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Tu chiamala se vuoi flessibilità…ma per molti è una grande fregatura!
La parola flessibilità popola da almeno due decenni il vocabolario e il linguaggio dell’economia, del mondo del lavoro e dei media. Se ne parla solitamente per decantare i vantaggi della globalizzazione dell’economia neoliberista e per costruire narrazioni acritiche, se non manipolatorie, di realtà del lavoro piene di opportunità ma in realtà sempre più precarie e senza lavoro. Sparita la classe operaia e la sua capacità di riflettere criticamente sulla realtà per cambiarla, oggi la flessibilità colpisce la classe media e i lavoratori cognitivi (cognitariato), incapaci per il momento di elaborare adeguate strategie di resistenza e cambiamento.
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Il display tra finzione e realtà
Realtà e finzione non sono due mondi inconciliabili o in conflitto ma universi contigui tra cui fluiscono scambi continui. La finzione è stata perseguita e praticata da sempre come un esercizio cognitivo di fuga dalla realtà quotidiana che ci ha portato a preferire la prima alla seconda. Non è un caso che oggi molti preferiscano il finto ma comodo mondo sociale delle reti sociali online a quello reale, forse più libero, relazionale e fatto di legami forti.
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La realtà non esiste, è diventata virtuale!
Molti esperimenti insegnano a diffidare delle nostre sensazioni immediate e delle nostre percezioni perchè le illusioni sono sempre in agguato. Per scoprire l’illusorietà della realtà e del mondo materiale che ci circonda basterebbe sollevare il velo di Maya. Nella teologia induista Maya ha il compito di far apparire normale la vita materiale ma cosa potrebbe fare oggi con una realtà ibrida nella quale sta diventando complicato distinguere il reale dal virtuale?
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Abbiamo bisogno di utopia ma sogniamo e costruiamo distopie
Siamo una società tecnologicamente avanzata ma senza una crescita culturale capace di aiutarci a progettare il futuro. Per farlo servirebbe una progettualità utopica che per prendere forma ha bisogno di ottimismo, visione positiva del futuro e fiducia nella realizzabilità di progetti utopici. L’eccessivo attaccamento al presente che ci priva della storia ci impedisce anche di strategizzare il futuro come luogo di promesse e progetti realizzati. Ne deriva una visione negativa e il fiorire di progetti e visioni nella forma di distopie.
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Uno, nessuno, centomila
Passa il tempo e Pirandello continua ad essere di una contemporaneità a dir poco disarmante.
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ART-icolo 5: Stessi Costi! All’Iperrealismo paghi 1 e prendi Uno!
Affrettatevi! Un’offerta straordinEria! Né sconti né ribassi! Tutto è uguale all’originale! Se avete bisogno di una scultura identica al vostro vicino di casa, di un olio su tela “preciso preciso” all’idolo del tubo catodico o del tubo del tu, questa è l’occasione giusta! L’Iperrealismo è per chi non vuole sognare, ma vuole osservare gente comune nel mondo dell’Arte! Promozione valida dagli Anni Settanta fino al Terzo Millennio.
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Non sanno di far ciò ma lo fanno
La Rete e i social network sono sempre più l’espressione di un reale fittizio vissuto come reale. A nulla serve spiegare la distorsione della verità in atto perché essa è già nota e accettata dall’utente della rete e dal social networker. Ne deriva un comportamento fatto di ignoranza e di cinismo avvalorato dal suo essere diffuso e condiviso con una grande maggioranza di persone.
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Le esplorazioni tattili e virtuali che tanto ci piacciono
Navigare ed esplorare sono termini ormai obsoleti. Non nel loro riferimento a pratiche quotidiane ma nel loro significato originale. Navighiamo la rete ed esploriamo le centinaia di icone sul display del nostro dispositivo mobile ma in realtà siamo immobili nella nostra maggiore 'mobilità'. Esploriamo e visitiamo mondi fantastici e fantasiosi ma questi luoghi sono semplici fantasmi e prodotti della nostra immaginazione. Tocchiamo mari e laghi con i nostri polpastrelli ma il tatto e il contatto con il display appartiene più ad un ordine statico che dinamico.
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3 motivi per cui è utile e necessario riflettere sui Google Glass.
Secondo alcuni filosofi il mondo non esiste se non nella rappresentazione che ne facciamo. Secondo Watzalawick la realtà è creata dalla comunicazione. Secondo Baudrilliard siamo tutti proiettati nella iperrealtà percepita come più reale della realtà. Secondo Google la realtà, la comunicazione, la percezione e la iperrealtà sono semplicemente Google Glass.
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Nuovo realismo, ingenuità della rete e parlamentarie
Il futuro è imprevedibile ma sono molti i segnali emergenti e i memi che indicano che stiamo vivendo una stagione sull'orlo del caos e foriera di grandi cambiamenti. Alla base di tutto sembra esserci una voglia generale di un ritorno alla realtà, alla verità e alla forza dei fatti e degli oggetti. Favorita dalla crisi che morde la carne delle persone, sta emergendo una nuova rifessione che abbraccia la filosofia e la politica ma anche la tecnologia e l'uso che, più o meno consciamente, ne facciamo. Occasione per parlarne sono le Primarie appena terminate del PD e le Parlamentarie del Movimento 5 stelle.
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