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Ogni tecnologia esercita una certa forma di ipnosi e di torpore ...( Stefano Petruccioli)
Due sono gli errori che spesso si compiono quando si parla di tecnologie e didattica: primo, pensare che l’insegnamento possa ancora essere inteso come mera trasmissione di conoscenze, passaggio di contenuti, quando invece la rivoluzione digitale impone un ripensamento dell’impianto didattico della scuola; secondo, pensare che un semplice cambiamento di mezzi e strumenti materiali assunti nella scuola comporti necessariamente un’innovazione didattica.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Opportuno cambiare schemi concettuali e paradigmi di riferimento (Marco Nuzzaco)
La pervasività delle tecnologie digitali sta già cambiando il nostro modo di intendere la realtà, e in questo senso nessuna tecnologia è mai neutrale. I nostri modi comunicare, di relazionarci, di commerciare, lavorare sono cambiati. Le distanze e i tempi si sono accorciate, e forse tutti questi cambiamenti sono avvenuti in un tempo piuttosto breve, di cui solo adesso stiamo veramente prendendo coscienza. La pandemia ce lo sta mostrando. Enfaticamente si potrebbe dire che il ventunesimo secolo è appena cominciato. Tale presa di coscienza richiede però un lavoro critico.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Ormai siamo noi le protesi dei vari dispositivi tecnologici che usiamo
La tecnologia, la tecnica, non è mai stata neutrale, chiunque ne parli in termini di neutralità mi suscita subito dei sospetti: o è in malafede o sta sottostimando il fenomeno. Scontata la considerazione che ogni tecnologia può essere utilizzata bene o male, quello che va tenuto sempre presente è che tutto quanto potenzia, affina, velocizza, allarga, intensifica, i nostri sensi, o le nostre capacità, non può che influenzarci, per questo la tecnologia determina dei mutamenti che spesso sono imprevedibili anche per gli esercizi di critica più intensi o per le riflessione più sottili.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Pensieri critici e fuori dal coro sulla tecnologia
Sviluppare una riflessione critica sul ruolo che la tecnologia sta avendo nella vita individuale di ognuno non è semplice. Il rischio è di essere etichettati immediatamente tra gli apocalittici e i tecnocritici, tra coloro che guardano al passato e rigettano innovazione e cambiamento o come novelli tecno-luddisti. Se la grande narrazione tecnologica è fatta da tecno-entusiasti impegnati nella celebrazione della nuova religione Tecno, adottare una posizione scettica, agnostica o neutrale è già di per sé motivo di accusa e di segregazione. Ai tecno-entusiasti e tecno-dipendenti sfugge l’urgenza di una riflessione critica e la validità di una parola contraria.
Si trova in Blog / Tabulario
Pensiero critico? Dipende…
Il pensiero critico ha una data di nascita: il 1781, anno della pubblicazione della prima delle tre critiche di Immanuel Kant. Il Maestro di Königsberg intendeva col termine “critica” quel tribunale della ragione che distinguesse , in termini chiari e distinti, ciò che è possibile conoscere da ciò che non lo è, ovvero che è solo pensabile, il ché non è la stessa cosa. In effetti, possiamo pensare qualunque cosa, ma la nostra effettiva conoscenza del mondo è limitata dalla portata dei nostri sensi e della nostra esperienza. Dunque, posso “pensare” Dio, ma non lo posso conoscere.
Si trova in Blog / FilosoFare
Per accorgersi di aver indossato delle lenti per vedere il mondo bisogna indossarne... delle altre (Vincenzo Cuomo)
Sulla base delle tendenze in atto - e a patto che si plachino (e non sarà facile) le diffuse reattività fondamentaliste e populiste oggi all’ordine del giorno – un possibile (e auspicabile) scenario può essere quello della “co-esistenza” tra umani, animali, piante, macchine secondo quel che da un po’ di anni si chiama “ontologia orientata sugli oggetti”, vale a dire una concezione della realtà non più antropo-centrata ma aperta, senza pregiudizi gerarchici, ad ogni dimensione del reale.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Per la società ipertecnologica servono manager della complessità
Segnaliamo una intervista con Piero Dominici, docente di Comunicazione pubblica e Attività di Intelligence all’Università degli Studi di Perugia. Una intervista ricca di spunti per una riflessione sull'era tecnologica che vada oltre la superficie delle pratiche duffuse e della comunicazione e che richiama l'attenzione sui grandi cambiamenti in atto. Mutamenti che richiedono di frequentare e abitare ambiti di sapere diversi, di coltivare i talenti in modo da prepararsi a gestire un mondo in costante trasformazione e che richiede manager capaci di confrontarsi con la flessibilità e la complessità.
Si trova in Tecnobibliografia
Prigionieri della Macchina Algoritmica siamo come piccioni dentro la gabbia di Skinner (Davide Ubizzo)
Stiamo vivendo una vita nella vita, perché il ‘fuori’ non è sicuro e quindi dobbiamo tutti alienarci dal mondo estraniandoci in una bolla domestica, dubbiosi e scettici altalenanti tra bio-potere e pandemia, recalcitranti eremiti. Si realizza in effetti ciò che Camus prefigurava: il vacillare della responsabilità sociale, il sentimento del proprio dovere, i dubbi della fede religiosa, l’edonismo di chi non crede alle astrazioni (studi scientifici, teorie, complotti) e nemmeno al tangibile (la rapidissima diffusione e mortalità di un nuovo virus) , ma neppure è capace di “essere felice da solo”, di starsene da sé a casa propria pascalianamente.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Può un futuro essere disegnato solo dalla tecnoscienza?
Gli scenari futuri sono condizionati dalla reazione che gli ecosistemi produrranno in conseguenza delle nostre azioni massive sugli equilibri naturali: oggi scontiamo un grave deficit immaginativo o, meglio, la mancanza di un orizzonte. Si ha come la sensazione di essere impigliati in un eterno presente, un gorgo in grado di macinare sia il passato che il futuro. Questo però non dipende solo dalla tecnica, ma soprattutto dal deficit di immaginazione politica: l’etica e la politica appaiono girare a vuoto, non avere progetti o prospettive. Ma può un futuro essere disegnato solo dalla tecnoscienza?
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Quello che la tecnologia ci dice
Siamo immersi in un mondo tecnologico che ci obbliga a cercare di capire cosa stia succedendo, nella vita privata individuale così come in quella professionale, aziendale e sociale. La tecnologia evidenzia il caos presente e le emergenze in atto. Ci racconta anche molto di ciò che siamo diventati, di come lo siamo diventati e di quanto sia diventato difficile comprendere le numerose rivoluzioni in atto. Grazie alla tecnologia pensiamo di possedere il mondo, di essere diventati più informati e sapienti ma in realtà siamo sempre più dei semplici robottini che agiscono, interpretano e pensano, condizionati dai sistemi tecnologici che frequentiamo. E ciò che è forse più grave è l’impossibilità di evadere da una realtà della quale non possiamo più fare a meno.
Si trova in Blog / Tabulario