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🍒🍒IL CORAGGIO, UNA VIRTU’ PERDUTA?
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In tempo di guerra parlare di coraggio non è fuori luogo. C’è il coraggio disciplinato dei ragazzi russi mandati alla morte, c’è quello vitale, popolare e ancorato alla cultura ucraina, e poi c’è il nostro, quello di tutti, che forse manca. Che il coraggio sia una virtù forse per alcuni è discutibile, che sia qualcosa di perduto forse lo è meno. Si manifesta ed è diffuso online ma definirlo come tale forse è sbagliato, perché a volte è il suo contrario, semplice vigliaccheria.
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TECNOCONSAPEVOLEZZA
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Fermati un attimo a riflettere!
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Siamo tutti impegnati come professionisti, manager d’azienda, formatori, scienziati, ecc. Tutti dovremmo anche impegnarci come esseri umani, cittadini di un mondo in crescente fibrillazione e sofferenza. Se lo facessimo la prima cosa da fare ci porterebbe a guardare fuori da noi stessi, rivolgere lo #sguardo altrove, vicino e lontano, OLTREPASSARE.
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𝐋𝐢𝐛𝐞𝐫𝐭à 𝐯𝐚 𝐜𝐞𝐫𝐜𝐚𝐧𝐝𝐨, 𝐜𝐡'è 𝐬ì 𝐜𝐚𝐫𝐚
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«[...] libertà va cercando, ch'è sì cara,
come sa chi per lei vita rifiuta.» DANTE
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🌼🌺🌹🥀 𝕊𝕚𝕒𝕞𝕠 𝕥𝕦𝕥𝕥𝕚 𝕚𝕟 𝕝𝕚𝕓𝕖𝕣𝕥à 𝕧𝕚𝕘𝕚𝕝𝕒𝕥𝕒!?
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Il caldo non aiuta ma proviamo a fare alcune semplici riflessioni:
Quanto tempo passiamo collegati a un dispositivo tecnologico e quanta attenzione ci ruba?
Quante scelte e decisioni deleghiamo agli algoritmi, ai motori di ricerca e alle intelligenze artificiali con cui siamo sempre più ibridati?
Perché all’algoritmo è concessa piena libertà di espressione e agli umani no? (vedi censure e cancellazioni di profili su Facebook e Twitter)
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Il destino della verità nei regimi totalitari
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Si possono separare i fatti dalle opinioni, dalle interpretazioni? Molti sostengono di no. E’ una tesi diffusa quella secondo la quale quando si parla di morale, di politica, dipende tutto dai punti di vista. Per la Arendt non è così: ci sono fatti, non discutibili, non emendabili. E’ proprio questo che infastidisce: la verità si impone e quindi frena il libero dispiegarsi delle opinioni, si siamo in una società libera, o può intralciare la manipolazione dei fatti, se siamo in un regime dispotico, totalitario.
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Le lacrime da coccodrillo dei produttori tecnologici
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Il 2018 e il 2019 saranno ricordati come gli anni del disincanto tecnologico ma anche verso i leader, spesso percepiti come maghi e condottieri invincibili, delle aziende della Silicon Valley. Dopo Cambridge Analytica nulla è stato più come prima. Le grandi società tecnologiche se ne sono accorte ma l’ammissione degli errori fatti non può essere la soluzione e neppure il primo passo da compiere.
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MISCELLANEA
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Democrazia liberale e tecnologia
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Carole Cadwalladr è la cronista dell'Observer che ha scoperchiato lo scandalo di Cambridge Analityca e che per questo motivo è stata cancellata a vita dal social network. In un video la Cadwalladr ha spiegato anche come i social abbiano influito sulla Brexit. Da guardare e ascoltare attentamente. Facebook e altri social network stanno facendo male alle democrazie in ogni parte del mondo. Ma fdorse non ne siamo consapevoli.
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Democrazia, algoritmi e tecnologia
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Dotati di uno smartphone ci si sente liberi e connessi al mondo intero. Così connessi da contribuire, probabilmente in modo inconsapevole, al sovranismo e isolazionismo montante così come a modelli di società sempre meno libere, più controllate e anche autoritarie. Il tema delle democrazia è argomento privilegiato da intellettuali e pochi organi di stampa ma sembra essere fuori dall’orizzonte cognitivo e personale delle masse.
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La democrazia dei dati
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C’è che pensa che il mondo vada meglio di quanto pensiamo e chi si sta già preparando al peggio. Entrambe le opinioni non poggiano più solo su credenze, percezioni e ideologie ma soprattutto su dati. I dati sono quelli prodotti tecnologicamente e diventati in poco tempo merce abbondante, diffusa e sempre disponibile. L’abbondanza sembra essere per tutti ma lo è in modo diseguale e con effetti che meritano un’attenzione e una sensibilità particolari.
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La Silicon Valley regno di multinazionali e monopoli
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Morozov li ha chiamati Signori del Silicio accusandoli del progetto, sotterraneo, monopolistico e globale, di sostituirli i diritti con i loro servizi. Ora un libro di Franklin Foer, fratello del più famoso Jonathan Safran, accusa le multinazionali tecnologiche di avere costruito monopoli di ferro che sono diventati dei veri e propri poteri forti.
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