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La Singolarità è una fake-news (dialogando con Francesco Morace)
La definizione Intelligenza Artificiale è fuorviante: l’Intelligenza Umana non è replicabile perché ancora non ne conosciamo i meandri. Più corretto utilizzare il termine pseudo-intelligenza per descrivere le AI reattive o specializzate, le uniche possibili.
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Rischiamo di infilarci in una giostra...(dialogo con Mauro Lupi)
Ritengo necessario confrontarci in primis con la nostra intelligenza per gestire correttamente il mondo digitale che ci circonda. È noto che la nostra psiche ha ancora moltissimi lati oscuri anche ai maggiori scienziati del settore, quindi non prossimo pensare di dominarla in toto. Tuttavia, in un mondo che ci sbatte difronte quotidianamente un nuovo strumento, che sia un’opportunità un rischio, dobbiamo coltivare una capacità da autodidatti di infilare (o meno) questo strumento nella nostra vita, nel nostro lavoro, nel nostro tempo. Capendone inoltre limiti e modalità di impiego. Sapendo che non riusciremo mai a dominarne tutte le funzionalità perché quando stiamo quasi per riuscirci è già tempo della nuova versione.
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Intelligenza Artificiale: primavera o inverno? (dialogando con Piero Poccianti)
Sono 7,5 miliardi gli esseri umani che popolano il pianeta e il numero continua ad aumentare. Io ritengo che vi sia bisogno dell’Intelligenza Artificiale e di tutte le altre tecnologie a disposizione per sopravvivere senza distruggere la “grande astronave” che ospita non solo l’uomo ma anche tutte le altre specie viventi.
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La responsabilità di come una tecnologia viene impiegata è solo e soltanto nostra (Marco Rigamonti)
Ritengo che lo sviluppo e l’implementazione dell’AI vadano assolutamente regolamentati: quello che però mi preoccupa maggiormente non è la possibilità che le macchine prendano il sopravvento sull’uomo, bensì gli effetti e le conseguenze che un utilizzo acritico dell’AI potrebbe avere sulla nostra società, portando a un ulteriore incremento delle disuguaglianze, con tutte le conseguenze che ciò può comportare sulla tenuta delle nostre democrazie.
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Intelligenza o stupidità artificiale? (Intervista con Stefano Bargagni)
Si chiama “intelligenza artificiale ” solo perché funziona in maniera simile a processi che si svolgono nel cervello degli esseri viventi ma di fatto, analizzando a fondo questi algoritmi, sono abbastanza “stupidi” e dovrebbero chiamarsi “stupidità artificiale”. La mia definizione di computer rimane ancora quella mutuata da qualcuno di cui non ricordo il nome: è “lo stupido più veloce del mondo”.
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I robot occuperanno i campi!
Le macchine, dotate di intelligenza e di capacità di apprendere stanno cambiando il mondo e la realtà di molti ambiti lavorativi . Nel farlo sostituiscono manodopera umana diostrando non soltanto una elevata versatilità ed efficienza ma anche una crescente insostituibilità. Il tutto mentre molti stanno semplicemente a guardare, ragionando su benefici, costi e interessi. Siamo ancora lontani dalla cosiddetta singolarità, un momento nel futuro nel quale le macchine avranno forse reso completamente inutili i lavoratori e i lavori umani. Per avere un'anticipazione di queanto sta succedendo basta guardare al mondo dell'agricoltura.
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🧀 Intelligenze artificiali e esseri umani
Su Linkedin e altre piattaforme di social networking si discetta molto di intelligenza artificiale. Spesso chi lo fa evidenzia conoscenza limitata dell’argomento, superficialità e confusione nell’approccio al tema, limitata consapevolezza sulle opportunità e sui rischi che ne derivano.
Si trova in Tecnopillole
Possiamo fidarci dei nostri consulenti digitali?
Intelligenze artificiali, APP, assistenti personali sono oggi sempre al nostro fianco. Ci assistono, ci orientano, ci seguono, ci sorvegliano, ci condizionano e ci controllano. Ma forse ci stiamo abituando male, soprattutto perchè ci stiamo dimenticando della complessità del mondo reale. Sul tema ha scritto un interessante articolo ANDREA DI MENNA che qui segnaliamo.
Si trova in Tecnobibliografia
Business leaders in the age of AI
Esiste una stretta correlazione tra l’adozione dell’Artificial Intelligence, la crescita del business e l’atteggiamento dei leader verso l’AI: lo rileva uno studio di Microsoft in collaborazione con KRC Research che ha coivolto un campione di 800 business leader in USA e Europa, tra cui un centinaio anche in Italia. Ma leadership, cultura e tecnologia devono fondersi, affinché l’AI possa rivelarsi efficace.
Si trova in MISCELLANEA