Recensioni (120+) /

Lo schermo, l'Alzheimer, lo zombi (Stefano Tani)

Lo schermo, l'Alzheimer, lo zombi (Stefano Tani)

19 Dicembre 2020 Redazione SoloTablet
SoloTablet
Redazione SoloTablet
share
Un libro che richiede un po' di concentrazione ma è di facile lettura e regala spunti di riflessione interessanti sull'evoluzione dell'io riflesso attraverso fonti d'acqua, specchi, ritratti artistici, scatti fotografici, schermi televisivi e cinematografici fino ad arrivare ai display più piccoli ma più potenti degli smartphone, phablet e tablet attuali.

"Certo in genere alla complessa e verticale capacità di elaborazione mentale, richiesta dalla lettura di un libro, si sostituisce l'orizzontale  rapidità visiva di chi abbraccia in un'occhiata approssimativa d'insieme quanto appare su uno schermo; alla profondità dell'interpretazione di segni complessi la superficiale ma simultanea traduzione di più codici composti da segni, suoni, luce, colori e immagini spesso in movimento. Il mondo liquido della modernità vede in ogni subacqueo un aspirante annegato e gli preferisce il gabbiano che sfiora l'acqua beccando ciò che galleggia in superficie."

  

Autore

Stefano Tani, professore di Letterature Comparate all'Università di Verona, è nato a Firenze e ha studiato e insegnato a lungo negli Stati Uniti. Tra le sue pubblicazioni: The Doomed Detective: The Contribution of the Detective Novel to Postmodern American and Italian Fiction (Southern Illinois University Press, 1984) e Il romanzo di ritorno (Mursia, 1990). Ha curato Una stella sul parco di Monte Morris (Garzanti, 1994) di Henry Roth e i due volumi dei Meridiani Mondadori (2005 e 2006) dedicati alle opere di Raymond Chandler (Raymond Chandler, Romanzi e racconti).


Il libro di Stafano Tani in apparenza sembra essere un testo tecnofobo scritto per demonizzare i molti schermi che condizionano la nostra vita e la nostra esistenza in ogni tempo e spazio dell'attività umana quotidiana, lasciando spazio all'autoreferenzialità e alla focalizzazione su se stessi e sulla propria immagine riflessa sul display. In realtà è una guida per un viaggio attraverso il tempo e la memoria intrapreso dall'autore con l'obiettivo di ricordare a tutti come ci si potrebbe sentire dal momento in cui la storia fosse finita e la memoria svanita.

Vi si parla di Narciso, di Alzheimer, di Lazzaro e di zombie, ma anche di spettatori, utenti di tecnologia e consumatori. Ci ricorda che Narcisi siamo tutti, quanto poco entusiasmante sia vivere l'esperienza di Lazzaro se non si è coscienti di essere ritornati a vivere dopo essere stati momentaneamente morti, che l'Alzheimer è malattia e metafora perfetta dei nostri tempi in quanto capace di rappresentare l'uomo tecnologico che, avendo affidato tutto il suo patrimonio mentale alla tecnologia, sta contribuendo in prima persona all'intorpidimento della propria mente e alla perdita della memoria. E infine ci suggerisce di riflettere sulla nostra condizione di consumatori narcisisti devastati e ridotti a zombie dalla loro compulsione al consumo ('Shop until you drop' - 'compra finchè non crolli').

L'autore si interroga su cosa accade quando ci sediamo di fronte al computer o digitando guardiamo lo schermo del nostro cellulare. Analizzando il mito di Narciso e interpretandolo storicamente, l'autore ci suggerisce in che modo possa essere adattato ai nostri comportamenti da narcisi attuali per apprendere nuove lezioni utili a salvarci la vita e a non cadere vittime delle molteplici immagini di noi stessi che si riflettono nella miriade di schermi con cui siamo perennemente collegati.

Partendo dalla metamorfosi, resa famosa da Ovidio, e avvalendosi di molti esempi letterari, questo libro-saggio racconta quanto il rapporto fra l'uomo e la sua immagine sia mutato nel corso dei secoli trasformando di conseguenza l'io di chi si rispecchia guardandosi, di  come allo stupore del vedersi riflesso si sia lentamente sostituita la voglia di evasione, la smemoratezza e la perdita del sé e infine di come lo zombie - assieme allo schermo e all'Alzheimer - sia divenuto la metafora polisemantica perfetta della postmodernità e di chi, sempre meno consapevolmente, la popola.

Lo schermo per l'autore è metafora interpretativa della realtà tecnologica nella quale siamo immersi ma anche elemento trasformativo per le sue capacità di mutare il nostro modo di vedere, guardare e sentire il mondo che determina alla fine il nostro modo di pensare. Lo schermo possiede un suo potere ipnotico e pervasivo capace di cambiare la nostra capacità di concentrazione e la qualità dell'attenzione. Questi mutamenti possono essere letti come semplice evoluzione di un percorso umano e tecnologico ma anche analizzati nei loro effetti positivi e/o negativi.

Tra quelli negativi vanno ricordati l'intorpidimento della memoria, derivante da una elaborazione di contenuti recepiti passivamente, dall'abbandono della lettura come decifrazione cerebrale raffinata, dal prevalere dello sguardo rapido e d'insieme che può portare alla superficialità e all'assenza di approfondimento e di comprensione; la narcosi che deriva dal troppo tempo passato a osservare la propria immagine (del sè) riflessa nello schermo di un iPhone; la possibilità reale di perdere progressivamente la memoria e l'abilità cognitiva: il rischio di trasformarsi in zombie consumatori che si consumeranno consumando. Negativi potrebbero essere anche gli effetti di una tecnologia incapace di fare, come fece la scrittura ai tempi di Socrate e di Platone, di dare origine a nuove trasformazioni capaci "di vivere e far vivere, di tramandarsi e tramandare".

Il testo di Tani è ricco di spunti e riflessioni che vanno ben oltre la tecnologia. Nel primo capitolo esamina l'azione soggiogatrice degli schermi condividendo riflessioni e analisi su opere letterarie e artistiche che hanno trattato il tema del rispecchiamento e del guardarsi, attraverso uno specchio, un ritratto, una fotografia, un televisore, uno schermo cinematografico o quello delle molteplici realtà virtuali e digitali della Rete. Nel secondo capitolo affronta il tema dello svuotamento dell'Io utilizzando la metafora dell'Alzheimer  vista come perfetta per l'era postmoderna, caratterizzata dal bombardamento continuo di informazioni e di richieste straordinarie per intensità e numero, che portano allo svuotamento dell'io e alla sua evacuazione. Infine nel terzo capitolo la metafora a cui ricorre Tani è quella dello Zombie, esseri non ancora completamente morti ma neppure veramente viventi che si muovono come si muovevano quelli del celebre film di Romero, seguendo impulsi automatici e andando verso destinazioni fissate nella loro memoria da pratiche precedenti e delle quali hanno mantenuto memoria. A comportarsi da zombie sono i consumatori tecnologici odierni, in una sequenza consumatore-malato di Alzheimer-zombie nella quale il terzo termine diventa metafora dei primi due suggerendo una evoluzione degenerativa che ben descrive il consumatore compulsivo, attaccato al display del suo smartphone per l'acquisto di un altro smartphone, più aggiornato e potente del primo, ma che non servirà comunque a rivitalizzare lo zombie che è diventato.

 

Scheda libro

Titolo intero: Lo schermo, l'Alzheimer, lo zombi - Tre metafore del XXI secolo

Titolo originale: Lo SchermoL'alzheimer, Lo Zombie

Genere: scienze sociali

Listino: 12,00

Editore: Ombre Corte

Collana: Culture

Pagine: 122

Data uscita: 22/10/2014

 

comments powered by Disqus

Sei alla ricerca di uno sviluppatore?

Cerca nel nostro database