"Se non ci fosse Facebook, bisognerebbe inventarlo"!
Non per collegarsi ad amici e conoscenti, bensì per permettere la "osservazione di secondo ordine" ovvero osservare come siamo osservati e da qui costruire e rafforzare la nostra identità attraverso i profili. Una tendenza in tutta la società che è stata solo accellerata e amplificata grazie alla disponibilità della rete. Vi è dunque bisogno di comprendere la radice sociologica (non tecnologica!) del fenomeno, attraverso nuove parole, e non fermarsi al semplice giudizio etico legato a vecchio schemi. Solo così si potranno da un lato comprendere e mitigare i rischi che i social comportano, dall'altro sfruttarne l'aspetto positivo offerto dal loro potenziale."
Il libro di Hans-Georg Moeller, Paul J. D'ambrosio, Il tuo profilo e te - L’identità dopo l’autenticità è pubblicato da Mimesis, Collana: Coincidentia Oppositorum
Sempre più spesso, ci presentiamo e incontriamo gli altri attraverso i profili. Un profilo ci mostra non come siamo visti direttamente, ma come siamo percepiti da un pubblico più ampio.
L’identità basata sul profilo è ormai palese ovunque, dalla cultura pop alla politica, dal marketing alla moralità. Ma troppo spesso i critici si limitano a denunciare questa presunta superficialità in difesa di un supposto ideale di espressione autentica o sincera.
La quarta rivoluzione
Questo libro sostiene che il profilo segna un cambiamento epocale nel nostro concetto di identità e dimostra perché questo è importante. Invece di polemizzare contro il profilo, gli autori delineano come funziona, come lo applichiamo senza difficoltà nella nostra vita quotidiana e come plasma i nostri valori: a livello personale, economico ed etico.
Proponendo un punto di osservazione profondo e innovativo sull’impatto che i nuovi social media hanno sulla presentazione del sé, questo libro introduce anche una riflessione su come salvaguardare la propria identità in un’epoca di profilazione proliferante.