"Sì, sono critico nei confronti dei computer, ma non ce l'ho con la tecnologia. I computer non mi spaventano [...] ciò che mi da i brividi è piuttosto il clima culturale che circonda i computer. Mi preoccupa l'ingenua credulità nelle vuote promesse dei sacerdoti dell'informatica. Mi intristisce la fede cieca in una tecnologia che, promette si trasformerà in una cornucopia di bene distribuiti gratuitamente alle persone."
Autore
Clifford Stoll (1951) è professore di astronomia a Berkeley, autore e insgenante. È considerato uno dei commentatori più autorevoli sullo sviluppo della rete. Bill Gates l'ha definito «l'avvocato del diavolo» di Internet. Famoso anche per il contributo dato per la cattura dell'hacker Markus Egg. È autore di The Cuckoo's Egg, Miracoli virtuali (1995, tr. it. Garzanti, 1997) e di Confessioni di un eretico high tech (1999, tr. it. Garzanti 2000). Vive con la sua famiglia non lontano da San Francisco.
Stoll è famoso per avere sbagliato la sua previsione principale sulla morte del Web. Nel 2015 Internet ha celebrato il venticinquesimo anniversario e il suo dominio sul mondo interconnesso non sembra essere mai stato così forte. Stoll è famoso anche per avere fatto altre previsioni errate, alcune delle quali clamorose se rilette oggi a distanza di due decenni. Nel 1995 in un articolo aveva previsto che il commercio elettronico non avrebbe battuto il negozio sotto casa, che il libro elettronico non avrebbe avuto successo e che nulla avrebbe potuto soppiantare i quotidiani cartacei, che Wikipedia non sarebbe stato altro che un database di informazioni non filtrate e che la portabilità di Internet sarebbe stata una chimera. Stoll ha riconosciuto i suoi errori ma persiste nella sua visione critica della tecnologia rivolgendo i suoi strali ad ambiti diversi quali quello della intelligenza artificiale e della crescente intrusione tecnologica nella vita privata dei cittadini.
Nel suo libro confessione la sua eresia si esprime mettendo in discussione che computer e Internet siano la soluzione per i problemi della scuola e della didattica. Se la prende con l'abuso di strumenti multimediali, con l'arroganza dei tecnologi, con la moltitudine di cibi spazzatura di cui è ricca l'economia dell'informazione tecnologica e con il crescente distacco dalla realtà e dalla socialità generato dall'uso dei nuovi strumenti tecnologici e dalla navigazione in Rete.
Alla scuola è dedicata tutta la prima parte del libro con una critica puntuale dei molti comportamenti che stanno favorendo la diffusione delle tecnologie nelle scuole senza l'attenzione necessaria rivolta agli effetti sulla didattica, sull'apprendimento e sulle loro conseguenze nello sviluppo dei bambini.
Pur riconoscendo vantaggi e benefici degli strumenti tecnologici Stoll sceglie intenzionalmente l'approccio tecno-scettico e mira a focalizzare l'attenzione del lettore sulle promesse mancate o difficili da realizzare delle utopie digitali e sulle conseguenze di quella che definisce una infatuazione tecnologica della scuola e della società.
Molte delle sue tesi sono illustrate in forma di provocazioni rivolte al mondo pedagogico, culturale e politico, con la richiesta di prestare maggiore attenzione ai rischi derivanti da una eccessiva informatizzazione e dall'affidarsi ciecamente ai produttori di soluzioni tecnologiche. Le sue provocazioni evidenziano un approccio ideologico che oggi non trova riscontro nelle pratiche tecnologiche ed è ritenuto controproducente. Ad esempio molto ideologica è l'affermazione categorica che il computer dovrebbe essere tenuto fuori dalla scuola e neppure di approcci didattici di edutatainment.
Le machine al lavoro, gli umani senza lavoro felici e contenti!
Forte è anche la critica agli strumenti multimediali come i videogiochi (Facebook non era ancora nato...) per le loro conseguenze sociali e relazionali negative e per l'allontanamento della realtà che producono. Questi strumenti generano individualismo, isolamento e sottraggono tempo alle relazioni interpersonali e allontano dalla realtà vissuta delle cose.
Categorico è anche il giudizio sulla didattica che dovrebbe, secondo l'autore, continuare a essere basata sull'insegnamento tradizionale e con insegnanti in carne e ossa, senza alcuna delega al mezzo tecnologico. Il ricorso a macchine calcolatrici e a strumenti di scrittura digitale stanno generando un analfabetismo matematico e letterario (sarebbe interessante conoscere il parere dell'autore sul fenomeno dei libri per la generazione di Twilight, After o My dilemma is you).
Secondo Stoll bisogna difendere il libro cartaceo e le biblioteche che lo ospitano. L'ipertesto non favorisce la narrazione perché trasforma le storie e i racconti in videogiochi dai molti percorsi ed esiti, ma anche perché impedisce la concentrazione e la memorizzazione.
Forte è anche la critica di Internet e del Web come strumenti di informazione per la scarsa qualità delle informazioni circolanti e la difficoltà di reperirle. Internet e il Web non facilitano conoscenza e sapere ma creano una sovrabbondanza di informazione che impedisce la sua assimilazione provocando una crescente assuefazione, dipendenza e indifferenza verso lo strumento usato per informarsi.
Per completare la sua visione tecno-critica ed eretica della tecnologia Stoll se la prende anche con gli effetti della tecnologia sulla qualità del lavoro (il riferimento era alle videoconferenze, non esisteva ancora Skype o Periscope), con i produttori che hanno introdotto nei loro prodotti il timer dell'obsolescenza e con Internet per l'eccessivo isolamento che produce.
Le tesi di Stoll devono essere apparse all'editore così fanatiche ed eccessive dal convincerlo ad aggiungere all'edizione italiana una postfazione di Raffaele Simone che evidenzia come molte critiche dell'autore siano sommarie e disinvolte e tali da avere bisogno di maggiori informazioni e conoscenze e di un contraddittorio. Simone ne propone uno, costruito sulle tesi principali del libro di Stoll: apprendere con il computer non è affatto divertente, i computer non avvicinano alla realtà, il computer è il principale nemico del libro, il computer isola le persone, il computer è nemico di diverse forme di apprendimento e il computer è nemico dell'insegnamento e della collettività in generale. A queste tesi Simone contrappone idee e riflessioni contrapposte. Idee che hanno trovato riscontro, più di quelle di Stoll, negli sviluppi della tecnologia dalla pubblicazione del libro (2001 in Italia e 1999 negli Stati Uniti) a oggi.
Scheda libro
Titolo intero: Confessioni di un eretico high-tech
Titolo originale: High-Tech Heretic
Genere: Usi e Costumi
Listino: Fuori catalogo
Editore: Garzanti
Collana: Memorie documenti biografie
Pagine: 183
Data uscita: 02/03/2001