La pervasività della tecnologia è anche quella degli algoritmi, sequenze di codice software e logica applicativa che si fanno carico di svolgere operazioni in ambiti molto diversi come quello industriale e aziendale, medico e farmaceutico, del social networking e delle APP Mobile. A essi vengono delegate le bone riuscite delle operazioni e a loro ci si affida per semplificare procedure complesse o semplicemente per semplificarsi e addolcirsi la vita.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Per chi non lo sapesse, l'algoritmo è un processo, una semplice sequenza di logiche applicative e operazioni che definisce con esattezza cosa deve essere eseguito ad ogni passo della sua evoluzione verso un obiettivo concreto, utile e reale. Non è una semplice formula matematica ma un componente software, con una sua intelligenza che occupa spazi fisici del computer e della memoria del computer e che ne usa le risorse. Può contenere formule matematiche astratte e pensate per risolvere calcoli complicati ma il suo obiettivo è di definire sequenze operazionali, decisionali e previsionali in grado di sostituirsi agli esseri umani in molte attività in essi sono solitamente impegnati.
La pervasività dell'algoritmo e la crescente delega che vede gli umani affidarsi alle sue scelte, elaborazioni e decisioni, sollevano numerosi dubbi ma il dubitare sembra interessare solo un numero limitato di persone. Eppure riflettere oggi sugli effetti che derivano dall'affidarsi ciecamente all'algoritmo potrebbe servire a comprendere non solo come stia mutando la nostra capacità di svolgere attività e azioni grazie agli strumenti tecnologici ma anche come stia mutando la percezione umana della realtà, sempre più determinata da sensori e algoritmi, l'identità umana e la capacità di discernimento, scelta e libera decisione.
I dubbi possono nascere spontaneamente dalla riflessione consapevole sulla realtà tecnologica che ognuno sperimenta. Possono anche nascere dalla visione di un film come Sully di Clint Estwood, il cui protagonista Chelley Sullenberg decide di seguire il proprio discernimento, la propria coscienza e capacità di scelta e di non dare retta alle soluzioni proposte dalle macchine che governano l'aereo da lui pilotato. Non dando retta agli algoritmi della macchina il pilota salva le persone che viaggiano sul suo volo. In futuro i Chelley Sullenberg potrebbero non esistere più, tanto saranno abituati alla supremazia della macchina e condiscendenti alle soluzioni preconfezionate dagli algoritmi!