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🌗🌘🌑🌒 Che fine fanno i post su Linkedin?
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Dove vanno a finire i nostri post online?
Tutta colpa dell’algoritmo?
Cosa possiamo fare noi umani per battere la sua logica e intelligenza artificiale?
Quanto conta la qualità e quanto pesa il numero repentino di MiPiace.
Vale la pena continuare anche se i post non sono visualizzati?
Una domanda che molti si pongono e che non ha tante risposte convalidate e certe.
Per me è una curiosità nella forma di dubbio che credo di condividere con molte altre persone. Persone che come me abitano la piattaforma Linkedin in modo attivo, osservano l’andamento dei feed, si ingelosiscono del successo di alcuni e della dissolvenza o non visibilità di altri.
Sul tema e sul ruolo dell’algoritmo di Linkedin la letteratura è vasta, in particolare in lingua inglese, poi ripresa e riprodotta anche in lingua italiana, con un tocco di interpretazione anarchica e creativa tipica dell’italiano che sa sempre come va il mondo.
Su questo tema ho provato a cimentarmi anche io proponendo alcune riflessioni, spero utili ma soprattutto alla ricerca di falsificazioni, critiche o conferme che potrebbero trasformarsi in uno scambio profittevole.
Forse!
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Abitare Linkedin nel 2019
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Non inganniamo noi stessi, il 2019 sarà l’anno dell’ansia e dell’inquietudine. Non è pessimismo ma voglia di fare i conti con la realtà senza farsi manipolare dalle narrazioni che puntano a edulcorare tutto, anche quando all’orizzonte numerosi sono i maremoti (moti ondosi anomali) e gli tsunami ( onde anomale che viaggiano ad elevata velocità) in arrivo.
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Aziende e utilizzo dei social media
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Segnaliamo un articolo pubblicato su MOVA relativo ai risultati completi della ricerca Lundquist sull'uso dei social media nelle imprese italiane. Sono satti analizzati la copertura da parte di Wikipedia delle maggiori aziende italiane, l’utilizzo delle piattaforme di professional networking (in primis LinkedIn), i canali di file sharing (YouTube, SlideShare, Flickr e Pinterest), l’utilizzo dei social media da parte del top management aziendale ed infine l'utilizzo di Twitter.
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Il mondo dorato (dato) di Linkedin
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Frequentando Linkedin a volte si ha l’impressione di stare dentro una bolla felicitaria isolata dal resto del mondo. Una bolla abitata da tanti pesci, in ammollo ma felici, con maggiori possibilità e forse più fortunati. Pesci comunque rinchiusi dentro un acquario mondo, in attesa di essere imboccati, prima di essere presi all’amo, ma anche pesci predatori sempre pronti a trarre vantaggio degli spazi virtuali e popolati nei quali agiscono.
L’esistenza dell’acquario implica quella di un proprietario e manutentore. Un gestore intelligente che fa della trasparenza, dello storytelling e della complicità dell’utente le basi dei suoi guadagni, quasi sempre condivisi con inserzionisti, erogatori di corsi, e coorti di afecionados della piattaforma. La percezione è di stare su Facebook, ma dentro un acquario elitario, abitato da pesci di categoria superiore. Pur sempre pesci!
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In principio era la relazione!
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Per instaurare nuove relazioni sociali i bonobo, i primati che più di altri sono imparentati con la specie umana, condividono il cibo che hanno a disposizione. Lo fanno in particolare con gli estranei con l'obiettivo di instaurare nuove relazioni sociali, estendere la loto rete sociale e allargare la loro cerchia di amicizie. Gli umani del terzo millennio vanno su Facebook, forse per fare la stessa cosa ma non necessariamente con la stessa motivazione ed afficiacia.
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La realtà come un videogioco
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Ciò che spesso colpisce frequentando Linkedin è la lontananza dalla realtà vissuta. Una realtà che, non a caso, molti definiscono di merda ma che online diventa pulita come lo è l’acqua riciclata e resa trasparente da un eccessivo uso di cloro.
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Le realtà parallele dei social media. Non tutto è come sembra!
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Un articolo dal titolo "Gli ‘uccellini’ sono molti, ma pochi cinguettano", pubblicato su CBRItaly.it. Una visione controccorrente del racconto che molti fanno sulla diffusione dei social media e sul loro ruolo, ritenuto fondamentale, per la fidelizzazione della clientela. I dati relativi agli utenti registrati sui social network sono in costante crescita. Ma quanti sono effettivamente gli utenti attivi e ‘fidelizzabili’? Su twitter ai cinguetti non sempre corrisponde un 'uccellino' con piume e zampettine reali!
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Likedin, un acquario speciale per pescatori sempre più attrezzati
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Per il mio tredicesimo e-book sulla tecnologia ho deciso di concentrarmi sulle numerose truffe di cui sono vittime migliaia di individui ma anche aziende e organizzazioni, siano esse private o pubbliche. La riflessione ha fatto uso delle metafore della pesca immaginando che tutti gli utenti della Rete e i possessori di dispositivi mobili siano rinchiusi all'interno din un grande acquario mondo nel quale vengono visti e trattati come semplici pesci da pescare. La pesca più proficua è a strascico e viene fatta da chi ha creato le condizioni e le piattaforme che alimentano la vita dell'acquario ma quella più pericolosa avviene all'interno dellacquario e vede all'opera un numero crescente di predatori, sempre più abili e attrezzati per ingannare, imbrogliare e impoverire le loro prede.
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Linkedin e i lavoretti della gig economy
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Frequentando Linkedin si ha a volte la sensazione di vivere nell'iperspazio, ossia uno spazio diverso da quello che solitamente conosciamo. Una piattaforma tecnologica nata per facilitare il lavoro ai cacciatori di teste è oggi diventata palestra di vetrinizzazione sociale delle professionalità e delle abilità individuali, ma anche dei molti ego nascosti nelle pieghe delle personalità multiple che caratterizzano ogni persona iscritta (le pieghe emergono nei post e negli articoli usati per movimentare i profili digitali online e la home page condivisa dalle reti di contatti personali). Fuori dall'iperspazio c'è la realtà, ben diversa da quella dello storytelling a cui tutti partecipano online.
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Linkedin e Sicurezza: attenzione ai truffatori con profili accattivanti e sexy ma sospetti
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Truffatori che si spacciano per esperti di computer per penetrare abilmente le difese dei loro utenti e poi dei loro dispositivi non sono certamente una novità. Nuovo e potenzialmente più pericoloso è però l’uso che alcuni di essi ora fanno di social network professionali come Linkedin, usati per assumere una legittimità e comunicare una professionalità finalizzate a guadagnare la fiducia delle persone e delle potenziali vittime da truffare.
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