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Le esplorazioni tattili e virtuali che tanto ci piacciono
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Navigare ed esplorare sono termini ormai obsoleti. Non nel loro riferimento a pratiche quotidiane ma nel loro significato originale. Navighiamo la rete ed esploriamo le centinaia di icone sul display del nostro dispositivo mobile ma in realtà siamo immobili nella nostra maggiore 'mobilità'. Esploriamo e visitiamo mondi fantastici e fantasiosi ma questi luoghi sono semplici fantasmi e prodotti della nostra immaginazione. Tocchiamo mari e laghi con i nostri polpastrelli ma il tatto e il contatto con il display appartiene più ad un ordine statico che dinamico.
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La tecnologia porta speranza, basta non confonderla con noi
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A dirlo è Serge Tisseron intervistato dal Corriere della Sera per il settimanale La Lettura. Un’intervista nella quale lo scienziato anticipa ai lettori italiani i temi del suo libro “Le jour où mon robot m’aimera. Vers l’empathie artificielle” e prefigura un tempo non lontano nel quale ci saranno automi capaci di riconoscere le emozioni altrui e le loro cause.
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La tecnologia si prepara a cambiare la nostra vita intima, amorosa e sessuale
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Altro che Realtà Virtuale! L’evoluzione della tecnologia è tale da poter cambiare negli anni a venire la natura umana e le vite personali degli individui. Lo farà attraverso sensori, cerotti adesivi o tatuaggi e altre tecnologie integrate con l’organismo umano, sotto la pelle o sulla sua superficie, capaci di mostrare e condividere emozioni, esperienze e connessioni intime grazie a informazioni biometriche. Prima creando situazioni familiari, amicali, sessuali nelle quali sentirsi a proprio agio nel manifestare, esplorare ed esprimere emozioni intime e poi favorendo livelli di relazione sempre più sofisticati
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Social media, ricerca di attenzione e distrazioni varie
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L'uso dei media sociali può essere visto come la ricerca di attenzione e di gesti affettivi ed emotivamente coinvolgenti da parte degli altri. La distrazione è solitamente associata al surplus cognitivo e alla difficoltà a concentrarsi e focalizzarsi. Un'attenzione catturata dai click e dai like rischia di aumentare la distrazione e la difficoltà di concentrazione. Le due cose non sono comunque in contrapposizione tra loro ma due facce della stessa medaglia rappresentata da contesti interconnessi, virtualizzati dalla tecnologia e molto digitali
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🌑🌒 2021 – UTOPIA COME ESERCIZIO DI PENSIERO CRITICO
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Il mondo contemporaneo ha assoluto bisogno di pensare il futuro come una possibilità buona (Roberto Mordacci). E' nell'ottica di un'opportunità per il cambiamento che bisogna riprendere il viaggio verso l'utopia. Un viaggio diventato sempre più necessario, complesso ma quasi obbligatorio se vogliamo esercitare la nostra capacità di immaginare un futuro nel quale possano coesistere migliori condizioni di vita e relazioni sociali più giuste e vivibili. Il viaggio verso l'utopia dovrebbe essere intrapreso da tutti. Prima di partire il pensiero utopico può servire alla critica del presente e a individuare le mete e le destinazioni da raggiungere.
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🌑🌒 Le realtà che viviamo: qui dentro, là fuori
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La pandemia ha cambiato tutto, anche la realtà. Si dice che niente sarà più come prima. Si pensa anche che non ci sia immaginazione che tenga. Tutto è mutato. Molto più e molto più rapidamente di quanto la realtà fosse mutata dopo la crisi del 2001 (attacco alle Torri di New York) e la crisi finanziaria del 2007/2008. La reazione di molti per affrontare la crisi pandemica è stata di rivolgersi alle piattaforme online e sostituire la realtà fattuale con quella virtuale. All'inizio del nuovo anno, pieno di speranze e aspettative reali, è tempo di riflettere criticamente su questa esperienza online e interrogarsi su cosa distingua il mondo dentro (QUI DENTRO) le piattaforme da quello a loro esterno (LA' FUORI).
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🌑🌒 Si sta male dentro e non si solidarizza più
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Molte realtà che frequentiamo sono come dei caterpillar, capaci di condizionare, forse anche di distruggere, la nostra vita emozionale e farci stare male dentro. La responsabilità non è degli strumenti che usiamo ma il modo con cui ci siamo ibridati con loro, subendoli e servendoli o semplicemente usandoli in modo poco consapevole e acritico.
Frequentando i mondi tecnologici abbiamo declinato i nostri tempi a un continuo presente che ci suggerisce di non occuparsi più del passato e di non farlo neppure per il futuro. E' una scelta che evidenzia la scomparsa della speranza e la paura crescente a guardarsi dentro. Meglio lasciarsi andare all'evento, all'attimo fuggente di un MiPiace, al momento illusorio del tempo reale, meglio farsi coinvolgere in comunicazioni e scambi digitali che permettono di non preoccuparsi di cosa si sta comunicando o scambiando e del suo significato.
Evitiamo così di entrare in dialogo con noi stessi, di riflettere su quello che abbiamo fatto e anche su quello che abbiamo intenzione di fare o abbiamo già fatto. Il risultato è che si sta male dentro e non si pratica una delle potenziali soluzioni per stare meglio: la solidarietà.
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Tristezza, felicità, allegria, dolore, incazzatura. Stati d'animo misurabili con una semplice APP
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Le APP stanno rapidamente modificando il nostro modo di pensare e di agire. Dopo la proliferazione di applicazioni che ci aiutano a svolgere attività sportive o legate alla nostra forma fisica e di benessere personale, nuove generazioni di APP si manifestano al nostro orizzonte. Sono applicazioni che si prendono cura dei nostri stati d'animo. Così dopo aver ceduto il controllo del nostro corpo ad una tecnologia ora rischiamo di perdere anche quello dei nostri sentimenti. Ma molte persone, di questo sono anche felici!
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APP
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Sei di cattivo umore? Colpa del social network!
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Si frequenta il social network per passatempo, divertimento, voglia di socializzare e organizzare incontri e appuntamenti, per mantenere vivi contatti e forti le relazioni, per scambiarsi foto, commenti, testi ma anche nuove solitudini e sensazioni di malessere. A dirlo è una ricerca che associa il malumore di molti alla frequentazione di ambienti online come Facebook.
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Relazionalità digitale: riflessi umani degli specchi digitali
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L’era digitale si è instaurata nelle nostre esistenze con le caratteristiche di un processo evolutivo inesorabile e pervasivo. Come molti studiosi asseriscono, ci stiamo addentrando alle soglie di una mutazione, che è contemporaneamente psicologica e sociale, ormai antropologica, latrice di potenzialità, risorse, livelli di apprendimento e di disagi dell’essere umano e rischi di patologie, in gran parte , da scoprire. Una nuova fase dell’umanità, in cui molti fenomeni che osserviamo e che per ora percepiamo come psicopatologici potrebbero essere sintomo di un cambiamento, che ci sta trasformando tutti, in sempre più abili e naturali gestori di avatar.
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