena iniziato un mercato wearable ancora più movimentato e promettente. E’ cresciuta sul mercato la conoscenza delle nuove tecnologie e la consapevolezza della loro potenzialità.
Si trova in Lifestyle / Tendenze
Il diavolo veste tecno : wearable e tecnologie indossabili attuali e future
Le nuove tecnologie indossabili sono ricche di nuove opportunità concrete, capaci di regalare nuovi importanti strumenti di miglioramento e di progresso e altrettanti benefici individuali e sociali, nel breve così come nel lungo periodo. La convergenza tecnologica che ha reso possibile integrare in un orologio la potenza di calcolo di un server o di trasformare una semplice superficie di tessuto o un tatuaggio in una macchina intelligente, è solo la punta di un iceberg che fornirà in futuro grandi opportunità di miglioramento delle funzionalità e abilità fisiche (salute e benessere fisico), mentali, cognitive (non solo comunicazione e informazione ma sviluppo di nuova conoscenza), sociali (comunità e interazione) e umane.
Si trova in Tecnobibliografia / Libri di C. Mazzucchelli
Il diavolo veste tecno, un e-book sulle tecnologie indossabili
Si segnala l’uscita dell’eBook “Il diavolo veste tecno” di Carlo Mazzucchelli – euro 3,99, Delos Digital editore, Milano. Si tratta di un libro molto interessante sul tema delle tecnologie indossabili.
Si trova in Tecnobibliografia / Libri di C. Mazzucchelli
Sensori sottopelle, nuove sensibilità e sensi fisici per una via di fuga dal digitale?
La rivoluzione prossima ventura è già iniziata e potrebbe avere una destinazione a sorpresa, meno digitale e più fisica. E’ una rivoluzione determinata da tecnologie indossabili ma soprattutto dai componenti che le caratterizzano nella forma di sensori e interfacce tattili e sensoriali. Sono componenti che interagiscono con il corpo umano, ne percepiscono i sentimenti e le emozioni, le azioni e le reazioni in una interazione che sembra avere poco del digitale e molto del biologico e fisico.
Si trova in Lifestyle
Wearable per conoscersi quantificando se stessi
Il neologismo inglese che si usa quando si parla di prodotti tecnologici indossabili usati per raccogliere in modo quantitativo dati e informazioni personali è quantified self. Si riferisce all’uso di tecnologie capaci di acquisire dat relativi agli eventi, agli impulsi vitali e alle attività di una persona in termini di input (cibo consumato o qualità dell’aria), stati (livello di ossigeno nel sangue, umore), e prestazioni mentali e/o fisiche. E se la conoscenza quantitativa di tutti questi dati fosse in realtà controproducente? Non si passerebbe dal quantified self al fed-up self?
Si trova in Lifestyle