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Referendum calling: spunti per una riflessione da fine settimana
Alcune parole sono diventate dei mantra che media, giornalisti e blogger usano per riempire di parole chiave i loro contenuti e per dare corpo alle loro narrazioni. Le parole chiave sono innovazione, cambiamento, progresso tecnologico, disruption. Sembrano parole nuove ma in realtà fanno parte del retroterra culturale e valoriale dell’ottocento e del novecento. Sono le narrazioni nelle quali appaiono a farle apparire nuove e migliori ma in realtà andrebbero contestualizzate storicamente e usate criticamente.
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Il display come vetrina
L’era postmoderna con le sue caratteristiche di globalizzazione, iper-consumismo e pervasività della tecnologia ha portato a compimento quella che Vanni Codeluppi, nel suo bel libro La Vetrinizzazione Sociale, ha descritto come processo di spettacolarizzazione degli individui e della società. La vetrina raccontata da Codeluppi è un fenomeno recente legato all’emergere della società dei consumi e che ha seguito e condizionato di pari passo i cambiamenti culturali, sociali e comportamentali degli ultimi secoli.
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Il display come strumento di felicità
Politica, grandi Marche e grandi imprese sono stutte accomunate dallo sforzo di venderci la felicità. I nostri comportamenti e stili di vita online così come le emozioni espresse attraverso libri delle facce o cinguettii vari sono diventati risorse da conquistare, raccogliere, analizzare, vendere con l'unico obiettivo di proporci prodotti, servizi e messaggi finalizzari a farci stare bene. Il consumatore in tutto questo non è più semplice attore passivo e destinatario finale di comunicazioni e messaggi promozionali ma sempre più complice, cognitivamente e nelle pratiche di vita quotidiane. Lo è soprattutto tramite un display e l'uso che ne fa.
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Essenza e apparenza, le verità nascoste della società tecnologica
La tecnologia ha impresso la sua velocità e voracità alla vita delle persone mutandone le esperienze quotidiane ma anche la percezione del tempo e della realtà. Dominano l’immediatezza, l’urgenza, l’apparenza, il consumismo, la distrazione, il narcisismo e la manipolazione. La realtà virtuale, guidata dalle narrazioni dello storytelling, ha superato la realtà fattuale e si è affermata come spazio vitale percepito come innovativo e migliore di quello della realtà reale. Molta innovazione però è pura invenzione, creata ad arte per nascondere arretratezze persistenti e alimentare consumi calanti.
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Rivoluzione tecnologica ed elezioni americane
A sottolineare quanto il voto americano sia stato 'disruptive' non ci sono solo le reazioni delle università americane che con i loro studenti e professori stanno manifestano senso di smarrimento e depressione ma anche immediate reazioni. Ampia è anche la discussione dentro il mondo tecnologico. I media stanno riportando le reazioni dei protagonisti della Silicon Valley e la lettura dei segnali lanciati indica che la tecnologia è parte in causa di quanto è successo. Dopo avere prodotto un'innovazione dirompente nell'economia e nel mondo del lavoro, ora è parte in causa di quella politica.
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Il futuro tecnologico raccontato e temuto
Pochi dubitano ormai che i gadget tecnologici che utilizziamo siano privi di effetti sulla nostra vita personale e sociale. Gli interrogativi riguardano la profondità di questi effetti e come reagire a essi in modo da uscirne senza eccessivi danni. Le realtà tecnologiche prossime venture raccontate dai media sono lontane dall'essere luminose e senza problemi perchè incapaci di esorcizzare le paure e i timori di futuri fatti di Realtà Virtuali, di ossessioni compulsive da Like e da posti di lavoro persi per colpa di macchine sempre più intelligenti.
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La relazione con la tecnologia e profili tecnologici
La tecnologia non ha necessariamente migliorato il mondo, ma ha sicuramente creato una miriade di nuovi comportamenti, emozioni, nuove ideologie e modi di pensare, gusti e mode consumistiche che possono essere classificati e categorizzati in profili identitari dalle caratteristiche e proprietà condivise. Tutti o quasi si sono dotati di un loro profilo digitale online ma qual'è il loro profilo come utilizzatori di strumenti tecnologici e che tipo di relazioni intrattengono con la tecnologia? Quanti possono definirsi tecnofobi e quanti si sentono da sempre tecnofili. Esistono ancora i tecnoluddisti e i tecnoutopisti? Chi si identificherebbe con i tecnocritici o i tecnocicnici?
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Il tempo è solo presente: The Big Now!
Come ha scritto Douglas Rushkoff, la nostra società è orientata al presente. Viviamo in un grande Big Now nel quale tutto deve avvenire online e Live, in tempo reale e senza alcun momento di tregua. La vita sembra a tutti accelerata ma nella realtà non lo è. E' semplicemente dimensionata sul tempo corrente, sul consumismo usa e getta e su ciò che sta succedendo in un dato momento. Il presentismo però da solo non basta!
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Tecnologia e opinioni diffuse
La tecnologia è diventata così pervasiva da permettere a tutti di avere accesso a quantità di dati e di informazioni così grandi da superare la nostra stessa capacità di analizzarle, capirle e utilizzarle. Grazie a Google Search e a Wikipedia tutti sono diventati esperti pur senza esserlo, trasformati in tuttologi grazie alle numerose biblioteche digitali online sempre accessibile e consultabili. Tutti sono anche diventati tecno-opinionisti e tecno-ideologi, dimenticandosi di essere dotati di un campo visivo limitato, quello delimitato dal sistema di pensiero prevalente.
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Istruzioni per non morire, un libro in crowdreading
Chi ama scrivere sa molto bene quanto sia difficile farsi pubblicare e trovare nuovi lettori, anche in Internet. In un paese caratterizzato da un numero elevato di lettori forti ma anche da una percentuale altissima di persone che non leggono, riuscire ad arrivare sul banco di una libreria è impresa ardua e farsi leggere lo è ancora di più. La Rete però offre, a tutti gli scrittori, una grande risorsa. Una risorsa nota come lettura sociale e crowdreading in grado di rivoluzionare il lavoro dei narratori e il loro rapporto con i lettori. Remo Bassetti è un autore che ha adottato il crowdreading con il suo libro "Istruzioni per non morire", giunto al diciassettesimo capitolo.
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