"Viviamo in un mondo di flussi complicati difficilmente comprensibili da chi vive in ambiti sociali specifici come ad esempio quello scientifico. Stiamo parlando di comportamenti umani e di come stanno cambiando e di comportamenti collettivi, nessuno dei quali facilmente prevedibili. [...] Le persone giocano con la tecnologia che hanno tra le loro mani. E cosa fa un ricercatore se non giocare in modo più sistematizzato? È necessario riflettere maggiormente sul mondo che stiamo costruendo pe trovare ciò che può risultare utile per porre le domande giuste sul futuro che sta arrivando e da che parte lo sta facendo."
Autrice
Sociologa e professoressa di Scienze della tecnologia alla Harvard Kennedy School, Sheila Jasanoff ha scritto più di 100 articoli e autrice di numerosi libri incentrati sullo studio e l’esplorazione delle scienze tecnologiche alla ricerca del loro ruolo in politica, nella società, nella democrazia, nella giurisdizione. Di Sheila Jasanoff in lingua italiana sono disponibili due testi: La scienza davanti ai giudici (Giuffré 2001) e Fabbriche della natura (il Saggiatore 2008), oltre ad un contributo nel libro Innovazione tra utopia e storia pubblicato da Codice Edizioni.
Il lavoro di Sheila Jasanoff è menzionato in questo e-book per aver coniato il termine di tecnologia dell’umiltà (2003) e per il suo lavoro a sostegno di una tecnologia umana e attenta ai bisogni delle persone nella loro veste di cittadini e utenti, malati, indagati. La sua ricerca è sempre stata indirizzata a collegare tra loro gli approcci tipicamente decisionisti (posso farlo e lo faccio) resi possibili dalle nuove scienze della tecnologia e le questioni etiche e sociali ( cosa andrebbe fatto). Per operare questa integrazione i governi e le istituzioni devono dotarsi di tecnologie dell’umiltà preparandosi ad affrontare ciò che è sconosciuto, imprevedibile e incerto all’interno di contesti caratterizzati da vulnerabilità, distribuzione e apprendimento.
L’analisi della Jasanoff parte dalla constatazione che disastri tecnologici sono sempre possibili perché imprevedibili. Questi disastri mettono in dubbio la pretesa umana di poter controllare la tecnologia e suggeriscono nuovi approcci, legati alla visione del rischio come endemico alle società moderne, con l’obiettivo di evitarne di ulteriori. Le innovazioni tecnologiche e scientifiche hanno portato indubbi vantaggi e benefici ma anche generato fallimenti e incertezze con il risultato di minare conoscenze e risultati, e di creare effetti negativi dalle conseguenze nefaste per il progresso dell’umanità.
La consapevolezza degli effetti negativi prodotti dalla tecnologia, impone riflessioni critiche e scelte politiche diverse perché non tutte le problematiche possono essere gestite allo stesso modo e ricorrendo a strumenti e competenze tradizionali. È necessario interrogarsi democraticamente quanto le nuove tecnologie rivoluzionarie possano incidere nell’aumento della disuguaglianza, nell’aumento della violenza, nel mettere in discussione la diversità culturale e a rischio l’ecosistema ambientale. Nel farlo bisogna prendere coscienza della limitatezza delle capacità previsionali e di controllo e trattare le tecnologie con umiltà come se non fossero mai così perfette come amano rappresentarsi e come sono spesso applicate
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Le scelte tecnologiche devono essere fatte democraticamente e con meccanismi formalizzati di partecipazione del cittadino e in contesti intellettualmente attivi nei quali il cittadino si senta incoraggiato a contribuire con le sue idee, conoscenze e abilità alla risoluzione dei problemi. Questo approccio è diverso da quello tradizionale legato al coinvolgimento di persone esperte e di probabilità statistiche da essi calcolate in modo razionale. Aspetti di importanza fondamentale per la vita del cittadino non possono essere lasciati in gestione ai soli esperti o alla politica ma devono vedere coinvolti tutti. Dal coinvolgimento nasce la scelta di tecnologie dell’umiltà, tecnologie sociali sviluppate secondo criteri che pongono alla base di ogni scelta e sviluppo futuro alcune domande topiche come: quali sono le finalità, chi viene interessato e coinvolto dalle scelte fatte, chi ne trae beneficio, come possiamo prevederlo e quali possono essere i risvolti negativi.
Jasanoff sembra suggerire che la tecnologia moderna non è né buona né cattiva ma che il suo potere debba essere compreso e indirizzato con adeguati strumenti di controllo e governo in modo da favorire innovazioni sociali e benefici democratici. L’umiltà serve a complementare le attività previsionali, a demistificare l’eccessivo potere della tecnologia, ad applicare normative adeguate al controllo e a tenere sempre in considerazione il punto di vista e l’opinione collettiva.
Le tecnologie dell’umiltà sono focalizzate, secondo Jasanoff, su quattro aspetti cardine o concetti chiave: la visione olistica e la cornice nella quale sono fatte le analisi e le scelte tecnologiche, la vulnerabilità implicita a ogni tecnologia che deve essere riconosciuta nella fase di assessment del rischio ma anche per facilitare la partecipazione attiva del cittadino, la distribuzione dei benefici su larghi strati della popolazione e non solo su gruppi limitati o elite, e l’apprendimento come approccio da perseguire in modo continuativo in modo da facilitare una riflessione collettiva e capace di mettere a confronto le ambiguità delle esperienze e la diversità di opinioni.
L’approccio tecno-critico di Jasanoff non punta a demonizzare la tecnologia ma a enfatizzarne un utilizzo democratico e partecipativo e il suo governo sociale in modo da mutare i rapporti di forza tra scienza e società.
Scheda libro
Titolo intero: La tecnologia dell'umiltà
Titolo originale: Technologies of humility: citizen participation in governing science
Genere: Tecnologia
Listino: dpwnload gratuito
Editore: EBSCO Publishing
Collana:
Pagine: 250
Data uscita: 2003
Bibliografia
- Science and pubblic reason (science in society), 2013
- Risk amnagement and political culture: a comparative analysis of science, 1986
- The Fifth Branch: Science Advisers as Policymakers, 1998
- States of Knowledge: The Co-production of Science and the Social Order (International Library of Sociology), 2004