MISCELLANEA /

Smartphone e fazzoletto

Smartphone e fazzoletto

10 Luglio 2022 Redazione SoloTablet
SoloTablet
Redazione SoloTablet
share
Segnaliamo un ottimo articolo di riflessione pubblicato da Remo Bassetti sul suo Wrog.

Lo smartphone aspira a essere un oggetto totale, un oggetto-mondo, per l’incredibile quantità di funzioni che assomma: questo lo rende differente da tutti gli altri oggetti che l’hanno preceduto. Ma non del tutto unico. Il fazzoletto, per dire, non è stato un oggetto totale meno ambizioso, al punto che possiamo tracciare diversi parallelismi con lo smartphone. Intanto l’esigenza di essere sempre a portata, spinta al punto da farne un’appendice del corpo, obiettivo che anzi il fazzoletto ha raggiunto più agevolmente, trovando alle legature al polso e al collo un’alternativa più carnale del semplice posizionamento nella tasca. Chiaramente lo smartphone è più efficace in termini comunicativi. E però, purché gli interlocutori non siano esageratamente lontani, il fazzoletto sventolante manda segnali carichi di pathos (e meno equivoci di quelli telefonici), come salutare qualcuno che si sta allontanando sopra il treno, festeggiare il successo di un atleta oppure arrendersi (in questo caso deve essere bianco), quando non si dispone di una bandiera. Nel Portogallo dell’Ottocento e del Novecento i lencos de perdidos, fazzoletti di lino e cotone finemente decorati, svolgevano una funzione di sondaggio analoga a quella di Tinder. Se poi la questione si faceva più seria si passava ai lencos des namorados, che segnalavano lo stato sentimentale, come su Facebook. Allo stesso modo, e con finalizzata precisione, nella comunità gay americana degli anni ’80 portare il fazzoletto a destra o a sinistra esprimeva la preferenza attiva o passiva, e il colore etichettava la pratica preferita. Secondo Plutarco, Cleopatra messaggiava Antonio con fazzoletti intrisi di lacrime.

 

...per completare la lettura

comments powered by Disqus

Sei alla ricerca di uno sviluppatore?

Cerca nel nostro database