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Dal Golem ad AlphaGo
C’è un’intera corrente di pensiero – grosso modo ispirata ai modelli computazionali della mente - la quale ritiene che, sì, è possibile che robot e computer possano avere una mente per la buona ragione che la mente non è vincolata al supporto materiale: sia un’anima che un software per computer hanno un rapporto accidentale con il corpo in cui si trovano. E ciò stabilisce una singolarissima alleanza fra i vecchi dualisti che credono nell’esistenza dell’anima immateriale e i contemporanei cognitivisti che pensano che la mente sia un software per computer.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Dal Golem ad AlphaGo
C’è un’intera corrente di pensiero – grosso modo ispirata ai modelli computazionali della mente - la quale ritiene che, sì, è possibile che robot e computer possano avere una mente per la buona ragione che la mente non è vincolata al supporto materiale: sia un’anima che un software per computer hanno un rapporto accidentale con il corpo in cui si trovano. E ciò stabilisce una singolarissima alleanza fra i vecchi dualisti che credono nell’esistenza dell’anima immateriale e i contemporanei cognitivisti che pensano che la mente sia un software per computer.
Si trova in Blog / Biblioteca Filosofica
E se l'uomo futuro non sapesse nemmeno di essere dipendente dalla tecnologia? (Monica Bormetti)
Noi esseri umani utilizziamo una serie di scorciatoie cognitive che ci permettono di leggere la complessità del mondo in modo più semplice. Questo meccanismo porta però a degli errori, talvolta a dei bias cognitivi. Uno di questi è il bias di conferma, ovvero tendiamo a cercare la conferma di ciò che già pensiamo piuttosto che raccogliere informazioni su opinioni opposte. E se ne fossimo preda anche quando pensiamo alle intelligenze artificiali e alle tecnologie in generale!
Si trova in Blog / Homo sapiens e Homo digitalis
Fidarsi o non fidarsi questo è il problema
La rapida evoluzione delle intelligenze artificiali pone numerosi problemi di natura etica. Molti si stanno interrogando su quanta fiducia possiamo dare a macchine, algoritmi e robot, quanta libertà possiamo dare loro nel raccogliere dati e informazioni, analizzarle e piegarle a interessi privati, in che modo possiamo intervenire per impedire che i pregiudizi di coloro che implementano le nuove tecnologie possano creare macchine e automatismi imposti dagli effetti negativi, discriminatori e indesiderati.
Si trova in Blog / Tabulario
FRAMMENTI
Didattico, lineare, Ignasi Belda descrive il percorso dell'Intelligenza Artificiale sin dalle origini. Le pietre miliari sono rappresentate dall'operato di filosofi, matematici e studiosi del passato.
Si trova in Blog / Falsos amigos
Giustizia e algoritmi. La rivolta corre sul web
La dittatura degli algoritmi, solo apparentemente virtuale, “sembra sottindere l’ineluttabilità dell’avvento di un algoritmo assoluto”. L’algoritmocrazia minaccia pericolosamente il ‘giudizio giuridico’. Essa non è applicabile alla dimensione giuridica. Le condotte umane, imprevedibili e imperfette, derivanti dal libero arbitrio, sfuggono alla serialità propria dell’intelligenza artificiale. I magistrati non potranno mai occuparsi delle leggi che riguardano il non-umano, perché il giudizio giuridico è riferibile unicamente all’intenzionalità soggettiva propria delle persone che appartengono alle comunità sociali.
Si trova in Blog / Homo sapiens e Homo digitalis
Gli algoritmi vanno messi al servizio di identità multiple (dialogo con Marco Minghetti)
Credo che non sia utile affidarsi troppo degli algoritmi e tantomeno inginocchiarsi di fronte alle loro profezie come se fossero pronunciate dall’Oracolo di Delfi. I software, come è spesso stato notato, riflettono i pregiudizi di chi li ha creati, perché sono scritti dagli esseri umani e si alimentano di big data forniti dagli esseri umani. Se fatti bene, però, sono strumenti che ci danno informazioni in più sulla realtà, sta a noi decidere come usarli. E il modo migliore per farlo è metterli al servizio di un progetto che consenta all’identità riscritta sul computer di perdere la propria fissità e permanenza, per esprimere la sua molteplicità: perché non vi sia più un’identità singola, ma un’identità plurima; non più una persona sola, ma più persone che identificano il medesimo soggetto.
Si trova in Blog / Homo sapiens e Homo digitalis
Humans are a danger to themselves ( Alexandre MARTIN)
"Man is a wolf to man.’ If machines were to be instructed to protect humans being, they would have to deal with a number of problems. The latter will have to face complex dilemmas to protect him from himself." (Hobbes)
Si trova in Blog / Homo sapiens e Homo digitalis
Humans are complex beings (Prantik Mukherjee )
We are not all about performing task and processing information. We have feelings, emotions, empathy for each other etc. AIs haven’t achieved that level of advancement where they can show these kind of complexity like human beings. If we are able to develop Sentient AIs in the coming decades then that might become a reality.
Si trova in Blog / Homo sapiens e Homo digitalis
I dati sono il carbone del terzo millennio
L’acqua è destinata a diventare la risorsa più scarsa, il petrolio quella in fase di esaurimento ma i dati e le informazioni continueranno a proliferare diventando la vera risorsa energetica degli anni a venire. Una risorsa diventata accessibile grazie a sofisticate tecniche algoritmiche di estrazione e a grandi magazzini di stoccaggio, avveniristici, potenti, centralizzati ma a disposizione di tutti.
Si trova in MISCELLANEA