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E’ tutto una questione di Lampi!
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Il tema della prevedibilità del futuro è oggetto di continue nuove pubblicazioni e ampiamente trattato da numerosi studiosi e scienziati di varie discipline che spaziano dall’economia alla finanza, dall’ingegneria sociale alle reti. La sfida nella quale si cimentano gli autori è quella della complessità che rende complicato prevedere scientificamente gli eventi e il nostro futuro. La ricerca va avanti da secoli ma solo oggi nuove ricerche sembrano fornire alcune risposte concrete, non tanto sulla prevedibilità quanto sul fatto che i comportamenti umani seguono alcune leggi che, con l’approccio e la cultura giusta, possono essere stabilite con esattezza.
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Tecnologia e opinioni diffuse
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La tecnologia è diventata così pervasiva da permettere a tutti di avere accesso a quantità di dati e di informazioni così grandi da superare la nostra stessa capacità di analizzarle, capirle e utilizzarle. Grazie a Google Search e a Wikipedia tutti sono diventati esperti pur senza esserlo, trasformati in tuttologi grazie alle numerose biblioteche digitali online sempre accessibile e consultabili. Tutti sono anche diventati tecno-opinionisti e tecno-ideologi, dimenticandosi di essere dotati di un campo visivo limitato, quello delimitato dal sistema di pensiero prevalente.
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☄☄ Previsioni 2021, come se prevedere fosse necessario ☔☔
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La rivoluzione tecnologica va oltre ogni aspettativa e previsione. Intelligenza artificiale, Big Data, Internet, potenza di calcolo e molto altro stanno portando alla luce una verità fondamentale. Il mondo è complesso. La realtà e i suoi scenari futuri non sono così facilmente prevedibili. La tecnologia ci sta offrendo la possibilità di cambiare il nostro modo di conoscere la realtà, noi stessi e il mondo ma per farlo dobbiamo cambiare il nostro stesso modo di vedere le cose.
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La complessità tecnologica che diamo per scontata
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Un orologio meccanico è un oggetto tecnicamente complicato ma meno complesso di quanto si possa immaginare. Un singolo chip dello Watch di Apple al contrario è molto più complesso ma la sua complessità rimane nascosta. I prodotti tecnologici disponibili sul mercato sono sempre più complessi ma i consumatori tendono a dare per scontate le loro funzionalità, complessità e relativi conseguenze ed effetti collaterali. E questo rappresenta un problema!
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Guardare e pensare diversamente, raccontare...
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Segnaliamo un articolo di Francesco Varanini dal titolo "Il quipu come codice e come macchina" pubblicato sulla rivista Persone e Conoscenze di novembre 2012. Un articolo in cui si parla di Perù, Incas, Atahualpa ma anche di scrittura e lettura nell'era tecnologicizzata che viviamo e soprattutto dell'importanza di svincolarsi da schemi predefiniti per aprirsi a nuovi modi di pensare di ragionare. Bisogna saper innovare anche se l'innovazione aggiunge sempre imprevedibilità alla complessità che viviamo. Per farlo non è sempre necessario affidarsi alla tecnologia.
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Non tolleriamo la difficoltà!
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La rete è un archivio immenso che permette di trovare, scoprire e leggere contenuti e letteratura di valore anche a distanza di anni. Così capita che un articolo pubblicato nel 2008 possa emergere dall'oblio, catturare l’attenzione, interessare e meritare una ulteriore segnalazione. L’articolo è stato pubblicato su la Repubblica D, non presenta alcun LIKE ma proprio per questo merita, forse di essere segnalato.
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Da te solo a tutto il mondo
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Nella differenza tra un logica che prevede il nostro contesto ed il tempo a venire (tutto il mondo) ed una che prevede solo Io e l'adesso (te solo), si gioca la differenza tra l'adattamento al mondo complesso o il provocare reazioni che potrebbero annientarci. Come dimostra anche la crisi attuale della Cina, la relazione tra il "te solo" ed il "tutto il mondo", tra il singolo individuo o la singola nazione e il Mondo, è uno dei problemi della complessità di cui noi qui ci occupiamo. Segnaliamo un articolo di Pierluigi Fagan.
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Complessità, effetti farfalla e sistemi caotici
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Segnaliamo il libro Sistemi Caotici di Ignazio Licata, un fisico teorico, scienziato e direttore dell’Institute for Scientific Methodology, da tempo impegnato nello studio dei sistemi complessi ma anche nella divulgazione sui temi della complessità con l'obiettivo dichiarato di favorire una maggiore conoscenza dei nuovi strumenti legati alle scienze della complessità e capaci di fare cadere le barriere che impediscono approcci diversi alla realtà delle cose e aiutarci a pensare in modo diverso.
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Per la società ipertecnologica servono manager della complessità
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Segnaliamo una intervista con Piero Dominici, docente di Comunicazione pubblica e Attività di Intelligence all’Università degli Studi di Perugia. Una intervista ricca di spunti per una riflessione sull'era tecnologica che vada oltre la superficie delle pratiche duffuse e della comunicazione e che richiama l'attenzione sui grandi cambiamenti in atto. Mutamenti che richiedono di frequentare e abitare ambiti di sapere diversi, di coltivare i talenti in modo da prepararsi a gestire un mondo in costante trasformazione e che richiede manager capaci di confrontarsi con la flessibilità e la complessità.
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Iperconnessi in una realtà ipercomplessa
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Segnaliamo un video che parla di umanesimo e complessità nell'era digitale. Protagonista il professore Piero Dominici, docente di "Communication and Complexity" all'Università di Perugia, intervistato da Francesco Giorgini. Il dialogo dura cinque minuti e presenta in modo sintetico temi e argomenti di rilievo generale sull'ipercomplessità nell'era digitale. Temi politici e civili, economici e filosofici che obbligano tutti a una riflessione critica sul progetto complessivo della nostra società. Il messaggio di fondo è che per comprendere la società ipercomplessa e iperconnessa occorre adottare un approccio sistemico.
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