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Il display come strumento di felicità
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Politica, grandi Marche e grandi imprese sono stutte accomunate dallo sforzo di venderci la felicità. I nostri comportamenti e stili di vita online così come le emozioni espresse attraverso libri delle facce o cinguettii vari sono diventati risorse da conquistare, raccogliere, analizzare, vendere con l'unico obiettivo di proporci prodotti, servizi e messaggi finalizzari a farci stare bene. Il consumatore in tutto questo non è più semplice attore passivo e destinatario finale di comunicazioni e messaggi promozionali ma sempre più complice, cognitivamente e nelle pratiche di vita quotidiane. Lo è soprattutto tramite un display e l'uso che ne fa.
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Referendum calling: spunti per una riflessione da fine settimana
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Alcune parole sono diventate dei mantra che media, giornalisti e blogger usano per riempire di parole chiave i loro contenuti e per dare corpo alle loro narrazioni. Le parole chiave sono innovazione, cambiamento, progresso tecnologico, disruption. Sembrano parole nuove ma in realtà fanno parte del retroterra culturale e valoriale dell’ottocento e del novecento. Sono le narrazioni nelle quali appaiono a farle apparire nuove e migliori ma in realtà andrebbero contestualizzate storicamente e usate criticamente.
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La complessità tecnologica che diamo per scontata
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Un orologio meccanico è un oggetto tecnicamente complicato ma meno complesso di quanto si possa immaginare. Un singolo chip dello Watch di Apple al contrario è molto più complesso ma la sua complessità rimane nascosta. I prodotti tecnologici disponibili sul mercato sono sempre più complessi ma i consumatori tendono a dare per scontate le loro funzionalità, complessità e relativi conseguenze ed effetti collaterali. E questo rappresenta un problema!
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Social network, vita comunitaria e solitudine
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Per un’autrice come Sherry Turkle le nuove tecnologie ci illudono di vivere insieme ad altri e al tempo stesso alimentano la nostra solitudine. Sullo stesso tema ha scritto anche la rivista The Atlantic mettendo in evidenza come la facilità con cui è possibile costruire reti sociali e collegarsi con altre persone non è garanzia sufficiente al superamento dell’isolamento in cui molte persone oggi si percepiscono. Quella che sembra essere venuta meno è la vita comunitaria, sia quella fuori dalla Rete, sia quella esperita attraverso le tecnologie digitali.
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Il neurocapitalismo e le emoticon di Facebook che tanto ci piacciono
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La tecnologia è una costruzione sociale piena di conflitti e biforcazioni, capace di condizionare il rapporto degli uomini con la natura e la società ma anche la cultura, la politica e l’economia. Oggi la tecnologia ha assunto un ruolo dirompente per la sua velocità di fuga e volontà di potenza in tutti gli ambiti del vivere quotidiano delle persone aprendo nuove contraddizioni che suggeriscono una partecipazione attiva, critica e autonoma da parte di tutti.
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Open non è Free
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BIBLIOTECA TECNOLOGICA - Comunità digitali tra etica hacker e mercato globale
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Tecnocritica
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Luci e ombre di Google
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BIBLIOTECA TECNOLOGICA - Un’analisi seria e approfondita sull’universo di Google e sull’industria dei metadati.
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Tecnocritica
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Nell'acquario di Facebook
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BIBLIOTECA TECNOLOGICA - Facebook si avvia al miliardo e mezzo di utenti, Windows Live Messenger ne ha 350 milioni, Twitter 300 milioni, Linkedin 130 milioni. Ogni giorno nascono nuovi social network commerciali. Ma quale ideologia si nasconde dietro i social network? FB è uno straordinario dispositivo in grado di mettere a profitto ogni micro movimento compiuto sulla sua piattaforma. Nell’illusione di intrattenerci giocando con la tecnologia stiamo invece lavorando per l’espansione di un nuovo tipo di mercato, il commercio relazionale. FB, come ogni altro strumento privato di social networking, non è affatto gratuito, la moneta di scambio siamo noi: l’unicità che fa di ciascuno un essere singolare e irripetibile.
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Da leggere - Must read
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Behind the Blip: Essays on the Culture of Software
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BIBLIOTECA TECNOLOGICA - A far-reaching and strikingly original collection of essays on the “culture of software” by British new-media critic Matthew Fuller, Behind the Blip looks at the many ways in which the ostensibly neutral user interfaces, search engines, “intelligent agents,” and word processors that are now part of our everyday life are actively reshaping the way we look at and interact with the world.
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In lingua inglese
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Pro e contro gli algoritmi tecnologici
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Non tutti sanno che le loro vite tecnologiche si reggono su potenti algoritmi tecnologici capaci di svolgere per loro attività e scelte quotidiane ma quando lo scoprono non tutti ne traggono reazioni negative. Per molti utenti tecnologici infatti questi algoritmi semplificano la loro vita, la potenziano offrendo maggiore efficienza, efficacia e produttività e sono per questo disponibili a cedere parte di se stessi e del controllo che solitamente hanno sulle loro vite.
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