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Per non rimanere indietro. Insegnanti alle prese con un tablet
La distanza tra generazioni nell’uso delle nuove tecnologie è, in alcuni casi, abissale. Lo è anche a scuola con professori in difficoltà nell’uso del mezzo tecnologico e ragazzi che usano i loro dispositivi come protesi corporali e mentali. Il gap è grande ma si può superare. Serve però una mentalità più aperta alla innovazione e tante voglia di sperimentare. Ciò che a scuola in realtà si dovrebbe sempre fare. Se non ora quando? Nel frattempo sono nummerose le sperimentazioni in corso.
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Scuola e tecnologia: le opinioni degli insegnanti a confronto.
Mentre va in onda e online la comunicazione mediatica sulla riforma della scuola renziana, la scuola italiana si trova a confrontarsi con mancanza di fondi, arretratezza tecnologica, disorganizzazione e insofferenza crescente del corpo docente. Uno dei temi di fondo è la trasformazione della scuola in senso tecnologico. Una innovazione necessaria ma che ha difficoltà ad affermarsi per mancanza di strategie, di risorse e anche per l'avversione/indifferenza di molti insegnanti.
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Scuola e tecnologia, cosa pensano gli insegnanti [1]
La tecnologia va bene ma non deve invadere gli spazi che sono e devono rimanere "umani". Insegnare in una scuola tecnologicamente attrezzata non implica necessariamente un rinnovamento della didattica perché, ancora, non tutti i docenti sono disponibili al cambiamento o hanno le competenze richieste; inoltre, ogni azione didattica che preveda l'uso delle ICT è necessario sia supportata da una struttura progettuale che stabilisca obiettivi, tempi e modalità ben definite che rispettino la naturale evoluzione del processo di crescita dei ragazzi ed i ritmi di apprendimento.
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Serve un approccio pragmatico e utilitaristico. Scuola e tecnologia, parlano gli insegnanti [2].
Alla seconda intervista sul tema scuola e tecnologia SoloTablet ha incontrato Giuseppe Corsaro, Insegnante di Lettere alla Secondaria di primo grado: "Gli insegnanti che usano il digitale sono pochi e fra questi ancor meno sono coloro che lo usano in classe per l’attività didattica. E’ necessaria una rivisitazione del ruolo del docente. Non si può introdurre la tecnologia per continuare a fare didattica alla vecchia maniera o esclusivamente per la produttività personale del docente o per gli aspetti amministrativo-burocratici. "
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Usare la tecnologia ma con cautela. Scuola e tecnologia, parlano gli insegnanti [4].
Dare voce agli insegnanti permette di scoprire quanto ricca di esperienza e disponibilità sia la scuola italiana. Ad essere carenti sono i mezzi e a mancare sono le risorse e la capacità di visione di chi la scuola dovrebbe gestire a livello politico e strategico. La nostra quarta intervista condotta con Marina Prete, insegnante di inglese di una scuola primaria a Carbonara, evidenzia la grande apertura alle novità e le difficoltà con cui gli insegnanti devono confrontarsi ogni giorno. Per la tecnologia in classe ad esempio servirebbe maggiore formazione.
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Tecnofila, tecnofoba ed anche un po’ tecnoscettica. SoloTablet intervista Flavia Giannoli [5]
Docente di Fisica e Matematica al liceo Volta di MIlano, Flavia Giannoli racconta che introducendo le nuove tecnologie in classe ha spiazzato i suoi studenti: “Prof, ma veramente possiamo usare i cellulari in classe?”; “Prof, ma possiamo andare su internet?”. Sostenitrice della didattica collaborativa, delle mappe comuni e condivise, della classe virtuale è convinta che la ricchezza della scuola, in termini di professionalità e competenze, potrebbe trarre grande vantaggio da un utilizzo intelligente della tecnologia e dei suoi prodotti innovativi.
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Buone pratiche frutto esclusivamente della passione, della creatività e dell’impegno di singoli docenti [6]
Se si vuole una scuola moderna e aggiornata bisogna essere pronti a mettere in discussione i paradigmi utilizzati finora, per preparare ragazzi ai quali la società richiede competenze molto diverse rispetto al passato e che bombarda sempre più i giovani con una quantità incredibile di stimolanti informazioni digitali. Ma niente paura, questo non vuol dire rinnegare tutto ciò che si è fatto sinora, semmai significa arricchirlo. Alla sesta intervista SoloTablet ha incontrato Roberta Martino.
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Studente e insegnante #staisereno. La buona scuola è all’orizzonte.
Migliaia di insegnanti, di studenti e di famiglie inizieranno il nuovo anno scolastico con la promessa di nuovi cambiamenti e rivoluzioni potenziali destinate a trasformare la scuola in una buona scuola. Nulla di nuovo sotto il sole, verrebbe da dire! O è la volta buona? Il successo dipenderà dai molti insegnanti 2.0, innovatori e consapevoli del ruolo delle nuove tecnologie a scuola. La politica dovrebbe affidarsi a loro, prima che ai tecnici esperti che collaborano con il ministero.
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I computer in classe sono inutili, se non addirittura dannosi! Scuola e tecnologia [7]
Non tutti sono a favore della scuola digitale, alcuni coraggiosi lo dicono a voce alta. E' il caso o Giuseppe Albano, intervistato da SoloTablet: "Non faccio previsioni, pena il rischio di facile pessimismo, ma credo che se la Scuola, come Agenzia Educativa primaria, non si assume l’onere di provvedere ad una corretta azione educativa in tal senso, in grado di contrastare il fenomeno diffuso della dipendenza digitale delle nuove generazioni, in futuro ci sarà poco da scherzare."
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Favorevole alle tecnologie, anche se possono essere strumenti di distrazione di massa [8]
Lo ha raccontato a SoloTablet Giuseppe Mazzarella: "Occorre fare in modo che l’avvento delle nuove tecnologie non ci contagi con l’ozio cognitivo e l’uniformità di pensiero, facendo sparire quello che ogni docente cerca di ottenere nel proprio discente: il pensiero critico!"
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