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🌗 Le conversazioni di cui abbiamo bisogno
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I post di Linkedin sono strumenti di conversazione.
Attraverso di essi si costruisce il proprio Sé digitale e non solo.
La conversazione digitale è però diversa da quella che avviene nella vita reale. La prima è in assenza, la seconda in presenza, la prima è spesso veloce e frammentata, la seconda è empatica, cinetica, non condizionata dal pensiero binario tecnologico.
Dopo essermi chiesto dove vanno a finire i post di Linkedin ho provato a riflettere sulle conversazioni che li caratterizzano.
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👩🚒️👩🚒️ Collegati, legati, slegati
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Si è collegati online e nella vita di tutti i giorni, come esseri umani, sociali per definizione.
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A proposito di gentilezza
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In un periodo caratterizzato da crescente volgarità e brutalità del linguaggio la gentilezza è diventata una scelta obbligatoria, una meta da perseguire con lentezza e determinazione, una Itaca che tutti vorrebbero avere per poter continuare a viaggiare e sognare di poter continuare a farlo. Il viaggio può essere fatto da soli o in compagnia, meglio se si riesce a farlo avndo cura di sè stessi e dei compagni di viaggio. Avere cura significa prestare attenzione e adottare una condotta ispirata alla benevolenza. Ne ha parlatoi anche Remo Bassetti sul suo Wrog in un articolo che qui segnaliamo suggerendone la lettura.
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Cattiveria, brutalità linguistica e voglia di gentilezza
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Postare testi, immagini, foto e contenuti vari sulle piattaforme tecnologiche è spesso dettato dalla ricerca di approvazioni utili ad alimentare il proprio narcisismo. Nulla di male ma a patto che lo si tenga sotto controllo e non si esageri nell’alimentarlo sfruttando valori negativi come quelli che sembrano oggi sempre più diffusi nella forma di cattiveria, malvagità e brutalità. Valori negativi che hanno sconfitto e fatto dimenticare altri valori come quello della gentilezza.
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Creare relazioni autentiche
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Il nuovo libro di Anna Maria Palma e Lorenzo Canuti. Tutto centrato sul tema della gentilezza come nutrimento fondamentale per coltivare relazioni autentiche ma soprattutto per trattarsi e trattare bene gli altri. Lontano dagli stereotipi, dalle pratiche più o meno diffuse, e dai luoghi comuni che raccontano la gentilezza nella semplice forma di cortesia, buone maniere e di buona educazione.
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Effetto “Cielo in una stanza”, ovvero le relazioni asimmetriche
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Ormai è trascorso quasi un anno, da quando ci siamo ritrovati immersi maggiormente in una "realtà virtuale", o comunque prevalentemente virtuale. E la tecnologia ci ha consentito di vivere esperienze che solo pochi anni fa forse, nessuno di noi avrebbe scelto di vivere.
Sempre da un anno, sistematicamente ci accompagna un brusio di fondo che dichiara un rimpianto per quando ci potevamo incontrare di persona. A qualunque titolo, al lavoro, nelle riunioni, negli appuntamenti professionali, poi anche in quelli ludici. Un continuo, a volte interminabile flusso di lamentela. Da qualche parte parente di quelle lamentele che andavano in onda prima dei noti accaduti, per gli spostamenti per andare al lavoro, metro e treni affollati, traffico, colleghi che arrivano nella stanza o parlano a voce troppo alta interrompendoti, riunioni disfunzionali…
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Io abito la possibilità
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Fra 100 anni, la gentilezza che sarà
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Se fosse disponibile una hit parade delle domande più pronunciate nel mondo, forse la regina sarebbe il “come stai?”. Come stai, due parole capaci di divenire “jazzisticamente” saluto, domanda, vascello che collega un “io” ad un “tu”, manifestazione di interesse, “metodo” per arrivare rapidamente alla sostanza di una conversazione e tanto altro.
Si apre qui il mio “cinema interiore”, quella pellicola di immagini, parole, sensazioni che prendono vita dentro di me ogni volta che mi viene posta questa domanda.
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Io abito la possibilità
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Gentilezza digitale vado cercando
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Valori, comportamenti e stili di vita sono solitamente modellati dalla percezione che ognuno ha della propria esistenza. Oggi il valore sul quale viene calibrato il sentimento dello stare bene è quello della sicurezza e della sopravvivenza, in senso darwiniano del termine. Lo si vede in politica con il prevalere di nuovi autoritarismi e bisogni di leader maximi vari, lo si vede online nel proliferare di una miriade di cinguettii, messaggi e post che ne parlano. La focalizzazione corrente ha fatto dimenticare altri valori, ad esempio quello della GENTILEZZA.
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Gentilezza nella rivoluzione digitale
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Da pochi giorni è in distribuzione il libro di Sara Malaguti, IL DIGITALE GENTILE, Un lavoro contestualizzato nell'era della pandemia ma focalizzato su quella digitale. Il coronavirus ha obbligato molti a rivoluzionare in poco tempo il proprio modo di lavorare, di comunicare, di consumare e di relazionarsi socialmente. Il percorso sul quale molti si sono trovati costretti non era però nuovo, neppure a loro. Viviamo da anni dentro la rivoluzione digitale e le sue trasformazioni. Forse lo facciamo anche senza riflettere su quanto sia cambiata la nostra vita a causa delle nuove tecnologie e sui loro effetti. Nel suo libro Sara Malaguti, esperta di marketing e comunicazione digitale, fornisce ai lettori alcuni concetti chiave del mondo digitale con un'attenzione particolare agli aspetti fondamentali, nella comunicazione e nella relazione, della gentilezza e dell'empatia. SoloTablet ha intervistato Sara Malaguti.
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MISCELLANEA
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Gentili sempre, gentili anche online
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Sempre connessi e impegnati a interagire con il display di un dispositivo mobile, si rischia di perdere il senso della realtà, confondere il reale con il virtuale, distraendosi da ciò di cui si ha più bisogno: relazionarsi con gli altri e con sé stessi.
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