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AI: un potenziale quasi tutto da catturare

AI: un potenziale quasi tutto da catturare

05 Dicembre 2024 Gian Carlo Lanzetti
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Gian Carlo Lanzetti
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Solo il 13% delle aziende globali lo sa fare, il 9% in Italia. Per tutte è cresciuto il senso dell’urgenza. Un anno appare già troppo lungo

Questi dati emergono dalla seconda edizione del Cisco AI Readiness Index, report per il quale sono state coinvolte quasi 8.000 organizzazioni di 30 mercati, tra cui l’Italia e che ha come obiettivo quello di capire quanto le aziende sono pronte a investire in AI, a implementare soluzioni basate su di essa e a utilizzarla.

Data la rapidità con cui evolve il mercato e l’impatto significativo che ci si aspetta che l’AI possa avere sul business, questo divario tra urgenza e capacità è particolarmente allarmante, secomdo gli estensori del documento.

Tra poco ci saranno solo due tipi di aziende: quelle che sono aziende AI e quelle che non sono più rilevanti. L’AI ci sta facendo ripensare tutto: richiesta energetica, capacità di calcolo, connettività ad alte prestazioni nei e tra i datacenter, requisiti dati, sicurezza e altro ancora” ha dichiarato Jeetu Patel, Chief Product Officer di Cisco. “A prescindere da dove si trovano nel loro percorso AI, le aziende devono adeguare i data center che hanno e le loro strategie cloud per le nuove esigenze e avere un piano di adozione dell’AI, agile e resiliente, che possa evolvere”.

Ecco gli altri principali risultati del nuovo report di Cisco

URGENZA: le aziende pensano di avere al massimo 18 mesi per dimostrare l’impatto che l’AI può avere.

  • La maggior parte (85%) pensa che 18 mesi sia il tempo massimo, ma oltre la metà (59%) pensa che restino appena 12 mesi. Come detto, il dato italiano è differente, con il 48% che ritiene di avere solo un anno di tempo.

 STRATEGIA: le aziende concordano sul fatto che l’AI non possa essere adottata con efficacia in senza una strategia precisa.

  • Il 28% delle aziende globali interpellate risulta del tutto pronta dal punto di vista strategico. Per l’Italia questo dato scende al 19%
  • A livello globale, è la cybersecurity la priorità principale da curare per implementare l’AI, con il 42% dei rispondenti dichiara di aver raggiunto un livello avanzato in questo senso.
  • L’infrastruttura, al 40%, è la seconda priorità; subito dopo ci sono le capacità di analisi dei dati e di gestione dei dati, citate tra le priorità nel 39% dei casi. 

INVESTIMENTI: le aziende stanno spingendo molto sull’AI nonostante i risultati poco entusiasmanti dei progetti AI già in atto

  • Secondo gli interpellati, nei prossimi cinque anni circa il 30% dei budget IT sarà dedicato all’AI: quasi il doppio rispetto ad oggi.
  • Quasi la metà delle aziende dichiarano che i progetti AI implementati nelle loro aree prioritarie non hanno raggiunto quest’anno risultati pari alle aspettative  ma il 59% pensa che l’impatto degli investimenti AI supererà le attese dopo 5 anni.  Sono di questa opinione anche il 28% delle realtà italiane coinvolte. 

INFRASTRUTTURA: le reti non sono pronte a supportare i carichi di lavoro AI.

  • Considerando il livello di preparazione complessivo, sono del tutto pronte dal punto di vista infrastrutturale il 15% delle aziende globali. In quest’area l’Italia registra un risultato inferiore, con un 10%.
  • A livello globale il livello di arretratezza più significativa sul grado di preparazione delle aziende si è registrato quest’anno sul tema delle infrastrutture. Ci sono problemi in varie aree, tra cui la capacità di calcolo, le performance della rete nel data center e la sicurezza.
  • Solo il 21% delle organizzazioni ha già le GPU necessarie per le esigenze attuali e future dell’AI.
  • Il 30% dei rispondenti dichiara di essere già in grado di proteggere i dati nei modelli AI con crittografia end-to-end, audit di sicurezza, monitoraggio continuo, risposta immediata alle minacce. 

 

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