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A Elon Musk non basta mai. Oramai schiavo del suo stesso personaggio – e del meccanismo economico-industriale che ha creato – il troll del capitalismo non può fare a meno di proporre a un ritmo sempre più serrato nuove idee e progetti. Non ha alternative, d’altronde. Tutta la sua storia imprenditoriale si basa sulla capacità di estrarre, detenere e sfruttare la risorsa oggi più preziosa del mondo: l’attenzione. E non importa se per farlo deve spararla sempre più grossa: l’importante che lui venga percepito come un genio che costruisce il futuro in modo da raccogliere nuovi capitali per sostenere le sue mille iniziative – di cui, a guardare bene, di vero successo economico sono davvero poche; o nessuna.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
L’ultima trovata è il Tesla Bot: un automa costruito per gestire «compiti non sicuri, ripetitivi o noiosi» e che dovrebbe essere già pronto «l’anno prossimo». Ora: lasciamo perdere il fatto che, dopo clamorosi e chiacchieratissimi annunci, i progetti di Musk che sono arrivati almeno allo stato prototipale si contano sulle dita di una mano; tralasciamo che persino l’azienda di maggior successo di Musk – Tesla – da quasi vent’anni annuncia di essere oramai prossima alla guida autonoma e non ci è ancora arrivata neanche vicino; cerchiamo di non vedere l’enorme segnale d’allarme che tutto questo dà sulla salute del sistema economico-finanziario capitalistico; ignoriamo il fatto che oggi, nel mondo reale, non riusciamo nemmeno a produrre abbastanza automobili “tradizionali” perché non si trovano i microchip; approfittiamone invece per ragionare di lavoro e di futuro.
La prima obiezione, quella che ridimensiona le capacità delle tecnologie, ha un difetto di prospettiva futura, poiché rischia di sottovalutare la forza di una loro possibile crescita esponenziale. In effetti, gli avanzamenti tecnologici negli ultimi anni sono stati enormi: solo pochi anni fa comandare un computer con la voce sembrava cosa quasi impossibile, mentre oggi milioni di case hanno “assistenti domestici” ben capaci di comprendere ordini dei padroni di casa; fino a non molto tempo fa i testi scritti dalle intelligenze artificiali sembravano redatti da un bambino delle elementari, oggi alcune di queste – anche se sono spesso assai sopravvalutate - riescono a sostenere conversazioni profonde.