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Il moltiplicarsi delle interazioni impoverisce il dialogo
Il dialogo è importante, ma può essere anche una trappola. E' necessario sempre fare un discorso preliminare sulle intenzioni e sugli interessi in gioco. Non sempre due persone che si confrontano hanno lo stesso scopo. Spesso si affronta il dialogo in malafede, con l'intento di esercitare una qualche forma di presa sull'altro. Siamo sicuri che nel dialogo sia veramente in gioco la verità, comunque si voglia intendere questa difficile parola? La questione non è tanto capire cosa sia vero o no, ma comprendere quale interesse abbiano gli interlocutori a imporre una certa verità.
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Il dialogo è importante, bisogna imparare a praticarlo!
L’assenza di un dialogo vero, di relazioni vere all’interno della rete, è evidente a chiunque abbia un minimo di spirito critico. Le piattaforme sono diventate spazi nei quali domina una superficialità dilagante e scarsa concentrazione, la continua promozione di se stessi, la vendita, o forse svendita, di tutto. Con eccezioni alcune eccezioni...
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La Filosofia non si occupa di diagnosi e cura.
Può la Filosofia entrare in azienda? Certo, con la specifica che il wellness lo lasciamo volentieri agli altri. Se qualcuno vuole fare Yoga lo faccia, semplicemente la Filosofia non ha nulla a che spartire. Il manager, il dirigente d'azienda, ha sicuramente bisogno della Filosofia, e probabilmente bisogno di una Consulenza che lo sappia guidare, ma come uomo, non come manager o dirigente d'azienda.
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La premessa del dialogo, sui Social o di persona, è la disponibilità al dialogo
Dialogare è prendere contatto, il contatto oggi manca non solo perché ci incontriamo di meno fisicamente. Il contatto è anche quello della concentrazione che si sofferma su un pensiero, dell'attenzione che si adagia su una parola o su una sensazione. In tal senso manca il contatto che presuppone il dialogo. Spesso crediamo di essere ansiosi, e lo siamo, ma l'ansia è un segno di mancanza di contatto con noi stessi, con il nostro dialogo profondo. Il contatto è la cura all'ansia. E' una difficoltà che anche io ravviso con me stessa.
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La consulenza filosofica è sempre in bilico, sul crinale dell’essere/non essere e del desiderare
La sua estrema fragilità e mimeticità la rende vulnerabile e precaria. Parlare di metodo è pedante e noioso ma necessario perché rende ciò che si fa credibile e professionale. Negare il metodo o generalizzare come fa Achenbach non è molto di aiuto. Serve una costante opera di ricomposizione è un lavoro di Sisifo, ricostruire, collegare, analizzare questa è la ricerca infinita dei filosofi cui la consulenza non può sottrarsi.
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Il dialogo è fondamentale per comprendere e comprenderci ( Christian Negri)
“Conversare” e “dialogare”. Siamo sicuri che con-versare sia lo stesso che dia-logare? Se con-versare ci riporta al volgere insieme l’attenzione verso una certa tematica, il dialogo invece porta con sé (in sé) sia il “due” (dia-, διά-) che la parola, il ragionamento, il “logos” (λογος-), ma anche la massima distanza che divide (il dia- dice anche questo). Appunto perché distanti, i due possono costruire ponti attraverso il logos. Credo che il dialogo sia massimamente importante per comprendere e comprenderci. Funziona anche online? Io credo di si, almeno questa è la mia esperienza. Certo, con il limite della mancanza di spazialità e gestualità attraverso cui si danno e ci attraversano le parole.
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L'assenza di autentico dialogo è problema centrale del nostro tempo ( Stefano Zampieri)
Non c’è singola consulenza filosofica o laboratorio di pratica filosofica che non mi abbia imposto una riflessione, che non mi abbia posto delle domande teoriche alle quali era necessario dare risposta. Credo sia proprio specifico del lavoro filosofico il mettersi costantemente in questione. Il filosofo non è mai arrivato alla fine del suo percorso. La filosofia è proprio un viaggio senza termine ultimo, o se vogliamo è proprio quella “analisi interminabile” di cui parlava Freud. Per usare una formula la guida del nostro lavoro non può che essere l’indicazione socratica del non sapere.
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Il dialogo filosofico nasce allenando il pensiero esercitando lo sguardo e il guardarsi dentro (Nausica Manzi)
Secondo me un dialogo filosofico si può promuovere e alimentare allenando il pensiero tramite l’esercizio del guardare e del guardarsi: ovvero, ad esempio usare i social e il web come canali per porre quesiti, per mettere in dubbio la realtà ed ogni significato delle singole cose che la compongono, per riceverne o indifferenza o attenzione, consapevoli che però, entrambe, paradossalmente, saranno in grado di scatenare qualcosa in qualcuno. Bisognerebbe usare le piattaforme che il web ci offre per creare gruppi in cui si discute di argomenti vari soprattutto tra i giovani.
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Il dialogo è trasformativo, umanistico (Nicoletta Poli)
La consulenza filosofica è aperta all’ascolto nel rispetto della persona senza approvazione né biasimo e si occupa della complessa struttura del pensiero. Il consulente filosofico pensa insieme al consultante il pensiero del consultante, riflettendo sui presupposti del pensare che condizionano comportamenti ripetitivi, imitativi, confusi. Riflette insieme al consultante sulla propria visione etico-morale, sui propri a-priori, sulla propria filosofia di vita. Lo sostiene nel meglio concettualizzare, sviluppando varie capacità (comunicativa, dialettica, consapevolezza etica, capacità di gestione di conflitti valoriali e non..)
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La filosofia oggi aiuta ovunque sorge la consapevolezza della Complessità (Maurizio Chatel)
Il dialogo è qualcosa di così serio che andrebbe riservato a quei momenti dell’esistenza che richiedono tutta la nostra partecipazione; non si può dialogare sempre, come non si può pensare “a come sto respirando” perché ci paralizzeremmo. Il dialogo autentico richiede due elementi fondamentali: il giusto momento e il giusto ambiente.
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