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Gioia e amore per il dopo Coronavirus
E' il sogno di Piero Piro, sociologo intervistato da Mario Catalano. Il futuro in formazione non deve essere "un semplice e angosciante mondo di prima".
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Provare paura
Segnaliamo un'intervista de Ilfattoquotidiano al teologo Mancuso. Il tema è la paura e il perchè ne soffriamo di fronte a un nemico piccolo ma sconosciuto e che sembra più grande di noi. Per Mancuso può essere un’occasione per conoscere se stessi e diventare migliori.
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Abbiamo bisogno di trovare un senso
Segnaliamo un articolo di Annamaria Testa, esperta di comunicazione, pubblicato su Internazionale dal titolo: Cinque punti per trovare un senso
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Libertà e prigionia da coronavirus
Senza rendercene conto, per costrizione ma anche con la nostra complicità e collaborazione, ci siamo trovati prigionieri, privati di alcune delle nostre libertà. Una scelta obbligatoria per salvarsi dal contagio ma che sta diventando fastidiosa per la mancanza di certezze e per il modo con cui si è trattati. Da cittadini chiamati a obbedire, destinatari quotidiani di inviti allo stare in casa e a rimbrotti paternalistici perchè non ci si sta. Ma soprattutto tenuti prevalentemente disinformati, anche grazie alla nostra misinformazione, alla quale ci eravamo da tempo assuefatti. Segnaliamo sul tema una intervista alla filosofa Roberta De Monticelli pubblicata su HuffPost.
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Il senso del futuro
Il coronavirus, arrivato imprevedibile e inaspettato, non ci ha portato dentro un labirinto ma aperto una nuova possibilità, quella di scegliere la direzione da prendere per un futuro diverso. L'unico forse capace di interrompere il deragliamento al quale stiamo lavorando da tempo. Dopo anni nei quali ci siamo mossi su un binario che credevamo senza alternativa, ora scopriamo di avere una scelta e che il presente continuo, nel quale ci siamo volontariamente imprigionati, non era la soluzione ideale. Il coronavirus ci ha obbligati a fermarci, riflettere e ora ci da la possibilità di fare una scelta. Anche se forse è già tardi. Su questo e molto altro segnaliamo una riflesisone del filosofo Umberto Galimberti. Con il suo pensiero spiazzante, ruvido e chiaro parla a tutti coloro che vogliono intendere e, dopo avere inteso, agire. Il testo è stato pubblicato su GQ Italia.
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Rompere gli schemi, altro che normalità per il dopo!
Molti parlano e chiacchierano di coronavirus su piattaforme come Facebook. Lo fanno con frasi brevi che scaturiscono da pensieri rapidi, binari, non passati nel crivello della riflessione critica. Se si volesse comprendere la crisi nella quale l'intero mondo (quasi) è precipitato non servono però pensieri rapidi e neppure letture brevi. Per chi avesse voglia di rallentare, tano il tempo ce l'ha, e leggere potrebbe trarre numerose conoscenze da questo articolo, scritto da un giornalista spagnolo, tradotto da Pierluigi Sullo e pubblicato sul quotidiano il Manifesto. Suggeriamo la lettura a tutti coloro che amano le idee complottarde ma soprattutto a quanti, di questi tempi, sono alla ricerca di verità, informazione e approfondimento.
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Stiamo vivendo una situazione-limite
Chiusi in casa molti hanno spento lo schermo del televisore per non farsi sommergere dalla tristezza che i freddi numeri dei rituali giornalieri sono in grado di generare. In tanti si sono rivolti al piccolo schermo del loro dispositivo mobile per sentirsi vivi attraverso relazioni, condivisioni, abbracci e chiacchiere virtuali. Altri, seppure con difficoltà, hanno ritrovato il piacere della lettura, riscoprendo libri già letti o seguendo i consigli di altri. Tutti hanno la possibilità di dedicare parte del tempo libero (forse meglio definirlo prigioniero) a disposizione per riflettere su sé stessi, sugli altri, sul mondo e sulla realtà.
Si trova in Blog / Religione e Tecnologia
L'emozione dominante è la paura (intervista con Enzo Battaglino)
È necessario osservarsi e osservare per capire cosa sia successo e perché, ma soprattutto a quale scopo si è ciò che si è e si fa ciò che si fa. Contemplando di rinunciare a un equilibrio che, per quanto anche fonte di sofferenza, è comunque un equilibrio. Si tratterà allora di renderci consapevoli, come società, di ciò che siamo stati e di come la pandemia, il confinamento e il distanziamento fisico ci abbiano mostrato anche i limiti di quel modello, sia in termini di investimenti nella sanità che di funzionamento economico, sociale ed ecologico. Innanzitutto, dando priorità alla salute in tutte le sue accezioni, all’inclusione della fragilità nella normalità, al ricercare nuove definizioni della normalità che includano ciò che avevamo negato, dimenticato, rimosso.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Coronavirus: una esperienza traumatica su larga scala (dialogando con Elisa Forvi)
La quarantena ha portato alla luce la matrice delle relazioni, nella loro funzionalità e nella loro disfunzionalità. Utilizzando una metafora ha svelato il codice “Matrix” di programmazione delle relazioni. Ciascuna persona rispetto alla coppia o a relazioni significative ha giocato poi la sua partita, trovando aggiustamenti efficaci e facendo leva sulle risorse oppure scoprendo la fatica e la difficoltà, o l’impossibilità di stare in quelle relazioni.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
Sottovalutate le ricadute psicologiche della pandemia (dialogando con Marco Florio)
Credo che la questione psichica sia sempre centrale. La crisi, in qualunque ambito intervenga, è sempre l’esito fatale di un processo che affonda le radici nel tempo. I disturbi che lei ha giustamente rilevato, in realtà erano presenti già prima in ampi strati della società e lo dimostrano gli episodi di cronaca e il fatto che l’utilizzo di psicofarmaci sia in continuo aumento. Questo avviene anche perché la psiche dell’uomo ha un suo tempo e il mondo contemporaneo, per lo meno quello occidentale, sembra avere a mano a mano ridotto lo spazio pensabile per questo tempo.
Si trova in Blog / Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti