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Tutto sommato la tecnologia è stata un grande vantaggio
La pervasività e la diffusione della tecnologia è tale da rendere impensabile pensarla in negativo. Al momento non sembra esistere alcuna sfiducia nelle sue capacità e opportunità ma cresce la riflessione critica che mette in guardia contro la sua volontà di potenza o chiede di adottare una prospettiva realistica sui suoi risultati, una maggiore capacità di considerarne i rischi e gli effetti collaterali e suggerisce la validità di una scelta che ne limiti l’utilizzo. Tutti però credono che tutto sommato la tecnologia è stata un grande vantaggio.
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Il panottico digitale delle anime elettriche dei social network
Segnaliamo la recensione del Manifesto al libro Anime elettriche del collettivo Ippolita.net, uscito ad aprile 2016. Un testo che tutti coloro che guardano alle tecnologie attuali come strumenti di utopie e/o distopie dovrebbero leggere. Una lettura che aiuterebbe a gyardare criticamente alla rivoluzione tecnologica in corso e aiu suoi momenti utopici non sempre in grado di soddisfare desideri e speranze. Evidenziare oggi gli effetti collaterali della tecnnologia invitando ad una lettura critica dei molti fenomeni che la caratterizzano non significa negarne la validità ma esprimere al contrario l'amore verso di essa come forza propulsiva e di progresso. A patto che sia usata consapevolmente e non subita.
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Baby Boomers e tecnologia
Quando si parla di tecnologia i media tendono a citare, raccontare e descrivere ciò che fanno i nativi digitali e i Millennials. Poco spazio è al contrario dedicato agli immigrati digitali e ai Beby Boomers. I Millennials sono il target preferenziale di produttori e grandi marche tecnologiche così come i loro prodotti sembrano essere pensati solo per soddisfare le loro esigenze e preferenze. Anche gli analisti di mercato e i sociologi non sembrano avere altro argomento di studio o di ricerca se non i comportamenti e gli stili di vita di una generazione che appare spesso molto omologata e amorfa ma sicuramente molto attiva sul mercato dei consumi.
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Tecnologie emergenti prossime venture: rischi e opportunità!
Se all’evoluzione continua della tecnologia si aggiunge un po’ di fantasia e di utopia il gioco è fatto. Se poi sulle novità emergenti si costruisce sopra una sceneggiatura da film hollywoodiano il successo di scenari più o meno plausibili e/o apocalittici è garantito. Almeno a livello immaginario. Nella realtà l’approccio pragmatico aiuta a trasformare le infinite innovazioni tecnologiche in opportunità e a gestire i rischi associati potenziali.
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E se vietassimo tablet e smartphone in classe...
....almeno fino a quando gli insegnanti non avranno compreso come le nuove tecnologie stanno programmando la mente e condizionando i comportamenti degli studenti? Una opzione che in molti cominciano a suggerire. Molti studi e analisi sembrano dimostrare in modo eveidnete come le nuove tecnologie digitali stiano avendo effetti 'deleteri' sul nostro cervello in termini di memoria, scrittura, lettura, attenzione e capacità di concentrazione e sulla nsotra vita sociale in termini di vita di coppia, empatia e relazioni umane.
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Per non rimanere indietro. Insegnanti alle prese con un tablet
La distanza tra generazioni nell’uso delle nuove tecnologie è, in alcuni casi, abissale. Lo è anche a scuola con professori in difficoltà nell’uso del mezzo tecnologico e ragazzi che usano i loro dispositivi come protesi corporali e mentali. Il gap è grande ma si può superare. Serve però una mentalità più aperta alla innovazione e tante voglia di sperimentare. Ciò che a scuola in realtà si dovrebbe sempre fare. Se non ora quando? Nel frattempo sono nummerose le sperimentazioni in corso.
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Scuola e tecnologia, cosa pensano gli insegnanti [1]
La tecnologia va bene ma non deve invadere gli spazi che sono e devono rimanere "umani". Insegnare in una scuola tecnologicamente attrezzata non implica necessariamente un rinnovamento della didattica perché, ancora, non tutti i docenti sono disponibili al cambiamento o hanno le competenze richieste; inoltre, ogni azione didattica che preveda l'uso delle ICT è necessario sia supportata da una struttura progettuale che stabilisca obiettivi, tempi e modalità ben definite che rispettino la naturale evoluzione del processo di crescita dei ragazzi ed i ritmi di apprendimento.
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Più che il tablet meglio premiare l’immaginazione
L’isola che non c’è esiste e si chiama Waldorf School of the Peninsula. Si trova nella Silicon Valley, il territorio digitale per definizione e il centro del potere tecnologico che ha cambiato le vite di tutti, comprese le loro abitudini, comportamenti e modi di pensare e di apprendere. E’ un’isola strana ma interessante nella quale è bandito l’uso del tablet, dello smartphone e dei display digitali e viene premiata la capacità immaginativa. E’ un’isola in formato scuola e aperta ai figli dei dipendenti, ipertecnologici, delle numerose aziende che popolano la Silicon Valley.
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Apprendere con i social: gli studenti protagonisti o vittime?
La tecnologia, la sua pervasività e l'uso che ne viene fatto stanno creando nella scuola un divario crescente tra molti insegnanti e i loro alunni. Il divario si manifesta come un camminare su due sponde diverse di un baratro dove per ora gli adulti riescono a comunicare urlando qualcosa, mentre i ragazzi sono intenti e concentrati a interagire, anche in classe, con i loro dispositivi mobili. Il rischio è che il divario si vada approfondendo sempre più rendendo sempre più difficile per un insegnante, forse per un adulto, trovare interessi comuni di comunicazione intergenerazionali. Senza interesse può diventare complicato provare a far nascere in loro il desiderio del sapere, trasmettere la luce che solo un insegnante può accendere e far nascere la curiosità per misteri che nessun social network è in grado di svelare. Il problema è che oggi, nell'era tecnologica e digitale, tutto l'amore che un insegnante può dedicare all'insegnamento e al sapere non sembra più sufficiente per chiudere il divario generazionale e riattivare l'attenzione dei ragazzi. Primo punto di partenza per tutto il resto.
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Buone pratiche frutto esclusivamente della passione, della creatività e dell’impegno di singoli docenti [6]
Se si vuole una scuola moderna e aggiornata bisogna essere pronti a mettere in discussione i paradigmi utilizzati finora, per preparare ragazzi ai quali la società richiede competenze molto diverse rispetto al passato e che bombarda sempre più i giovani con una quantità incredibile di stimolanti informazioni digitali. Ma niente paura, questo non vuol dire rinnegare tutto ciò che si è fatto sinora, semmai significa arricchirlo. Alla sesta intervista SoloTablet ha incontrato Roberta Martino.
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