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Gioia e amore per il dopo Coronavirus
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E' il sogno di Piero Piro, sociologo intervistato da Mario Catalano. Il futuro in formazione non deve essere "un semplice e angosciante mondo di prima".
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Iconografia della mascherina
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Segnaliamo un articolo di Remo Bassetti pubblicato sul suo Wrog dal tittolo "Mascherine tra salvezza, superstizione e iconografia". Vi si parla di politica, di comunicazione, di percezioni e comportamenti sociali. Una analisi fenomenologica del prodotto che ha occupato non soltanto la scena della distribuzione corrente ma soprattutto l'immaginazione e l'attenzione. Una lettura interassante ricca di spunti di riflessione e anche sano umorismo. Per alcuni forse cinismo.
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Il confinamento è stato un trauma immenso ma non uguale per tutti (dialogo con Brigitte Monassi)
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Quando la crisi sarà passata molti riprenderanno uno sviluppo positivo. E’ la definizione della resilienza. Non sarà il caso di tutti, ci sarà un lavoro a livello personale da fare per costruire il proprio futuro qualora sul piano professionale sia stato affetto dalla crisi del Covid19. Ci sarà un grandissimo bisogno di accompagnamento e cura degli adulti e dei bambini che hanno subito dei maltrattamenti e mi duole il cuore a pensare a quanta sofferenza è emersa.
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Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
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Il conto da pagare e chi lo pagherà
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In un'intervista a Huffpost, la scrittrice e attivista no-global Naomi Klein, sostiene che l'austerità che seguirà il tempo del Coronavirus presenetrà un conto salato da pagare.
Un conto che all'autrice ricorda quanto avvenuto nel 2008 quando a pagare di più fu la gente comune. Il tanto tempo a disposizione dovrebbe servire a prepararsi alla mobilitazione con in testa l'idea che un altro mondo e un altro modello economico siano possibili.
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Il futuro non è della tecnica: lo dice la pandemia
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Segnaliamo una intervista al sociologo Franco Ferrarotti pubblicata dal quotidiano l'Avvenire.
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Il senso del futuro
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Il coronavirus, arrivato imprevedibile e inaspettato, non ci ha portato dentro un labirinto ma aperto una nuova possibilità, quella di scegliere la direzione da prendere per un futuro diverso. L'unico forse capace di interrompere il deragliamento al quale stiamo lavorando da tempo. Dopo anni nei quali ci siamo mossi su un binario che credevamo senza alternativa, ora scopriamo di avere una scelta e che il presente continuo, nel quale ci siamo volontariamente imprigionati, non era la soluzione ideale. Il coronavirus ci ha obbligati a fermarci, riflettere e ora ci da la possibilità di fare una scelta. Anche se forse è già tardi.
Su questo e molto altro segnaliamo una riflesisone del filosofo Umberto Galimberti. Con il suo pensiero spiazzante, ruvido e chiaro parla a tutti coloro che vogliono intendere e, dopo avere inteso, agire. Il testo è stato pubblicato su GQ Italia.
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Il Terzo incomodo
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In questo Dicembre strano, però, tra l’abbraccio delle presenze e la carezza invisibile delle mancanze si è infiltrato un Terzo, dispettoso, incomodo, accentratore e tremendo portatore di rivoluzione. Questo Terzo incomodo si è presentato nelle case, nelle strade, nelle vite e nelle anime di ciascuno come un re con la sua corona, come un ospite celebre e terribile da accogliere e a cui dare ogni tipo di confort e privilegio, solo perché è lui, solo perché fargli un torto significherebbe scatenare qualcosa di inspiegabile e così grande come un meterorite, il cui impatto fermerebbe addirittura il movimento dello stesso intero pianeta Terra.
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#CUOREDIFOGLIOLINA
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Iperoggetti pandemici
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La pandemia da Covid19 è interpretata come un iperoggetto, secondo la teoria di Timothy Morton. Gli "iperoggetti pandemici" sono tracce visive degli iperoggetti connessi con la pandemia, dalle scorie energetiche al degrado ambientale, in un ampio arco temporale che si spinge nel futuro.
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Tabulario
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Isolamento e quarantena hanno amplificato disagi psichici già esistenti (Antonia Del Vecchio)
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In più occasioni ho pensato che “non tornerà tutto come prima, sarà meglio di prima”. In verità poi ho ridefinito questa affermazione dicendo che “potrebbe tornare tutto come prima”.
Ebbene sì perché per poter portare delle migliorie nella vita bisogna volerlo. Bisogna avere coraggio di reagire e non subire il tutto passivamente.
“Nessuno di salva da solo”, è così! La parola d’ordine è fare insieme e sforzarci di remare tutti nella stessa direzione.
Siamo tutti sulla stessa barca ma non siamo tutti in prima classe.
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Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti
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L'emozione dominante è la paura (intervista con Enzo Battaglino)
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È necessario osservarsi e osservare per capire cosa sia successo e perché, ma soprattutto a quale scopo si è ciò che si è e si fa ciò che si fa. Contemplando di rinunciare a un equilibrio che, per quanto anche fonte di sofferenza, è comunque un equilibrio. Si tratterà allora di renderci consapevoli, come società, di ciò che siamo stati e di come la pandemia, il confinamento e il distanziamento fisico ci abbiano mostrato anche i limiti di quel modello, sia in termini di investimenti nella sanità che di funzionamento economico, sociale ed ecologico. Innanzitutto, dando priorità alla salute in tutte le sue accezioni, all’inclusione della fragilità nella normalità, al ricercare nuove definizioni della normalità che includano ciò che avevamo negato, dimenticato, rimosso.
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Parlando di Coronavirus e dei suoi effetti