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La realtà non esiste, è diventata virtuale!

La realtà non esiste, è diventata virtuale!

18 Marzo 2016 Carlo Mazzucchelli
Carlo Mazzucchelli
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Molti esperimenti insegnano a diffidare delle nostre sensazioni immediate e delle nostre percezioni perchè le illusioni sono sempre in agguato. Per scoprire l’illusorietà della realtà e del mondo materiale che ci circonda basterebbe sollevare il velo di Maya. Nella teologia induista Maya ha il compito di far apparire normale la vita materiale ma cosa potrebbe fare oggi con una realtà ibrida nella quale sta diventando complicato distinguere il reale dal virtuale?

E se ciò che vediamo con la nostra vista non fosse altro che un film girato con i nostri occhi?

E se il nostro occhio fosse una macchina fotografica perfetta con la pupilla che assolve al compito del diaframma, il cristallino quello della lente e la retina funziona come pellicola?

Fin dall’antichità il tema della realtà come pura illusione ha attraversato filoni di pensiero filosofico, magico e scientifico.

La fisica quantistica ha permesso di fare sperimentazioni che sembrano suggerire che alcune realtà potrebbero esistere solo all’interno della nostra coscienza o coincidere con essa. Una realtà questa, ben raccontata dal film Matrix nel quale i protagonisti imprigionati nella matrice, vivendo come in un sogno, non sono in grado di distinguere il mondo dei sogni (il loro, quello del Matrix) da quello della realtà. Il reale per loro non è altro che una serie di percezioni determinate da impulsi e segnali elettrici interpretati dal loro cervello, almeno fino a quando qualcuno non decide di  sperimentare la famosa pillola rossa che porta a vedere il Matrix per quello che è, lui stesso pura illusione.

Un pò quello che succede quando si indossano caschi e visori di  Realtà Virtuale e si vivono esperienze immersive dentro e attraverso meccanismi e ambienti costruiti digitalmente.

L’esperienza dei protagonisti di Matrix potrebbe essere paragonabile a quella di un abitante del Medio Evo che si ritrovasse a vedere nel suo tempo e attaverso un display Samsung, un film in Blue Ray. Le scene che passerebbero davanti ai suoi occhi sarebbero per lui uno shock perché non avrebbe alcuna possibilità di comprendere come quelle immagini sono state create, da dove arrivano e come si presentano a lui/lei e alla sua vista. Le percepirebbe come pura illusione.

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Pensiero critico? Dipende…

Lo stesso film visto oggi attraverso un display non crea alcun shock perché tutti sanno (o almeno pensano di saperlo) con certezza che quello che scorre dentro lo schermo è una pura ricostruzione della realtà fatta grazie a soluzioni tecnologiche.

La Realtà è ambigua, anzi illusoria

Le nostre percezioni, convinzioni e idee si scontrano con una realtà che si mostra sempre in tutta la sua ambiguità e illusorietà.

Il progresso tecnologico, lo sviluppo scientifico delle neuroscienze e l’avvento delle nuove soluzioni di Realtà Virtuale stanno infatti offrendo ai produttori di film, e non solo, la possibilità di trasformare e fare percepire l’illusorio come reale, il virtuale come fattuale e di convincerci che non esista altra realtà al di fuori di quella percepita attraverso il mezzo tecnologico.

Il processo di trasformazione è lento ma sembra avere trovato il modo di proseguire, soprattutto grazie alle conoscenze neuroscientifiche che permettono ai produttori di film e di Realtà Virtuali di conoscere meglio come funziona la mente e il cervello, soprattutto nelle sue componenti visive, delle audience potenziali. Queste conoscenze stanno già portando a nuove esperienze visive di tipo immersivo nelle quali la nostra percezione riesce a convincerci della realtà di immagini artefatte e costruite tecnologicamente mentre invece non sono altro che una copia, una riproduzione della realtà.

Realtà Virtuali sempre più convincenti e reali

Chi ha sperimentato esperienze di Realtà Virtuale sa quanto questo si avvicini al vero e quanto sia convincente.

Cervello e occhi a un certo punto cominciano a pensare che tutto sia vero e non un semplice frutto di illusione. Anche il cuore e altri sensi reagiscono come se stessero vivendo esperienze simili a quelle vissute nella realtà altra da quella virtuale.

L’essere completamente immersi in un ambiente che non può essere disturbato dall’esterno impedisce di credere di vivere una illusione. E’ come essere sotto il velo di Maya a crogiolarsi della realtà materiale in uno stato di illusione psichica che ci fa credere che, quella realtà illusoria e tutta tecnologica, sia una realtà fisica.

Il tema della realtà come illusione è stato oggetto di studi e riflessioni filosofiche da parte di numerosi filosofi: Platone creò il mito della caverna per sostenere l’esistenza di due mondi, quello delle idee e quello apparente e spiegare la differenza tra ciò che si percepisce e ciò che è reale; Cartesio suggeriva di dubitare dei sensi che ingannano e della esistenza del mondo da essi percepita; Giordano Bruno credeva che l’uomo fosse preda dell’illusione dei sensi fin dalla nascita e dalla paura che lo assale per credere a ciò che appare; Shopenauer vedeva nei fenomeni la pura rappresentazione della realtà come viene percepita e che nasconde la realtà dei noumeni imprigionandoli nel velo illusorio di Maya; infine nel Buddismo si sostiene che l’intera umanità p prigioniere di una realtà illusoria che tiene prigioniero l’essere umano fino a quando non diventa consapevole della falsità di ciò che percepisce come reale

Oggi tutti questi filosofi troverebbero nella Realtà Virtuale una prova della verità dei loro pensieri. Ma non saprebbero forse capire da quale realtà partire rischiando di prendere la Realtà Virtuale per Reale e viceversa. All’errore potrebbero essere indotti dall’uso di prodotti tecnologici come Google Glass (per quello che avrebbe dovuto essere), Oculus, Sony VR o Hololens. E forse dovrebbero rivedere tutte le loro idee e riflessioni sulla realtà del mondo!

Alle persone normali e poco portate alla filosofia non rimane che sperimentare le nuove soluzioni di Realtà Virtuale, divertirsi e giocare lasciandosi catturare da mondi artificiali ma sempre più reali, da esperienze di vita costruite con algoritmi logici e computazionali ma molto realistici ed emotivamente coinvolgenti. Queste esperienze confermeranno anche a loro che spesso ciò che sembra in realtà non è, che è utile giocare e divertirsi ma ancora di più porsi delle domande e dubitare sulle realtà presentate e le finalità ad esse sottintese, che bisogna fare i conti con l'illusorietà dei mondi della Realtà Virtuale così come li si fa costantemente con le assurdità della vita reale e che infine è insufficiente cercare spiegazioni o soluzioni di tipo razionale perché le convinzioni non possono essere smentite con argomentazioni logiche ma solo a partire da altre esperienze, anche Virtuali.

 

 

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