Questi dati emergono dalla seconda edizione del Cisco AI Readiness Index, report per il quale sono state coinvolte quasi 8.000 organizzazioni di 30 mercati, tra cui l’Italia e che ha come obiettivo quello di capire quanto le aziende sono pronte a investire in AI, a implementare soluzioni basate su di essa e a utilizzarla.
Data la rapidità con cui evolve il mercato e l’impatto significativo che ci si aspetta che l’AI possa avere sul business, questo divario tra urgenza e capacità è particolarmente allarmante, secomdo gli estensori del documento.
“Tra poco ci saranno solo due tipi di aziende: quelle che sono aziende AI e quelle che non sono più rilevanti. L’AI ci sta facendo ripensare tutto: richiesta energetica, capacità di calcolo, connettività ad alte prestazioni nei e tra i datacenter, requisiti dati, sicurezza e altro ancora” ha dichiarato Jeetu Patel, Chief Product Officer di Cisco. “A prescindere da dove si trovano nel loro percorso AI, le aziende devono adeguare i data center che hanno e le loro strategie cloud per le nuove esigenze e avere un piano di adozione dell’AI, agile e resiliente, che possa evolvere”.
Ecco gli altri principali risultati del nuovo report di Cisco
URGENZA: le aziende pensano di avere al massimo 18 mesi per dimostrare l’impatto che l’AI può avere.
- La maggior parte (85%) pensa che 18 mesi sia il tempo massimo, ma oltre la metà (59%) pensa che restino appena 12 mesi. Come detto, il dato italiano è differente, con il 48% che ritiene di avere solo un anno di tempo.
Digitalizzazione e AI strategiche per la crescita italiana
STRATEGIA: le aziende concordano sul fatto che l’AI non possa essere adottata con efficacia in senza una strategia precisa.
- Il 28% delle aziende globali interpellate risulta del tutto pronta dal punto di vista strategico. Per l’Italia questo dato scende al 19%
- A livello globale, è la cybersecurity la priorità principale da curare per implementare l’AI, con il 42% dei rispondenti dichiara di aver raggiunto un livello avanzato in questo senso.
- L’infrastruttura, al 40%, è la seconda priorità; subito dopo ci sono le capacità di analisi dei dati e di gestione dei dati, citate tra le priorità nel 39% dei casi.
INVESTIMENTI: le aziende stanno spingendo molto sull’AI nonostante i risultati poco entusiasmanti dei progetti AI già in atto.
- Secondo gli interpellati, nei prossimi cinque anni circa il 30% dei budget IT sarà dedicato all’AI: quasi il doppio rispetto ad oggi.
- Quasi la metà delle aziende dichiarano che i progetti AI implementati nelle loro aree prioritarie non hanno raggiunto quest’anno risultati pari alle aspettative ma il 59% pensa che l’impatto degli investimenti AI supererà le attese dopo 5 anni. Sono di questa opinione anche il 28% delle realtà italiane coinvolte.
INFRASTRUTTURA: le reti non sono pronte a supportare i carichi di lavoro AI.
- Considerando il livello di preparazione complessivo, sono del tutto pronte dal punto di vista infrastrutturale il 15% delle aziende globali. In quest’area l’Italia registra un risultato inferiore, con un 10%.
- A livello globale il livello di arretratezza più significativa sul grado di preparazione delle aziende si è registrato quest’anno sul tema delle infrastrutture. Ci sono problemi in varie aree, tra cui la capacità di calcolo, le performance della rete nel data center e la sicurezza.
- Solo il 21% delle organizzazioni ha già le GPU necessarie per le esigenze attuali e future dell’AI.
- Il 30% dei rispondenti dichiara di essere già in grado di proteggere i dati nei modelli AI con crittografia end-to-end, audit di sicurezza, monitoraggio continuo, risposta immediata alle minacce.