Ricerca

6 elementi soddisfano i criteri specificati
Filtra i risultati.
Tipo di elemento











Nuovi elementi da



Ordina per rilevanza · Data (prima i più recenti) · alfabeticamente
Non c’è nulla di vero tranne le esagerazioni
La tecnologia ci sta riprogrammando e noi non comprendiamo pienamente il radicale cambiamento di paradigma in essere. Lo dice Byung-Chul Han, filosofo tedesco-sudcoreano, nel suo ultimo libro “Nello sciame”. Uno dei numerosi testi che invitano a una riflessione critica sugli effetti del medium tecnologico e i suoi prodotti. Una riflessione che guarda al sociale e al privato ma anche alla sfera del discorso pubblico e alla politica. Nella visione tecno-apocalittica dell'autore la rappresentanza politica non esiste più. Tutto è cinguettare e chiacchierare, naturalemente online!
Si trova in Blog / Tabulario
Storia dei media digitali: Rivoluzioni e continuità
LiBRI DI TECNOLOGIA - Al centro del volume c'è la storia socio-culturale dei media digitali e le nuomerose rivoluzioni digitali da essi determinate. Una storia che mostra sia la continuità con il passato nel modo di accedere le informazioni e di comunicare, sia le numerose novità. Il testo è stato scritto a quattro mani da Gabriele Balbi, professore assistente in Media Studies presso l’Università della Svizzera italiana di Lugano, e da Paolo Magaudda, sociologo presso l’Università di Padova.
Si trova in Tecnobibliografia / Tecnologia e applicazioni
L'essere umano è il mondo che lo implica (Rossano Buccioni)
La nostra è una società che cresce globalmente e che fa accadere tutto realmente e contemporaneamente. Cioè non c'è una tecnologia che va veloce e degli esseri umani che arrancano, magari si ribellano cercando di adeguarsi e lamentano costantemente il venir meno di un orizzonte sociale consueto, dunque rassicurante. Il Luddismo esisteva in una società non integrata a livello tecno-scientifico, dove la rivendicazione lavorativa faceva tutt'uno con la ricerca di libertà politica. Chi oggi critica le tecnologie le utilizza comunque .... Il web esiste come rete perchè prima si è sviluppata una società reticolare, cioè senza centro e senza vertice.
Si trova in Blog / Sociologia e tecnologia
Nel pieno di una grande transizione: la formazione di un ecosistema digitale compiuto
Credo che nessuna persona intelligente, orientata eticamente e attenta al bene comune possa avere creduto e potrà credere che la tecnologia sia la risposta a tutto. Anche ai bisogni sociali, culturali, conviviali, emozionali che ci caratterizzano come persone, individui, cittadini. Il problema che abbiamo è restituire umanità e spirito sociale a grandi moltitudini di persone che negli ultimi 30/40 anni sono cresciuti in contesti dominati da un consumismo esasperato, da una esagerata propensione a rincorrere i simboli del successo, a privilegiare le apparenze, le immagini e un agire mai disinteressato e sempre finalizzato.
Si trova in Blog / Sociologia e tecnologia
Impero Facebook e voglia di indipendenza e libertà!
Al massimo della sua espansione ogni impero deve fronteggiare la voglia di libertà e di indipendenza dei suoi sottomessi. L’esempio migliore è quello dell’India che pur avendo tratto grandi vantaggi dalla colonizzazione inglese decise di lottare per recuperare la sua autonomia e indipendenza. E se il fenomeno riguardasse anche gli imperi digitali e globali costruiti dai protagonisti della scena tecnologica?
Si trova in MISCELLANEA
Mai perdere il difetto umano di pensare, anche sulla tecnologia (Vincenzo Moretti)
Le tecnologie riarredano il nostro mondo, ci “costringono” a cambiare le nostre abitudini, a fare i conti non solo con le possibilità ma anche con l’incertezza che ci assale ogni qualvolta il mondo intorno a noi, quello a cui ci eravamo abituati, cambia. A livello sociale gli effetti in taluni casi possono essere paradigmatici, penso per esempio a quello che è successo con l’avvento dell’iPhone e ancora prima dell’iPod, in altri doloroso, in questo caso viene facile il riferimento alle donne e agli uomini che vedono minacciato dalle tecnologie il posto di lavoro, naturalmente con le mille altre possibilità che ci sono in mezzo. In ogni caso non ne possiamo fare a meno: le tecnologie sono parte di quello che pensiamo, di quello che facciamo, di quello che siamo e del mondo che abitiamo. Dopo di che la grande questione che rimane aperta è, a mio avviso, il livello di consapevolezza con cui le utilizziamo, ma su questo immagino che avremo modo di tornarci su.
Si trova in Blog / Sociologia e tecnologia