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La rivoluzione tecnologica è sotterranea, continua, invisibile, intelligente ( Laura Bonaguro)
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La cultura è appiattita dal business, dalla miriade di prodotti non necessari, dalla supremazia degli oggetti rispetto i servizi. La consapevolezza diffusa dell’utilizzo della tecnologia avverrà solo dopo l’accettazione di modelli e stili di vita virtuosi. Finché resteremo ancorati a uno sterile e deviato concetto di nuovo, a una finta idea di miglioramento, produrremo unicamente spazzatura.
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Filosofia e tecnologia
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Cosa rende umano un essere umano? ( Edoardo Mattei)
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L'ibridazione uomo-macchina sta già avvenendo tanto da domandarci cosa rende "umano" un essere umano. Esiste un limite invalicabile? Se e quando sarà possibile il mind-uploading, il trasferimento della mente cosciente su un dispositivo non biologico, saremo ancora "umani"? Qual è il destino della "specie umana" dopo la Singolarità quando le macchine avranno facoltà intellettive superiore alle nostre? Esiste, in definitiva, un residuo umano irriducibile a qualsiasi trasformazione?
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Filosofia e tecnologia
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Breve è la vita che viviamo davvero, tutto il resto è tempo (Franco Cracolici )
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Oggi le tecnologie non sono al servizio del senso della vita e delle alte e nobili visioni filosofiche inter-religiose, e non solo, che parlano di compassione, di pietas, di benevolenza ma, tuttalpiù esaltano quei contenuti oscuri che portano l’essere umano a cercare il proprio senso in manifestazioni collegati all’apparire e alla materia.
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Filosofia e tecnologia
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Solo la rinascita di una cultura veramente razionale permetterà il superamento della crisi attuale (Tommaso Tosi)
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La tecnologia può essere neutrale solo se concepita astrattamente, nella sua possibilità trasformatrice di principio avulsa da una manifestazione particolare. Qualora ci si riferisca invece alla tecnologia reale, essa non può mai essere neutrale poiché sempre inserita concretamente entro un contesto storico, culturale e politico determinato, ma soprattutto mezzo di autodeterminazione nelle mani di singoli uomini o comunità che strutturalmente, pensando ed agendo, sono impossibilitati a non sostenere una posizione metafisica e morale entro ogni loro decisione.
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Va riequilibrato il rapporto tra la nostra vita e la pressione tecnologica (Carlo Infante)
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Il grande frullatore dei social, con facebook in testa a tutti, la pervasività di Google, l’opacità di sistemi d’interaction design come l’Internet delle Cose e, nel prossimo futuro, l’espansione di grandi reti di transazioni post-monetarie come Blockchain, stanno delineando un futuro digitale in cui si rischia di erodere il nostro spazio vitale e senziente. E’ proprio per questo che dobbiamo innalzare il nostro livello di coscienza e proattività proprio sul campo del pensiero-azione nell’uso dei sistemi digitali, cercando di tradurre la tecnologie in linguaggi funzionali alla nostra evoluzione culturale.
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Corruzione e Nuovo Umanesimo (Vittorio Alberti)
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Oggi c'è urgente bisogno di un nuovo umanesimo, a partire soprattutto dalle implicazioni del potere della tecnica: implicazioni di mentalità, cultura, produzione, rapporti sociali e quindi anche politici. Una intervista con il filosofo Vittorio Alberti.
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Tecnoconsapevolezza e neo-umanesimo digitale (Shanti Curcio)
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Un’intervista sulla tecnoconsapevolezza e sulla libertà di scelta con Shanti Curcio, Filosofo Imprenditore che si occupa di storytelling e di copywriting applicato ai nuovi media e alle nuove tecnologie. Autore del podcast su Spreaker e Spotify “Il Potere delle Parole”. Aiuta imprenditori, professionisti e aspiranti tali a far emergere il proprio talento per comunicarlo nelle nuove piazze digitali e per metterlo al servizio di più persone possibili.
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Filosofia e tecnologia
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Nell'era tecnologica dobbiamo focalizzarci sull'etica (Nausica Manzi)
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Dal mio punto di vista, la tecnologia quindi è il velo di Iside, perché si pone come un mezzo da un lato utile alla vita umana, sostegno, aiuto (si pensi alle intelligenze artificiali o agli odierni sistemi informatici che permettono di svolgere più lavori contemporaneamente, videochiamate e possibilità di connettersi con chiunque nello stesso momento in tutto il mondo), dall’altro, come arcano oscuro, come mistero tremendo che fa paura. Tale velo che è la tecnologia si pone quindi come un elemento terzo, che è sia tremendum che fascinans, due termini questi su cui concentro l’attenzione nel primo capitolo del mio saggio “Custode di esistenza”.
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Filosofia e tecnologia
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Stiamo attraversando una crisi che prelude all’avvento di un nuovo paradigma (Annarita Dibenedetto)
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Ogni epoca storica si regge su determinate coordinate valoriali e teorie che fondano e dirigono l’agire umano, con incursioni anche nella vita individuale di ciascuno di noi. Ecco, l’impatto della tecnologia nelle nostre esistenze sta sicuramente creando delle crepe nei presupposti del precedente paradigma, gettando i semi del prossimo. Come verrà definito, non so, ma certamente al centro di questa nuova instaurazione di valori vi è la tecnologia. L’intelligenza artificiale, intesa come insieme di pratiche che riescono ad attuare scenari ritenuti fantascienza sino a qualche tempo fa, è già qualcosa che va oltre la mera tecnica: non solo piega la natura cambiando il nostro punto di vista su di essa, ma anche riprogetta, ricrea la realtà, pure nella sua declinazione umana.
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Prigionieri della Macchina Algoritmica siamo come piccioni dentro la gabbia di Skinner (Davide Ubizzo)
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Stiamo vivendo una vita nella vita, perché il ‘fuori’ non è sicuro e quindi dobbiamo tutti alienarci dal mondo estraniandoci in una bolla domestica, dubbiosi e scettici altalenanti tra bio-potere e pandemia, recalcitranti eremiti. Si realizza in effetti ciò che Camus prefigurava: il vacillare della responsabilità sociale, il sentimento del proprio dovere, i dubbi della fede religiosa, l’edonismo di chi non crede alle astrazioni (studi scientifici, teorie, complotti) e nemmeno al tangibile (la rapidissima diffusione e mortalità di un nuovo virus) , ma neppure è capace di “essere felice da solo”, di starsene da sé a casa propria pascalianamente.
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