MISCELLANEA /

SEO: siamo sicuri che possa servire?

SEO: siamo sicuri che possa servire?

26 Agosto 2015 Redazione SoloTablet
SoloTablet
Redazione SoloTablet
share
Internet ci ha regalato la libertà, forse anche l’illusione di averla. Online a farla da padrone sono gli algoritmi, di Google Search e non solo. Sono loro a determinare quale contenuto sia più attraente, adeguato, interessante e quale sia il migliore per rispondere alle esigenze del navigante online. Per renderli felici sono proliferate negli anni numerose pratiche SEO (Search Engine Optimization) che coinvolgono migliaia di persone e società. Numerosi sono anche coloro che ritengono inutile la SEO o vi si oppongono credendo di essere dotati di conoscenze e pratiche migliori.

Sulla SEO abbiamo intervistato Davide Puzzo, consulente SEO e SEM, digital marketing manager.

Buongiorno, per iniziare ci vuole raccontare qualcosa di lei? A chi si rivolge con le sue attività e come vive l’era digitale che ha trasformato il mondo attuale?

Buongiorno, sono un amante dei computer, delle tecnologie, delle innovazioni, delle nuove idee e della comunicazione globale sin da quando ero bambino 

Dopo molte esperienze lavorative come responsabile di negozio e logistica, come analizzatore di prodotto, come analizzatore di statistiche di vendita, come sviluppatore software, web e come supporto tecnico e assistenza clienti sono diventato tutto questo nella mia azienda.

Da 18 anni, infatti, ho un negozio fisico di computer ed elettronica di consumo (IT store in termini moderni) con relativo laboratorio per assistenza post vendita. Ho anche una web agency con cui sono Google Partner e Aruba business partner.

Quando sono partito, 24 anni fa, semplicemente volevo riparare computer, non pensavo di creare un'industria che oggi coinvolge tutti i sistemi informatici aziendali, NO!

Pensavo di portare i miei servizi presso le aziende e infatti così feci. Poi si creò l'azienda d’accordo, ma non era nei miei sogni farlo, è successo come son successe tante altre cose, come NON sono successe tante altre cose che avrei voluto.

Oggi sono diventato un pensatore creativo, ho una forte capacità di coordinamento, di problem solving e analisi collaborativa, ho esperienza nella gestione di relazioni con partner sia interni che esterni con forti capacità di gestione dell'influenza.

Lavoro nei settori di:

  • Marketing
  • Web Analytics
  • CRO (Conversion Rate Optimization)
  • Lead Generation
  • CRM
  • SEO, SEM
  • Google Analytics e Google Ads
  • realizzo siti web, APP e software gestionali per aziende

Ambisco a fornirti un prodotto e/o un servizio IT, qualunque siano le tue esigenze di business:

l’hardware e il software gestionale adatto a te e un accurato servizio veloce e personalizzato. Realizzare e guidare il tuo sito internet al successo, sia un semplice sito, un portale o un ecommerce, realizzare infine la tua mobile app.

La mia mission è puramente l’IT a 360°.

Svolgendo questo tipo di lavoro ho vissuto più ere digitali, bisogna sapersi adeguare per tempo e in tempo, ma fa parte del mio lavoro. A esempio, la web agency non c’era prima del 2007, ma il mondo stava andando sempre più online e sempre più verso il digitale, di conseguenza mi sono adeguato e continuerò a farlo.

Di SEO si parla da molti anni. Nel tempo gli algoritmi di Google Search sono costantemente cambiati, in sintonia con gli obiettivi di business di Google. Quali sono secondo lei i motivi per cui oggi bisognerebbe investire in attività SEO? E perché la SEO è così importante.

La SEO è composta da più elementi diversi e sapere cosa sono e come funzionano è la chiave per capire perché la SEO è così importante. In breve, la SEO è significativa perché rende il tuo sito web più visibile e ciò significa più traffico e più opportunità per convertire i potenziali clienti in clienti.

Ci sono diversi motivi per cui bisognerebbe investire in attività SEO:

  • La SEO funziona. Questa è una ragione abbastanza semplice, ma è completamente vera. Ad oggi, Google elabora 4,1 miliardi di ricerche al giorno. Con quel tipo di volume di ricerca, non c'è dubbio che il posizionamento nei risultati di ricerca di Google offra una preziosa opportunità per ottenere più traffico sul sito web della tua azienda.
  • A causa del mobile, la SEO sta diventando ancora più importante per le piccole imprese. Sono finiti i giorni in cui le persone dovevano aspettare fino a quando non tornavano a casa e andavano davanti a un computer per cercare qualcosa online. Con le ricerche da dispositivo mobile, che ora superano quelle del desktop, più persone che mai stanno effettuando ricerche in movimento. Questo è ottimo per le piccole imprese perché significa che le persone cercano le cose nel momento esatto in cui ne hanno bisogno e sono pronte per effettuare un acquisto. Ad esempio, supponiamo che il potenziale cliente sia in viaggio d'affari nella tua zona e che stia camminando per la città quando decide di avere voglia di un caffè. Tutto ciò che questa persona deve fare è digitare "bar vicino a me" nel browser del cellulare e troverà tutti i risultati locali. Per una caffetteria locale più piccola, che si posiziona nella loro zona rispetto ai grandi negozi di caffè come Starbucks significa che le persone possono trovarli non solo online, ma anche trovarli a piedi in tempo reale. Investendo in attività Local SEO stai mettendo la tua piccola impresa sotto il radar di persone che sono i tuoi clienti ideali e sono pronte a prendere rapidamente una decisione di acquisto.
  • Un posizionamento nei motori di ricerca più elevato dà credibilità alla tua attività. Cosa fai quando stai pensando di effettuare un acquisto online o in negozio? Per la maggior parte delle persone, la risposta è la ricerca. La maggior parte degli utenti web - fino all'80% in alcuni studi - guarda oltre gli annunci a pagamento e si concentra esclusivamente sui risultati di ricerca organici. Ciò significa che quando qualcuno sta facendo ricerche per un prodotto o un servizio, è molto più probabile che venga pre-venduto per la tua attività se ti posizioni in alto nei risultati di ricerca organici di Google. Inoltre, affinché tu possa posizionarti in alto, il tuo sito web avrà contenuti pertinenti, che aiuteranno a incrementare le vendite una volta che qualcuno fa clic sul tuo sito. Avere un posizionamento elevato significa che Google e altri ricercatori hanno trovato il tuo sito web pertinente. Ciò crea fiducia e autorità per la tua attività e offre ai consumatori una sensazione positiva nei confronti della tua attività prima ancora che inizino a cercare nel tuo sito. 

Non tutti concordano sul fatto che la SEO risponda ai bisogni di chi vi investe e alle promesse in essa comprese. Molti sostengono di avere risultati buoni anche senza SEO. Cosa c’è di errato in queste scelte e comportamenti. Cosa direbbe a un potenziale cliente che manifestasse scetticismo e resistenza all’investire in questo tipo di pratiche?

Quello che c’è di errato, spesso, è proprio il concetto.

“Non faccio SEO perché mi hanno già fregato”

“Non mi serve la SEO, basta avere il sito e venderò”

La realtà dei fatti è che la SEO è una strategia a medio/lungo termine che va dai 6 mesi ai 4 anni per poi manutenerla per mantenerla.
Chi apre un sito web ha l’errata concezione che sia sufficiente investire per realizzare il sito web e già l’indomani venderà, ma il sito web è solo lo strumento e proprio come un negozio offline dovrà ancora investire in pubblicità, branding, offerte e quanto altro.

Ogni strumento ha un suo costo e una sua tempistica, se si vogliono risultati immediati nel breve termine allora bisognerebbe investire in pubblicità digitale sempre, ammesso e concesso, che il cliente che sta aprendo il sito sia strutturato come offerta e che sia in un mercato in cui ci sia domanda.

La SEO concettualmente va considerata come un’attività di branding, nel senso che richiede tempo essere identificati come un brand così come richiede tempo, e molto lavoro, ottenere i posizionamenti desiderati e come dicevo prima ciò crea fiducia, autorità e anche branding per la tua attività.

La corretta strategia dovrebbe includere sia l’utilizzo di strumenti e strategie a breve termine che di strumenti e strategie a medio e lungo termine, ma tutti questi strumenti portano a quella che per il cliente è una “parolaccia” ossia “budget”.

Per mancanza di cultura sia aziendale/imprenditoriale che digitale il cliente non ha idea del budget da allocare alle strategie e agli strumenti e ancora peggio… Spesso non ha idea di quanto scritto finora.

Questa mancanza di cultura non c’è nelle grandi aziende e nelle multinazionali, ma la SEO non è per tutti così come l’ecommerce non è per tutti.

Nelle grandi aziende, invece, c’è la cecità nel medio e lungo termine. Si guarda più a fare una vendita oggi e del domani non interessa nulla, quindi solo strategie a breve termine.

Un esempio di grande azienda è quello di una banca e dei suoi agenti in attività finanziaria. Gli agenti oggi non vanno più porta a porta quindi delegano l’acquisizione di contatti o lead al digitale, ma spesso omettono le pratiche SEO e quindi comprano elenchi di nominativi per poi lamentarsi che i telefonisti sono stati freddamente mandati a quel paese, lamentandosi così della qualtià del lead oppure investono in SEM e social ads al fine di generare lead per poi lamentarsi che i lead erano qualitativi, ma quanto sono costati!

In tal senso la SEO non è per tutti, ignorano volutamente le pratiche SEO perché spesso i dirigenti vendita strappano, grattano, il budget da allocare ai dirigenti marketing e gli è consentito farlo semplicemente perché, mi riallaccio a quanto dicevo, portano fatturato oggi.

Il marketing viene visto così, erroneamente, come un costo e gli si ridimensiona il budget e con il budget più basso che si fa? Si taglia la SEO.

Ovviamente, e per fortuna, non tutte le grandi aziende sono così come dico.

SEO, storytelling, social media marketing, SEM, ecc. Sono tante pratiche che sono emerse negli anni come utili per trasformare in digitale molti aspetti del business. Sono partiche che coinvolgono migliaia di operatori e professionisti. Come vede lei questo mercato in Italia? Non crede che ci sia un surplus di offerta e che molta di essa sia inadeguata? Non crede che anche la domanda sia altrettanto inadeguata?

E’ un mercato reale che vale tanto in Italia e in ogni parte del globo. Ritengo ci sia un surplus di offerta, soprattutto per la parte dei social, in quanto a molte persone – operatori e non – viene facile pensare: che ci vuole a offrire questo servizio? Un incipit carino, una bella foto e se serve sponsorizzo.

Non è così semplice, purtroppo per loro. Il lavoro di comunicazione, di storytelling di persuadere un lettore è un’arte che richiede molta esperienza così allo stesso modo le strategie di sponsorizzazione di un contenuto.

Fino a qualche tempo fa per consegnare un messaggio ci si affidava ai media cioè radio, giornali, tv, oggi ci si può affidare al proprio sito consegnando il messaggio o il contenuto ai social e dai social all’utente finale. Stesso iter per i risultati organici e non di Google.
E’ importante il tone of voice, sono importanti le immagini e i video ed è altrettanto importante che il messaggio venga recapitato ed infine recepito 

La domanda è spesso inadeguata non per quantità, ma per qualità.

Esiste come già detto una carenza di cultura aziendale, imprenditoriale e digitale mista a fregature già ricevute – e mai digerite – e carenza di budget da parte di chi pone la domanda

Infine una domanda filosofica. Praticando un’attività volta a soddisfare gli algoritmi non le sembra di contribuire alla costruzione di una realtà dominata dalle macchine? E’ come se ci si adeguasse al codice straniero che fa funzionare gli algoritmi e decide per noi cosa sia bene e male, cosa si debba comperare e quando, ciò che conviene pubblicare o meno, come va scritto e quanto deve essere esteso, ecc. Come professionista lei non si pone mai domande di questo tipo?

Si, sono domande che mi sono posto diverse volte e alla fine ho adottato una soluzione adeguata a me.

Cioè incrementare la produzione di contenuti che lato SEO non guasta mai.

Con la produzione di più contenuti intendo dire che inizialmente si realizzano contenuti atti a soddisfare gli algoritmi mantenendo il tone of voice dell’azienda e una volta raggiunti gli obiettivi aziendali e l’autorevolezza online allora procedere a realizzare contenuti genuini e liberi, informaticamente parlando, da macchine e algoritmi.

Credo che le macchine siano parte della realtà, ma non domineranno totalmente domani, quindi ci adeguiamo si alle macchine, ma solo affinché automaticamente ci aiutino meglio.ì 

Per terminare e ringraziandola vuole aggiungere altro?

Nella domanda precedente si parlava di adeguamento al codice che fa funzionare gli algoritmi e decide per noi cosa sia bene e male, cosa si debba comprare e quando.

Questa è la percezione di molte persone e in tal senso ritengo che ogni individuo, ogni famiglia, ogni azienda debba sostenere una sorta di formazione, di educazione, digitale affinché non accada che una macchina ci dica cosa sia il bene e cosa il male, ma che ci dia solo più indicazioni, più potere e scelta decisionale.

Buon lavoro e buon proseguimento.

 

 

 

comments powered by Disqus

Sei alla ricerca di uno sviluppatore?

Cerca nel nostro database