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La tecnologia dell’umiltà di Jasanoff Sheila
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La tesi dell'autrice è che la crescita e il successo delle scienze e delle tecnologie abbia creato nuove contraddizioni nella governance delle istituzioni. Non esiste solo un problema economico e di costi ma di partecipazione, di amministrazione e di interazioni tra lavoratori della conoscenza. Tutto sta avvenendo in contesti nei quali istituzioni moderne continuano a operare con modelli concettuali superati che impediscono di apprendere la ricchezza del contributo sociale, della partecipazione e della trasparenza. La partecipazione dovrebbe essere trattata come elemento standard della moderna democrazia ma in assenza di normative adeguate rischia di condurre a nuove conflittualità e difficoltà gestionali. La soluzione sta nell'adozione di tecnologie dell'umiltà per indirizzare la scienza e la tecnologia verso nuove mete, in modo da prestare maggiore attenzione alla componente sociale e partecipativa dei processi decisionali e agire nell'interesse delle persone ( da un approccio can do a uno should do). Il cambiamento di approccio permetterebbe di guardare al soggetto umano come elemento attivo, immaginativo, fonte di conoscenze, di conoscenza, di memoria e di competenze.
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La vetrinizzazione sociale di Codeluppi Vanni
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La vetrinizzazione non è un fenomeno nuovo, ha origini lontane nel settecento inglese quando i commercianti iniziarono a mettere in scena nelle vetrine dei loro negozi o banchi di vendita i loro prodotti, creando vere e proprie spettacolarizzazioni e scenografie degli stessi. Il termine viene usato da Codeluppi per raccontare la vetrinizzazione sociale, prevalentemente di tipo comunicazionale e che si esprime con l'occupazione dei molteplici display di cui ogni persona oggi è dotata. Attraverso di essi le persone si mettono in vetrina, anzi si mettono in scena rappresentando
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La vita sullo schermo (Turkle Sherry)
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Un libro anticipatore di tante tematiche oggi al centro della discussione culturale sugli effetti della tecnologia. Uno studio approfondito dei modi di interagire con gli schermi tecnologici e le loro realtà virtuali e del ruolo che in essi assumono i caratteri fittizi e i profili digitali delle persone che li usano. Grazie alla vita sullo schermo alle persone è data la possibilità di elaborare una nuova visione del mondo, tutta costruita sulla simulazione, sull'apparenza e sull'interpretazione. Una visione non molto dissimile da quella postmoderna che si è affermata in questi tempi molto tecnologici. Una visione che passa sempre più attraverso l'esplorazione di superfici riflettenti che trasformano esperienze, relazioni e conoscenze in semplici riflessi, interfacce, simulacri ed esperienze disincarnate. Il primo effetto è che la vita reale stessa diventa un susseguirsi di finestre e un semplice gioco di specchi e di finzioni.
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Le tecnologie dell'intelligenza (Pierre Levy)
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Un testo da collocare in un lavoro di ricerca e riflessione filosofica che ha visto la pubblicazione di altri due libri tutti centrati sul tentativo di riformulare le prospettive del pensiero occidentale atrtaverso l'occhio delle tecnologie digitali e dei loro effetti sul mondo. L'approccio sceglie di evitare di guardare alle tecnologie come semplice oggetto di studio per focalizzarsi sul ruolo da esse giocato nel ridefinire e plasmare, anche cognitivamente, le persone che le utilizzano. Da questo approccio deriva una visione cognitivista tutta centrata sulla interazione ambientale e su meccanismi continuamente ridefiniti dall'interazione tra attori umani e attori macchinici. Una interazione che avviene in un campo di nuove tecnologie intellettuali e intelligenti, aperte, conflittuali e parzialmente indeterminate.
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Leviatano 4.0. Politica delle nuove tecnologie
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BIBLIOTECA TECNOLOGICA - "L’obiettivo che si pone l’analisi di Garasic è quello di «integrare gradualmente l’analisi della tecnologia in maniera “neutra”, incentrata quindi su valutazioni oggettive di impatto e uso delle stesse, con la presa di coscienza di come questi cambiamenti sistematici abbiano finito per modificare il modo di relazionarsi con gli altri (la polis) e con sé stessi»" - Gioacchino Toni
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Libertà vigilata. La lotta per il controllo di internet
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BIBLIOTECA TECNOLOGICA - A trent’anni dalla nascita del web, Internet ha cambiato radicalmente fisionomia, la rete è mutata e da luogo orizzontale è divematata sempre più un sistema centralizzato, sempre plurale e con mille attori ma nelle mani di pochi. Da questa premessa parte la riflessione e la condivisione di esperienze di David Kaye. Collaboratore per le Nazioni Unite su temi quali il diritto di parola e la protezione della libertà di espressione, Kaye stende un saggio agile in cui autobiografia, interviste, testimonianze e materiali di ricerca strutturano una disamina del rapporto tra Internet, politica e società alla luce della storia recente. Se la blogsfera degli anni Novanta era un luogo brulicante e difficile da governare, oggi il web è invece uno spazio dominato dagli algoritmi, in mano a poche compagnie che ne detengono il monopolio, costruendo un ecosistema di passività. Concentrate sul guadagno, queste compagnie hanno poi lungamente ignorato l’aspetto politico e sociale del potere acquisito con la loro diffusione, trovandosi infatti in pochi anni, da aziende private, ad amministrare gran parte dello spazio di dibattito pubblico e dimostrando la loro impreparazione nel gestirlo.
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Da leggere - Must read
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Libri: Timothy Leary. Caos e cibercultura, 1994
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In rete può capitare di scoprire anime gemelle, nel senso di persone con le quali si condividono scelte, passioni, manie e preferenze letterarie (Roland Barthes, ad esempio). Ma è raro scoprire di condividere, forse per età ed esperienze, l'amore per autori anomali come Timothy Leary. Uno psicologo diventato l’icona della controcultura degli anni ’60 e famoso per essere l’autore di uno slogan popolare e forse anche molto malinteso e manipolato: Turn On, Tune In, Drop Out – Accenditi, sintonizzati, lasciati andare. Uno slogan che contiua a mantenere il suo valore attuale con il suo invito a esplorare in profondità (Turn On) la realtà così come i numerosi livelli di coscienza (i livelli dell’Io di Dougas Hofstadter) e di esperienza individuale e collettiva, a diventare in questo modo più consapevoli e a manifestare questa (tecno)consapevolezza in forme nuove e innvative (Tune In) e a liberarci (Drop Out) dagli attaccamenti artificiali delle nostre abitudini social (al tempo i social non esistevano…) per lasciarsi andare.
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Tabulario
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Litigando si impara. Disinnescare l'odio online con la disputa felice
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BIBLIOTECA TECNOLOGICA - Un libro di Bruno Mastroianni, non un manuale di comunicazione gentile, ma il suo contrario: un corso di “lotta di strada” per imparare a dissentire in ogni situazione, sia quando si è circondati da interlocutori ostili e tutto sembra perduto, sia quando si sono compiuti passi falsi e si vuole recuperare dopo aver compromesso il confronto.
Non bisogna aver paura della naturale tendenza umana a litigare, occorre solo guardarla in faccia per quello che è, con Isaac Asimov: la violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci (a discutere). Dalle ceneri fallimentari dei nostri litigi possono crescere dispute piene di soddisfazione.
Basta imparare dai propri errori. Litigando s’impara.
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Social e Cyberbullismo
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Lo schermo, l'Alzheimer, lo zombi di Stefano Tani
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Un libro che richiede un po' di concentrazione ma è di facile lettura e regala spunti di riflessione interessanti sull'evoluzione dell'io riflesso attraverso fonti d'acqua, specchi, ritratti artistici, scatti fotografici, schermi televisivi e cinematografici fino ad arrivare ai display più piccoli ma più potenti degli smartphone, phablet e tablet attuali.
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Lo schermo, l'Alzheimer, lo zombi (Stefano Tani)
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Un libro che richiede un po' di concentrazione ma è di facile lettura e regala spunti di riflessione interessanti sull'evoluzione dell'io riflesso attraverso fonti d'acqua, specchi, ritratti artistici, scatti fotografici, schermi televisivi e cinematografici fino ad arrivare ai display più piccoli ma più potenti degli smartphone, phablet e tablet attuali.
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