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Ogni tecnologia esercita una certa forma di ipnosi e di torpore ...( Stefano Petruccioli)
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Due sono gli errori che spesso si compiono quando si parla di tecnologie e didattica: primo, pensare che l’insegnamento possa ancora essere inteso come mera trasmissione di conoscenze, passaggio di contenuti, quando invece la rivoluzione digitale impone un ripensamento dell’impianto didattico della scuola; secondo, pensare che un semplice cambiamento di mezzi e strumenti materiali assunti nella scuola comporti necessariamente un’innovazione didattica.
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Filosofia e tecnologia
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La tecnologia ci rende più fragili poiché aumenta l’indice di vulnerabilità dell’essere umano (Roberto Marchesini)
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La tecnologia non è mai stata neutrale. La tecnica aumenta il nostro bisogno di natura non lo diminuisce, la tecnica aumenta la nostra coniugazione al mondo non la diminuisce, la tecnica aumenta le nostre responsabilità verso il mondo non aumenta il nostro potere e non ci esonera dalle nostre responsabilità. Allora qui non si tratta di essere pro o contro la tecnica, di vedere la tecnica come il grande male o come la grande salvezza, ma di capire esattamente cos’è la tecnica, capire che la tecnica non è qualcosa che va al di là della natura, ma è nella natura, capire che non esiste una dicotomia tra naturale e artificiale, perché tutto quello che avviene sulla terra è naturale ed è naturculturale, cioè è allo stesso tempo naturale e culturale.
Un'intervista con l'etologo Roberto Marchesini.
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Filosofia e tecnologia
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Una gestione più consapevole, prudente e oculata delle tecniche è quantomai urgente, imprescindibile.
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Se l’esperienza umana, come è piuttosto evidente, è tecnologicamente mediata, l’impiego della tecnica è a sua volta connotato culturalmente e storicamente. Sicché la questione relativa all’agire tecnico non può essere adeguatamente affrontata e regolata se non facendo anche riferimento ai quadri etici, normativi, epistemici entro cui le attività e le tecnologie si inscrivono e acquisiscono senso. Occorre riflettere su quale sia la visione del mondo soggiacente alle odierne pratiche scientifiche, tecnologiche, sociali e domandarsi se questa sia la migliore possibile per rispondere efficacemente alle problematiche odierne.
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Filosofia e tecnologia
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La tecnofobia non si addice al vero filosofo (Tommaso Ariemma)
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Le tecnologie del nostro tempo ci stanno mostrando un desiderio di partecipazione e di condivisione che porterà forse a una trasformazione della democrazia per come adesso la conosciamo. Sotto gli occhi di tutti è inoltre la trasformazione degli apprendimenti e dei rapporti interpersonali, soprattutto nei più giovani. In futuro, negli adulti del domani, cambierà probabilmente la nostra capacità di incontrare gli altri e quindi di trasformare il modo. Che sia in bene o in male questo spetta a noi deciderlo.
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Filosofia e tecnologia
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Internet va considerato come un vero e proprio spazio pubblico ( Marco Bastianelli )
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“In primo luogo, [...] ogni cosa che appare in pubblico può essere vista e udita da tutti e ha la più ampia pubblicità possibile. Per noi, ciò che appare - che è visto e sentito da altri come da noi stessi - costituisce la realtà […]. La presenza di altri, che vedono ciò che vediamo e odono ciò che udiamo, ci assicura della realtà del mondo e di noi stessi […] In secondo luogo, il termine “pubblico” significa il mondo stesso in quanto è comune a tutti e distinto dallo spazio che ognuno di noi vi occupa privatamente [...] La sfera pubblica, in quanto mondo comune, ci riunisce insieme e tuttavia ci impedisce, per così dire, di caderci addosso a vicenda” (H. Arendt, Vita Activa. La condizione umana, 1958, II.7).
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Filosofia e tecnologia
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Siamo ancora quelli della pietra e della fionda. E il vero problema sono i vicini, il prossimo, gli altri.
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Non c’è rimedio alla tecnologia; non esistono strumenti neutri perché chi li usa non è mai neutro. Date agli uomini le pietre, e uccideranno con le pietre. Se poi creano anche strumenti pensati proprio per uccidere, che altro uso se ne potrebbe fare? La tecnologia ha raggiunto apice e sintesi nella bomba atomica e negli armamenti, il cui potenziale (la distruzione del mondo) non scema né aumenta una volta avviato il processo di armamento collettivo: una tecnologia il cui effetto non può aumentare, per quanto se ne aumenti la quantità. Superata una certa soglia, l’effetto è “infinito”. Gli effetti di tutti gli smartphone e i tablet del mondo sbiadiscono di fronte a questo. Il mio pessimismo antropologico mi fa pensare che se uno strumento consente un uso pessimo e distruttivo, prima o poi verrà utilizzato così.
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Filosofia e tecnologia
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Con la tecnologia si è creato un rapporto di dipendenza, una relazione disfunzionale.
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Nella lunga età di crisi che ci capita di abitare il filosofo ha il dovere di individuare che cosa è andato storto, di concentrare l’attenzione sul processo che ha generato la crisi. Il filosofo, infatti, possiede le competenze adatte a problematizzare situazioni apparentemente innocue, a dubitare delle nostre abitudini più insane. Nell’era tecnologica il suo intervento diventa quindi fondamentale, perché gli uomini, nel giro di pochissimi anni, sembrano avere perso il controllo sulle loro vite, sulle loro priorità, sui loro obiettivi.
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Filosofia e tecnologia
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Su YouTube un’intervista ad Heidegger appare come un contenuto come un altro!
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Credo che chiunque abbia a che fare seriamente con il linguaggio, pensatori, poeti, artisti, non possa non notare come quello odierno stia cambiando, modificato, come tutti gli altri aspetti significativi della vita, dalla razionalità tecnologica. Il punto essenziale non è tanto cosa noi possiamo fare con la tecnologia ma cosa la tecnologia può fare con noi, uomini potenti inclusi, come modifica il nostro essere umani. E non mi riferisco tanto né a modifiche apportabili ed apprezzabili scientificamente, né tanto ai temi del post- o transumanismo, quanto ad un riorientamento del modo di pensare e delle idee.
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Filosofia e tecnologia
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La tecnica è da sempre una forma di mediazione col mondo, con tutte le sue contraddizioni e biforcazioni.
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Lo smartphone è il dispositivo più biopolitico dell’era contemporanea ed è la principale componente di un universo di oggetti connessi in vertiginoso aumento. Siamo sempre infatti sempre più immersi nel mondo dell’internet degli oggetti una Bioipermedia, un insieme di bios/biopolitica e ipermedia, uan delle attuali dimensioni della mediazione tecnologica.
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Filosofia e tecnologia
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La tecnologia oggi è al servizio delle pulsioni dell’uomo consumista occidentale (Luca Ariostini)
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Il capitalismo ha scientificamente annebbiato le masse a tal punto che queste non saprebbero nemmeno immaginare quale uso fare della tecnologia diverso da quello volto all’intrattenimento o al consumismo. I fatti confermano che lo sviluppo tecnologico digitale degli ultimi 20 anni è stato incanalato quasi esclusivamente nella fruizione di esperienze ludiche o di intrattenimento. Più della metà dei dati scambiati sulle infrastrutture di rete mondiali ha a che fare con la pornografia. Contra factum non valet argumentum. Ci avviamo verso il mondo preconizzato da Marx: lavoreremo poche ore alla settimana in cambio di accesso all'intrattenimento personale, che sarà dato dalla realtà virtuale anziché dalla pittura.
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