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Macchine artificiali sempre più simili a noi!
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L'intelligenza artificiale sta facendo passi da gigante nel dare forma a macchine intelligenti che appaiono naturali ed emotivamente sensibili, pur nella loro umanistica imperfezione. Macchine ben lontane da quelle prefigurate dal film metropolis e dai numerosi film di fantascienza che hanno, con le loro storie e visioni, anticipato molto di quanto oggi si sta realizzando.
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Online siamo tutti diventati degli algoritmi
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Da perfetti sconosciuti e presenze occulte sono diventati rapidamente oggetto di racconti, narrazioni, riflessioni e preoccupazioni. Chi è preoccupato pensa che possano, già oggi, condizionare e orientare le loro vite. Chi non se ne cura guarda con soggezione e simpatia la loro capacità di rendere le loro esperienze online piacevoli, convenienti e confortevoli.
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Forza lavoro e automazione: un futuro incombente e poco rasserenante?
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I lavoratori, diretti interessati, hanno poco tempo per porsi domande filosofiche, tanto sono presi dalla ricerca di lavoro e di opportunità professionali! Chi si interroga e studia il mercato al contrario può permettersi di porsi altre domande e di prefigurare futuri prossimi venturi che appaiono caratterizzati sempre più dall'automazione delle macchine e dalla perdita di posti di lavoro.
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Robot alla ricerca di nuovi posti di lavoro
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Con la sua nuova veste grafica Linkedin è oggi in grado di offrire a milioni di professionisti e aziende la possibilità di partecipare attivamente al mercato del lavoro per scambi e opportunità al momento tutte umane. Nel futuro prossimo venturo Linkedin potrebbe diventare anche il luogo preferito da robot o loro costruttori per la ricerca di posti di lavoro per i quali nel frattempo si sono specializzati. Lavori non più e non soltanto manuali ma cognitivi e capaci di competere con le classi del cognitariato attuale.
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Il NO del Referendum in un mondo del lavoro digitalmente disastrato
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Districarsi tra le mistificazioni giornalistiche che cercano con le loro narrazioni di neutralizzare il risultato del referendum e i suoi potenziali effetti dirompenti non è facile. Una lettura possibile è che, come è successo con Trump, i fenomeni in atto stiano preoccupando tutti coloro che hanno qualcosa da difendere. E' una preoccupazione così forte che impedisce di ascoltare, vedere e capire ciò che da tempo è diventato chiaro. La sofferenza è grande e in assenza di qualsiasi forma di rappresentanza credibile e organizzata il voto è diventato libero, fluido, incazzato e alla ricerca di uno sbocco qualsiasi. Ma c'è anche dell'altro!
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Robot e futuro del lavoro
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L'elezione di Trump è stata in parte determinata da operai e impiegati colpiti dalla globalizzazione e delocalizzazione. A loro è stato promesso di riportare la produzione in casa ma questa scelta, se mai venisse fatta, non risolverà il problema della disoccupazione. Le nuove fabbriche USA saranno molto robotizzate e automatizzate e con minori posti di lavoro per lavoratori in carne e ossa. Le macchine si preparano a sostituirsi al lavoratore umano?
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Il futuro tecnologico raccontato e temuto
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Pochi dubitano ormai che i gadget tecnologici che utilizziamo siano privi di effetti sulla nostra vita personale e sociale. Gli interrogativi riguardano la profondità di questi effetti e come reagire a essi in modo da uscirne senza eccessivi danni. Le realtà tecnologiche prossime venture raccontate dai media sono lontane dall'essere luminose e senza problemi perchè incapaci di esorcizzare le paure e i timori di futuri fatti di Realtà Virtuali, di ossessioni compulsive da Like e da posti di lavoro persi per colpa di macchine sempre più intelligenti.
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Rivoluzione tecnologica ed elezioni americane
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A sottolineare quanto il voto americano sia stato 'disruptive' non ci sono solo le reazioni delle università americane che con i loro studenti e professori stanno manifestano senso di smarrimento e depressione ma anche immediate reazioni. Ampia è anche la discussione dentro il mondo tecnologico. I media stanno riportando le reazioni dei protagonisti della Silicon Valley e la lettura dei segnali lanciati indica che la tecnologia è parte in causa di quanto è successo. Dopo avere prodotto un'innovazione dirompente nell'economia e nel mondo del lavoro, ora è parte in causa di quella politica.
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Una storia delle tecnologie indossabili in breve
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Fare una storia delle tecnologie indossabili è complicato quanto fare la storia del genere umano e della tecnica (oggi tecnologia). Come in ogni storia anche le tecnologie indossabili hanno avuto i loro pionieri. Personaggi come il matematico Ed Thorp, lo scienziato C.C. Collins impegnato nella ricerca di strumenti per non-vedenti (nel 1977 aveva creato un dispositivo per aiutare i non vedenti a muoversi liberamente e a camminare), Steve Mann (attualmente responsabile del dipartimento d ricerca sulle tecnologie indossabili presso l’Università di Toronto) , Doug Platt, Thad Starner (oggi impegnato anche nel progetto Glass di Google), Claude Shannon, Hubert Upton (inventore di occhiali intelligenti per persone audiolese) e Edgar Matias che ha disegnato con Mike Ruicci il primo computer da polso.
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Tu chiamala se vuoi flessibilità…ma per molti è una grande fregatura!
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La parola flessibilità popola da almeno due decenni il vocabolario e il linguaggio dell’economia, del mondo del lavoro e dei media. Se ne parla solitamente per decantare i vantaggi della globalizzazione dell’economia neoliberista e per costruire narrazioni acritiche, se non manipolatorie, di realtà del lavoro piene di opportunità ma in realtà sempre più precarie e senza lavoro. Sparita la classe operaia e la sua capacità di riflettere criticamente sulla realtà per cambiarla, oggi la flessibilità colpisce la classe media e i lavoratori cognitivi (cognitariato), incapaci per il momento di elaborare adeguate strategie di resistenza e cambiamento.
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