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Il potere degli algoritmi: è tempo di ribellarsi?
La proliferazione di algoritmi, la loro forza e prepotenza crescenti sono espressione della velocità di fuga della tecnologia ma anche della sua follia. Stiamo vivendo una nuova fase di evoluzione del capitalismo, dominato dai tempi e dagli automatismi della tecnologia, e all'inizio di una nuova epoca caratterizzata da nuove forme di schiavitù (servitù). Non è solo la schiavitù delle pubblicità online o degli algoritmi della trasparenza radicale di Facebook ma quella che si sta determinando nei posti di lavoro e nella società.
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I lavoretti occasionali della Gigonomics (Gig Economy)
Molti Baby Boomers probabilmente non sanno neppure cosa sia ma le nuove generazioni di Millennial con la Gig Economy devono convivere ogni giorno. In Italia è forse più nota come lavoro a tempo determinato, a chiamata, precarizzato e inadeguato a dare sicurezza e tranquillità così come neppure opportunità. E' un modello economico ormai diffuso in tutto il mondo occidentale che in alcuni paesi permette guadagni extra ma in altri è sinonimo di sfruttamento e assenza di diritti. Come hanno insegnato le lotte dei riders di Foodora.
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L'algoritmo non va mai in vacanza
Chi ha un blog, un portale o un sito lo sa! A fine luglio e per tutto il mese di agosto le visite calano, le frequentazioni online si rarefanno e persino le interazioni social diventano bonaccia (forse perché anche gli influencer sono in piscina!). Segno che il mondo online può ancora essere sostituito da quello reale e che ai viaggi virtuali molti continuino a preferire quelli a diretto contatto con la realtà. A non andare in vacanza sono gli algoritmi. Sempre pronti ad attivarsi, seguendo le persone in vacanza e a raccogliere dati utili per nuove opportunità, presenti e future.
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L'algoritmo ucciderà anche il marketing?
La volontà di potenza della tecnologia e la sua accelerazione stanno cambiando ogni ambito di vita, personale e professionale, così come l'esistenza. E' una volontà che si esprime attraverso piattaforme software, diffusa connettività, Big Data e Cloud Computing ma soprattutto algoritmi. Il risultato è un rapporto sempre più stretto e diretto tra tecnologia e utente e la disintermediazione accelerata di numerose attività umane, comprese quelle cognitive. Non è estraneo a questo fenomeno il marketing che rischia, nel prossimo futuro, di diventare una disciplina obsoleta e inutile.
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I robot si danno all'arte
Si chiama Ai-Da ed è il primo robot umanoide artista, la prima intelligenza artificiale che dipinge e ha già raggiunto le sale di esposizione del Design Museum di Londra. La sua creatività è frutto di calcoli computazionali, algoritmi 'intelligenti' custoditi in microchip. Il suo talento risiede in un algoritmo. Un algoritmo che non si fa carico soltanto di gestire le sue braccia robotizzate ma le guida creativamente a esprimersi nel disegnare ciò che vede, grazie alle telecamere inserite negli occhi. È più di un robot, Ai-Da, una vera e propria pittrice, anzi la prima umanoide artista, capace con le sue opere di guadagnare quasi due milioni di franchi.
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Poesie, poemi e domani notizie e blog generati da algoritmi
L’algoritmo tecnologico corre veloce e si insinua non solo nei meandri dei social network e dei motori di ricerca ma anche nella comunicazione e produzione letteraria. In rete sono già disponibili numerose opere e poesie generate con software e algoritmi creati ad hoc da artisti e letterati che usano le nuove tecnologie per innovare le forme della produzione artistica e letteraria.
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Lo sapevi che molte intelligenze artificiali usano lavoro umano?
Nella narrazione conformistica prevalente le intelligenze artificiali sono macchine potenti completamente autonome nelle loro funzionalità grazie alla loro elevata potenza di calcolo e infinità di dati a cui hanno accesso. Nessuno, o quasi, sa e/o riflette sul fatto che molte attività, associate alle intelligenze artificiali, sono in realtà condotte da umani. Esattamente come il famoso Turco Meccanico di Wolfang von Kempelen stupiva tutti coloro che non conoscevano il suo segreto. La presenza di un essere umano al suo interno, abile nel giocare e batter gli avversari al gioco degli scacchi.
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Impero Facebook e voglia di indipendenza e libertà!
Al massimo della sua espansione ogni impero deve fronteggiare la voglia di libertà e di indipendenza dei suoi sottomessi. L’esempio migliore è quello dell’India che pur avendo tratto grandi vantaggi dalla colonizzazione inglese decise di lottare per recuperare la sua autonomia e indipendenza. E se il fenomeno riguardasse anche gli imperi digitali e globali costruiti dai protagonisti della scena tecnologica?
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Online siamo tutti diventati degli algoritmi
Da perfetti sconosciuti e presenze occulte sono diventati rapidamente oggetto di racconti, narrazioni, riflessioni e preoccupazioni. Chi è preoccupato pensa che possano, già oggi, condizionare e orientare le loro vite. Chi non se ne cura guarda con soggezione e simpatia la loro capacità di rendere le loro esperienze online piacevoli, convenienti e confortevoli.
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Do Algorithms Have Politics?
Even In The Hands Of The Most Virtuous Product Designers Adhering To The Most Robust Set Of Ethical Principles, There Are Inherent Features Of Algorithmic Tools That Invite Certain Ways Of Ordering Our World.
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