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Tizio - Questa è scienza! Caio - E allora?!
Immaginiamo uno scenario possibile e auspicabile: un convegno tra professionisti di differenti provenienze per la ricerca e la gestione di nuove risorse (in senso lato). Possono parteciparvi vari tipi di Manager aziendali, sociologi, matematici e psicologi, persino filosofi. Lo scopo è di formalizzare delle idee, arrivare cioè a una sintesi che concili i diversi modelli di sviluppo in un meta-modello unificante. Vaste programme! L’unica strada immediatamente percorribile per arrivarci è il Dialogo collaborativo, il mettere in comune singole visioni del mondo attraverso la loro enunciazione. In questo scenario c’è però un convitato di pietra, che prima o poi piomberà come un macigno sul tavolo: la frase “questa è scienza!”.
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Babele e dintorni
Pregliasco, Ricciardi, Galli, Locatelli, Burioni, Viola, Crisanti, Capua, Palù… abbiamo perso il conto non solo del numero di esperti - immunologi, virologi, microbiologi, infettivologi – ma soprattutto della quantità smisurata di dichiarazioni che hanno rilasciato su ogni possibile canale multimediale dal febbraio dell’anno scorso ad oggi.
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Pensiero critico? Dipende…
Il pensiero critico ha una data di nascita: il 1781, anno della pubblicazione della prima delle tre critiche di Immanuel Kant. Il Maestro di Königsberg intendeva col termine “critica” quel tribunale della ragione che distinguesse , in termini chiari e distinti, ciò che è possibile conoscere da ciò che non lo è, ovvero che è solo pensabile, il ché non è la stessa cosa. In effetti, possiamo pensare qualunque cosa, ma la nostra effettiva conoscenza del mondo è limitata dalla portata dei nostri sensi e della nostra esperienza. Dunque, posso “pensare” Dio, ma non lo posso conoscere.
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A proposito di Etica
La nuova etica non dovrebbe essere un’etica “arcobaleno”, un po’ gialla, un po’ nera un po’ bianca, ma la naturale prosecuzione di quel cammino di civiltà che, pur tra mille contorcimenti e contraddizioni, ha visto i suoi primi passi nella democrazia ateniese e i più recenti traguardi nelle rappresentanze sindacali (che in oriente mancano) e nelle lotte delle femministe (certamente poco conosciute nell’Africa sub sahariana).
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Ci sono più cose nel Signore degli anelli di quante ne sogni la filosofia oggi
Se tutto ciò che qui scrivo vale qualcosa, la conclusione è che l’opera di Tolkien va ben al di là della riduzione che ne è stata fatta a mero esercizio affabulativo, a capolavoro di un genere “fantasy” buono per quei dodicenni senza radici a cui l’industria culturale ci ha ridotti.
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La filosofia oggi aiuta ovunque sorge la consapevolezza della Complessità (Maurizio Chatel)
Il dialogo è qualcosa di così serio che andrebbe riservato a quei momenti dell’esistenza che richiedono tutta la nostra partecipazione; non si può dialogare sempre, come non si può pensare “a come sto respirando” perché ci paralizzeremmo. Il dialogo autentico richiede due elementi fondamentali: il giusto momento e il giusto ambiente.
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Il dialogo è trasformativo, umanistico (Nicoletta Poli)
La consulenza filosofica è aperta all’ascolto nel rispetto della persona senza approvazione né biasimo e si occupa della complessa struttura del pensiero. Il consulente filosofico pensa insieme al consultante il pensiero del consultante, riflettendo sui presupposti del pensare che condizionano comportamenti ripetitivi, imitativi, confusi. Riflette insieme al consultante sulla propria visione etico-morale, sui propri a-priori, sulla propria filosofia di vita. Lo sostiene nel meglio concettualizzare, sviluppando varie capacità (comunicativa, dialettica, consapevolezza etica, capacità di gestione di conflitti valoriali e non..)
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Il dialogo filosofico nasce allenando il pensiero esercitando lo sguardo e il guardarsi dentro (Nausica Manzi)
Secondo me un dialogo filosofico si può promuovere e alimentare allenando il pensiero tramite l’esercizio del guardare e del guardarsi: ovvero, ad esempio usare i social e il web come canali per porre quesiti, per mettere in dubbio la realtà ed ogni significato delle singole cose che la compongono, per riceverne o indifferenza o attenzione, consapevoli che però, entrambe, paradossalmente, saranno in grado di scatenare qualcosa in qualcuno. Bisognerebbe usare le piattaforme che il web ci offre per creare gruppi in cui si discute di argomenti vari soprattutto tra i giovani.
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Il dialogo filosofico online è possibile, anzi coltivabile (Alessandro Mattioli)
Il dialogo socratico, indagatore e che si pone in maniera critica rispetto al mondo, dovrebbe, a parer mio, essere insegnato a tutti e fin da subito nella scuola, affinché ognuno di noi possa avere i mezzi e gli strumenti necessari per mettersi un poco di più in discussione, sia nei confronti di sé che dei propri modelli e paradigmi di vita, sia nei confronti degli altri e dei rapporti che si intrattengono col cosmo tutto. In consulenza filosofica, il dialogo socratico e pertanto l’arte maieutica, fatta di domande e risposte che vadano a scavare nelle profondità del nostro essere, è fondamentale per la buon riuscita della seduta, proprio perché, anche grazie a essa, è possibile mettere a nudo e lasciar cadere quei paradigmi e stereotipi che continuamente indirizzano il nostro modo di essere e di pensare.
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L'assenza di autentico dialogo è problema centrale del nostro tempo ( Stefano Zampieri)
Non c’è singola consulenza filosofica o laboratorio di pratica filosofica che non mi abbia imposto una riflessione, che non mi abbia posto delle domande teoriche alle quali era necessario dare risposta. Credo sia proprio specifico del lavoro filosofico il mettersi costantemente in questione. Il filosofo non è mai arrivato alla fine del suo percorso. La filosofia è proprio un viaggio senza termine ultimo, o se vogliamo è proprio quella “analisi interminabile” di cui parlava Freud. Per usare una formula la guida del nostro lavoro non può che essere l’indicazione socratica del non sapere.
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