Il libro MANI. COME LE USIAMO E PERCHE' è pubblicato in Italia da Ponte alle grazie.
«Immaginate un Umberto Eco più interessato al Sé che alla semiotica o un Oliver Sacks che tiene una rubrica di consigli personali. Fantastico.» - The Guardian
«Tessere, filare, lavorare a maglia, scrivere sms: le mani hanno sempre avuto molto da fare. [...] Tenere le mani occupate non è questione di svago o capriccio, ma riguarda un aspetto profondo della nostra esperienza corporea. [...] Le mani ci servono. Ci permettono di manipolare il mondo in maniera da realizzare i nostri desideri.»
Perché passiamo gran parte della giornata a mandare messaggi e scorrere le pagine di Internet e di Facebook, e perché non poterlo fare ci rende nervosi? Perché in tante scene di film un personaggio ne tiene per la mano un altro sospeso sull'abisso? Com'è possibile che i neonati stringano il dito di un adulto così forte da tenervisi aggrappati? La risposta sta nelle mani, il più visibile ma anche il più misterioso e personale dei nostri strumenti; il più umano, talmente umano da essere inconsapevolmente vissuto - come lo psicoanalista Darian Leader mostra nelle pagine di questo saggio - come un agente estraneo, che dobbiamo sempre controllare perché non si rivolti contro il nostro sé cosciente, realizzando gli impulsi spesso disdicevoli di quell'altro grande altro-in-noi che è l'inconscio. Per tenerle occupate, l'umanità ha dunque inventato tattiche di ogni genere, passatempi e piccoli vizi, dipendenze innocue o dannose, dal rosario al ventaglio, alla sigaretta, - appunto - al cellulare. Ma alcune proprietà delle mani sono connaturate alla specie e non sono mai cambiate né forse potranno cambiare: e anche di esse questo libro offre una lettura affascinante, innovativa, a volte perturbante; fornendo così, a partire da queste mirabolanti estremità, un resoconto curioso e originale di che cosa significa davvero essere gli umani che siamo.