Nata nel 1999 a Seattle come media fatto dagli attivisti, Indymedia è stata una fucina di notizie, materiali, iniziative, autodifesa della privacy e tante altre cose. Permetteva di pubblicare in maniera anonima, libera e sicura azioni e testimonianze, di fornire versioni altre, più veritiere, sui fatti che interessavano le proteste del tempo sbugiardando i media tradizionali.
I tempi erano diversi, Internet era diversa. Non era ancora stata colonizzata da piattaforme proprietarie e dai loro algoritmi, era libera, democratica, utopica, promessa di futuri migliori e in divenire. Indymedia (italy.indymedia.org) era un luogo di dialogo e di informazione.
Ma Indymedia si è spenta (in Italia nel 2006), anche per colpa dei troppi troll e spam che l’hanno soffocata!
Oggi una nuova iniziativa ha reso i materiali prodotti da quella esperienza ancora fruibili. Il tutto grazie a una Time Machine inventata per riportare la memoria ai fatti del G8 di Genova )19-22 luglio) 2001 (https://lnkd.in/dWxpSQN)
L’iniziativa è collegabile anche alla pubblicazione di un libro edito da Alegre: 𝙈𝙞𝙡𝙡𝙚𝙣𝙣𝙞𝙪𝙢 𝙗𝙪𝙜 - 𝙐𝙣𝙖 𝙨𝙩𝙤𝙧𝙞𝙖 𝙘𝙤𝙧𝙖𝙡𝙚 𝙙𝙞 𝙄𝙣𝙙𝙮𝙢𝙚𝙙𝙞𝙖 𝙄𝙩𝙖𝙡𝙞𝙖. Un libro corale che ricorda a tutti quanto fosse importante lo slogan di Indymedia: «𝘿𝙤𝙣’𝙩 𝙝𝙖𝙩𝙚 𝙩𝙝𝙚 𝙢𝙚𝙙𝙞𝙖, 𝙗𝙚𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙩𝙝𝙚 𝙢𝙚𝙙𝙞𝙖».
In pochi anni la realtà è cambiata così come è cambiata Internet. Le piattaforme social proprietarie hanno travolto tutto e tutti.
Non tutti ne colgono gli effetti nefasti, tutti però potrebbero farsi cogliere dalla curiosità per cercare di scoprire cosa #Indymedia abbia rappresentato come progetto di comunicazione autogestita.
Poi potrebbe fare un confronto con lo stato dell’arte della comunicazione, dell’informazione e dei media attuali.
Potrebbe trovarsi sorpreso e spiazzato!