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IRONIA [1]
Dal greco εἰρωνεία «dissimulazione, ironia», anche il dire il contrario di ciò che si pensa, lasciando però trasparire nel tono il vero sentimento. Nel procedere speculativo di Socrate usata per porre domande, interrogare. Può avere uno scopo derisorio, sia scherzoso sia offensivo, di rimprovero, correzione. Può anche essere una semplice constatazione dei fatti, di una situazione (Piove, incontrando una persona: "Bella giornata!"). L'ironia può essere bonaria, lieve, fine, sottile, arguta, faceta, o un’i. amara, fredda, beffarda, pungente, crudele, ecc.
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RISERVATEZZA [1]
Riservatezza ‘l’essere riservato, discreto, controllato nell’esprimersi e nel comportarsi’, proviene “dal verbo latino reservare ‘custodire (servare), mettere da parte (re-)’ – Con riferimento a cose che devono restare riservate. Nel linguaggio giuridico diritto alla non intromissione nella sfera indviduale da parte del potere pubblico o di soggetti privati
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La fisiognomica, questa sconosciuta: come rimanere gentilmente umani
Questa estate mi è capitato di riflettere su questa parola, fisiognomica, sul suo significato. Ecco la definizione della Treccani “Fisiognomica (o fisiognomonica, fisiognomonia). - Il nome greco di ϕυσιογνωμονία (riconoscimento, interpretazione della natura") fu per la prima volta usato da Aristotele per designare la scienza che deduceva i caratteri spirituali degl'individui dal loro aspetto corporeo, e particolarmente dai tratti del loro volto. Di qui l'origine di una lunga tradizione di scritti (tra i quali possono essere ricordati come più notevoli i Physiognomische Fragmente di J. K. Lavater, del 1775-78, e la Psychische Anthropologie di G. E. Schulze, del 1819) che mirò ad approfondire tali ricerche, in servizio della filosofia morale e in genere della precettistica pratica. Il fine conoscitivo della fisiognomica venne invece a invertirsi quando essa si orientò non più verso la deduzione dell'interno dall'esterno, dei caratteri morali da quelli somatici, bensì verso l'opposta determinazione dei caratteri esteriori che dovessero corrispondere a date passioni o atteggiamenti spirituali: ne nacque la teoria dell'"espressione" come elemento della tecnica delle arti figurative. Ma con ciò venne anche cadendo in disuso l'antico nome della scienza, che finì per trasferirsi - mediante il trapasso di "fisiognomonia" in "fisionomia" - a quella realtà che ne era stata l'oggetto principale.”
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OLTREPASSARE: una pratica filosofica?
Mi è stato chiesto da Carlo Mazzucchelli se la proposta di Oltrepassare possa essere/diventare una pratica filosofica. La mia risposta nelle righe che seguono.
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COMPLESSITA': il caffè filosofico di OLTREPASSARE
I CAFFE' FILOSOFICI DI OLTREPASSARE - Proseguono le iniziative di OLTREPASSARE. Ultima in ordine di tempo è stata una riflessione collettiva sulla parola complessità nella forma di caffè filosofico. Una parola scelta intenzionalmente per riflettere sulle molteplici resistenze che impediscono ancora di superare la frammentazione dei saperi in modo da poter cogliere l'irriducibile complessità della realtà e dei problemi fondamentali. Una complessità da intendersi come una molteplicità di dimensioni ed elementi. tutti tra loro intrecciati.
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Il rumore delle parole
OLTREPASSARE CON UN LIBRO - «Parole, soltanto parole, faticosamente ripetute e combinate per metterle in ordine. È tempo invece che si ritorni ai bisogni dell’uomo, a un’essenzialità che riporti al senso del quotidiano.» Il ritorno, raccontato dall'autore, passa anche attraverso un lavoro fatto in solitaria e al computer, fatto di riflessioni su alcune parole che hanno riempito la sua esistenza. Parole come democrazia, assurdità, bellezza e vecchiaia. Quattro parole sulle quali nascono quattro lezioni virtuali, buttate in Internet alla ricerca di qualcuno disposto ad ascoltarlo. E ciò che succede sorprende il protagonista anziano del libro di Andreoli che con un certo stupore scopre che il suo pubblico cresce lezione dopo lezione. Si rende conto di avere di nuovo una voce. Sa di essere fragile, ma è proprio la sua fragilità a renderlo più umano. Un libro, questo di Andreoli, che calza a pennello con OLTREPASSARE, una iniziativa finalizzata a far rumore sulle parole che contano e farlo facendo emergere e costruendo un NOI salvifico che ci possa salvare.
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In fondo basta una parola
Un libro sulle parole per ridare senso ad alcuni vocaboli, belli o brutti che siano, scelti dall'autore come candidabili a essere approfonditi, anche per mettere in discussione l'uso conformistico che se nefa ma anche il potere e l'ordine che caratterizza il contesto nel quale oggi viviamo. Le parole scelte sono 50, non sono presentate in ordine alfabetico ma sulla base di sensazioni e emozioni personali. Molte parole presentate sono attraversate come se fossero delle storie.
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Il libro delle parole altrimenti smarrite
OLTREPASSARE CON UN LIBRO - Ci sono parole che, con il mutare continuo della lingua, smettono di essere usate, svaniscono nel dimenticatoio della storia e dell'uso quotidiano. Parole smarite che però non smettono di essere attuali, anzi alcune rappresentano un tesoro nascosto su cui poter contare. Alcune di queste parole mostrano come situazioni, vizi e virtù umani rimangano sempre gli stessi, anche se le parole cambiano. Parole smarrite però hanno una carica descrittiva, semantica ed etimologica potente, una capacità particolare nel descrivere in modo minuzioso atteggiamenti, pregi e difetti inestirpabili, nonostante lo scorrere del tempo. Parole come scopamestieri (precariato di una volta), ventisettaio (giorno di paga), e molte altre. Sarebbe interessante se anche in OLTREPASSARE qualcuno adottasse le parole smarrite per ricordarne la validità attuale e farle risorgere.
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Le parole sono importanti
OLTREPASSARE CON UN LIBRO - Noi di OLTREPASSARE amiamo le parole perchè le parole sono importanti e per questo bisogna dare a esse il meritato valore. Non solo quello etimologico e linguistico ma cognitivo, mentale, emotivo, esistenziale e individuale. Tutti sottovalutiamo le parole che usiamo, leggiamo e sentiamo. Siamo poco abituati a smontarle, a ricercarne le radici, a riconoscerne la ricchezza semantica, le polisemie di cui sono portatrici, financo i prefissi, suffissi e derivati vari che le caratterizzano. Più sono comuni e più le parole sono importanti, lo dice anche Balzano nel suo libro. Le parole sono confini, punti di incontro e di scambio. OLTREPASSARLE è un modo per superare l'oscurantismo, la superficialità e il conformismo dell'era tecnologica attuale. Chi leggesse il libro scoprirebbe che lavorare sulle parole è farsele amiche e avere delle amicizie così coinvolgenti è forse più importante che avere una miriade di contatti sui social.
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Perchè la parola è diventata così importante?
Mai come in questi tempi contagiosi, la parola ha assunto un significato così importante. La parola nella sua etimologia, nei suoi significati polisemici, nella sua musicalità (Conte o Draghi pari sono? Meglio Madame e i Måneskin!), nel suo utilizzo, spesso distorto e manipolatorio. La parola, comunque e sempre voce di realtà. Sulla parola SoloTablet ha lanciato a inizio Marzo 2021 una iniziativa che alla parola fa riferimento. Si chiama OLTREPASSARE (Pensare significa Oltrepassare), nasce dalla collaborazione di un gruppo di viandanti curiosi della lingua e di abitanti della Rete, con l'obiettivo di provare a dare nuovo senso alle parole, in un'era caratterizzata dall'epidemia ma soprattutto dalla tecnologia. OLTREPASSARE non è l'unica iniziativa nata di questi tempi sulla parola. Una che vale la pena di essere menzionata è quella del Piccolo Teatro di Milano (Marzo 20211) che mira a comporre un abbecedario utile a interpretare la realtà di oggi.
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