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Mani. Come le usiamo e perché
BIBLIOGRAFIA TECNOLOGICA - Invece di parlare siamo sempre più impegnati a digitare qualcosa sul nostro telefonino, ad accarezzarlo e a uarlo. Lo smartphone è una protesi tecnologica così come lo è stata la mano dell'uomo che scopriva di poter diventare un animale capace di posizione eretta. Da smpre gesticoliamo e prendiamo appunti, oggi lo facciamo anche con uno smartphoen in mano. Ce lo racconta molto bene il libro di Darian Leader.
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Carlo Sini - Logos e techne, tecnologia e filosofia
Un intervento di Carlo Sini tenuto al convegno nazionale Romanae Disputationes su un tema che non può lasciare indifferenti e che è stato rivolto in particolare a persone giovani e a chi si prende cura della loro educazione.
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Logos e techne per una riflessione critica sulla tecnologia
Seconda lezione introduttiva del Concorso "Romanae Disputationes" con la lezione “Logos e techne. Il cammino dell’uomo” di Carmine Di Martino, della Università degli Studi di Milano.
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Tecnologicamente consapevoli ma recuperando l'intimità!
L’uomo, l’inventore della tecnica, dovrebbe a mio avviso recuperare quell’intimità per la vita e solo conseguentemente porsi la questione della tecnica, mi riferisco ad una scelta di campo: l’uso non consapevole degli strumenti non è una questione digitale ma umana.
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Il Grande Fratello non ci guarda, siamo noi che lo guardiamo e tuttavia ne veniamo dominati.
Il MiPiace di Facebook è la carota che si accompagna al bastone dell'insignificanza della quale si viene minacciati se non ci si sottopone a tali riti, è l’inesistenza stessa, che dal piano di un’ontologia materica è passata a quello di un’ontologia digitale che sta a fondamento di un «impero virtuale». Ciò che sta succedendo sembra confermare le intuizioni heideggeriane sulla natura non neutrale della tecnica, sul suo costituire l’espressione di una struttura ontologica che si incarna certamente in opere e manufatti ma non è a essi riducibile; vengono confermate le tesi sul pericolo che la tecnica rappresenta quando il suo sviluppo è lasciato a se stesso o, per meglio dire, agli interessi politici che lo muovono.
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La tecnologia in sé non è né positiva né negativa, è semplicemente possibilità
Comunicare sui social network, proprio perché comunicazione disincarnata, consente di esporsi maggiormente, tanto in positivo quanto in negativo. Si è però sempre di fronte a una possibilità che si declina nel momento in cui viene utilizzata: usare WhatsApp per flirtare con la ragazza che mi piace perché dal vivo sono timido è ben diverso da usarlo per insultare il mio compagno di classe perché dal vivo non ho la faccia tosta per farlo. Internet ha il potere di generare forme eccessive di aggressività e forme intense di intimità allo stesso tempo.
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Senza il nostro apporto concreto, i processi tecnologici non possono trovare sviluppo.
L’uso degli strumenti tecnologici cambia certamente il modo in cui facciamo esperienza e il contesto delle nostre relazioni. Rispetto a ciò è anzitutto necessaria una riflessione. Non bisogna semplicemente accogliere e applicare ciò che ci viene proposto o imposto da questi strumenti, ma bisogna interrogarsi sulle conseguenze del loro uso.
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Il tempo è solo presente: The Big Now!
Come ha scritto Douglas Rushkoff, la nostra società è orientata al presente. Viviamo in un grande Big Now nel quale tutto deve avvenire online e Live, in tempo reale e senza alcun momento di tregua. La vita sembra a tutti accelerata ma nella realtà non lo è. E' semplicemente dimensionata sul tempo corrente, sul consumismo usa e getta e su ciò che sta succedendo in un dato momento. Il presentismo però da solo non basta!
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Usiamo i mezzi programmati da qualcun altro. Solo una élite è in grado di trarne reali vantaggi!
Penso che i social network facciano ormai parte della nostra vita e che, soprattutto, rispondano a un bisogno impellente di tutti noi. Rispolverando la vecchia e cara piramide di Maslow è possibile sottolineare che, tolti i bisogni fisiologici e di sicurezza, tutti gli altri bisogni - socialità, autostima e autorealizzazione – possono essere soddisfatti dai social. Basti pensare ai selfie che si fanno per ricevere like (autostima), ai video che si caricano su YouTube (auto-realizzazione), ai gruppi di WhatsApp (socialità) e via dicendo.
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I filosofi devono affiancare ed aiutare i giovani a liberarsi dell’universo luccicante delle merci.
Sul piano del potere, si continuano a utilizzare termini propri della modernità come ‘cittadini, ‘opinione pubblica’, ‘intellettuali’, ma sono contenitori che esprimono ormai concetti diversi da quelli originari. Lo sviluppo dell’industrializzazione e della mondializzazione economica, la prevalenza del potere extra-nazionale e l’alleanza tra scienza, tecnica ed economia fanno sì che gli individui si sentano impotenti rispetto a decisioni che vengono prese altrove e cerchino il senso della propria vita nello spazio personale (il cibo, il ballo etc..) Il controllo sociale viene realizzato non attraverso la coartazione, ma attraverso la seduzione attuata dal mercato dei media.
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