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La consulenza filosofica è sempre in bilico, sul crinale dell’essere/non essere e del desiderare
La sua estrema fragilità e mimeticità la rende vulnerabile e precaria. Parlare di metodo è pedante e noioso ma necessario perché rende ciò che si fa credibile e professionale. Negare il metodo o generalizzare come fa Achenbach non è molto di aiuto. Serve una costante opera di ricomposizione è un lavoro di Sisifo, ricostruire, collegare, analizzare questa è la ricerca infinita dei filosofi cui la consulenza non può sottrarsi.
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COME LA LOGICA CONFUTA LO SCETTICISMO: LA CONSEQUENTIA MIRABILIS
Lo scetticismo svolge un ruolo determinante nello sviluppo della filosofia, perché pone in modo chiaro gli interrogativi che sono alla base del problema filosofico della conoscenza (o gnoseologia), e perché lancia una sfida. Infatti i filosofi, confrontandosi con i dubbi scettici, si trovano di fronte a un bivio: o ammettere che non esiste la certezza, o confutare le obiezioni scettiche.
Si trova in Blog / Biblioteca Filosofica
Sono un uomo e niente di ciò che è (dis)umano mi è estraneo
La vera sfida della nostra età planetaria è rappresentata dal prendere consapevolezza del lato d’ombra che permea di sé non solo gli assunti impliciti delle nostre tradizioni culturali, ma anche la nostra impronta filogenetica, lungo l’asse della quale occorre dunque risalire per impostare un nuovo umanesimo etnologico che sappia andare oltre i limiti dei vecchi umanesimi.
Si trova in Blog / Biblioteca Filosofica
L’uomo è tecnico, protetico, artificiale fin dai tempi primitivi (Rossella Fabbrichesi)
Dal Protagora platonico all’Orazione sulla dignità dell’uomo di Pico della Mirandola, l’uomo è definito come l’essere che non ha strumenti e dotazioni peculiari, ma ha natura indefinita e dunque può divenire quello che vuole, angelo o fiera. La sua natura è ‘naturalmente’ irrobustita con protesi e tecniche avventizie, è estranea, strumentale, dotata di arti (arti-ficiale) e astuzie per sopperire alle proprie deficienze strutturali.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Abbiamo bisogno di cenobi per il terzo millennio
Siamo sempre più immersi in un tempo orientato allo smarrimento della relazione con la vita che ci circonda, con quella che ci ha preceduto e appena si intravede, con le altre persone e, infine, con noi stessi. Quattro movimenti di separazione che, attraverso alcune metafore cliniche, potrebbero aiutarci a parlare di questa epoca come un’età segnata dall’autismo e dall’Alzheimer, cioè di perdita, progressiva e pandemica, del contesto e della memoria.
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
Innovazione è consapevolezza di un mondo in rapida trasformazione
L’ ostacolo maggiore per l’innovazione rimane sempre l’atteggiamento delle persone, la mancanza di una cultura e di un mindset aperto al cambiamento, la mancanza di lungimiranza nel tentativo di mantenere inalterato lo status quo. E’ importante perciò che le aziende lavorino sulla propria cultura interna e accettino il cambiamento, cercando di fare proprie le innovazioni anche dal punto di vista della comunicazione altrimenti il rischio diventa quello di dover essere costrette a chiudere.
Si trova in Blog / Innovazione e tecnologia
Può un futuro essere disegnato solo dalla tecnoscienza?
Gli scenari futuri sono condizionati dalla reazione che gli ecosistemi produrranno in conseguenza delle nostre azioni massive sugli equilibri naturali: oggi scontiamo un grave deficit immaginativo o, meglio, la mancanza di un orizzonte. Si ha come la sensazione di essere impigliati in un eterno presente, un gorgo in grado di macinare sia il passato che il futuro. Questo però non dipende solo dalla tecnica, ma soprattutto dal deficit di immaginazione politica: l’etica e la politica appaiono girare a vuoto, non avere progetti o prospettive. Ma può un futuro essere disegnato solo dalla tecnoscienza?
Si trova in Blog / Filosofia e tecnologia
L’innovazione in azienda non è un lusso, è una necessità.
Mi piace in particolare definire l’innovazione come il processo che mettiamo in atto nel rendere comprensibile e fruibile per l’adattabilità umana, che lavora in termini lineari, l’avanzamento tecnologico, che per sua natura è invece un processo esponenziale. Perché l’innovazione sia utile dobbiamo riuscire a comprenderne le dinamiche e metabolizzarne i risultati, favorendo una crescita continua e mantenendo la necessaria visione d’insieme.
Si trova in Blog / Innovazione e tecnologia
Il dialogo è fondamentale per comprendere e comprenderci ( Christian Negri)
“Conversare” e “dialogare”. Siamo sicuri che con-versare sia lo stesso che dia-logare? Se con-versare ci riporta al volgere insieme l’attenzione verso una certa tematica, il dialogo invece porta con sé (in sé) sia il “due” (dia-, διά-) che la parola, il ragionamento, il “logos” (λογος-), ma anche la massima distanza che divide (il dia- dice anche questo). Appunto perché distanti, i due possono costruire ponti attraverso il logos. Credo che il dialogo sia massimamente importante per comprendere e comprenderci. Funziona anche online? Io credo di si, almeno questa è la mia esperienza. Certo, con il limite della mancanza di spazialità e gestualità attraverso cui si danno e ci attraversano le parole.
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Con la tecnoconsapevolezza possiamo recuperare la libertà
Tiscali News ha sentito Carlo Mazzucchelli autore del libro "Tecnoconsapevolezza e libertà di scelta"
Si trova in Blog / Tabulario