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SEMPLICITA'
semplicità [dal latino simplicĭtas -atis, da simplex]. Qualità di ciò che è semplice: di un corpo, di un elemento, del moto. Per analogia facilità, ingenuità, sincerità, dabbenaggine, inesperienza, schiettezza, naturalezza, modestia, sobrietà. Principio di s., principio in base al quale si asserisce che fra due possibilità (per es. due ipotesi per una teoria scientifica), a parità di altre condizioni va assegnata maggiore plausibilità a quella che si può formulare nel modo più semplice; il principio consente, almeno in certi casi, di ordinare diversi enunciati in base alla loro probabilità (si noti che la semplicità della formulazione può dipendere anche dal linguaggio usato).
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SESSUALITA'
sessualità [da sessuale]. In generale, il complesso dei fenomeni mediante i quali due organismi della stessa specie riescono a operare tra loro scambi di materiale genetico finalizzato alla conservazione della specie. Nelle specie a riproduzione agamica la sessualità si manifesta in varî modi: nei virus con scambî di frammenti di genoma, nei batterî con fenomeni di trasduzione, trasformazione e coniugazione, nei protozoi con la coniugazione, ecc.; nelle specie a riproduzione sessuata la sessualità è identificabile nell’insieme delle caratteristiche anatomiche, funzionali, comportamentali che rendono gli individui dei due sessi, a sviluppo completo, atti a unirsi e a riprodursi; nell’uomo è inoltre strettamente legata a fattori di ordine psicologico, culturale e sociale che in ogni individuo prevalgono sui fattori biologici, costituendo la base della cosiddetta vita sessuale o comportamento sessuale, teso non solo alla finalità riproduttiva ma anche alla ricerca del piacere. (Treccani.it)
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SGUARDO [1]
sguardo [der. di sguardare]. L’atto di guardare. Lo sguardo si può rivolgere a qualcuno guardando chi ci guarda, evitare per timidezza, pudore o consapevolezza di colpa. Può essere sprezzante, pieno di odio, di compassione. Alcuni sguardi sono rapidi, sfuggenti, frettolosi, superficiali, profondi, amichevoli o scostanti.
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SILENZIO [1]
Il Covid ci ha nostro malgrado rallentato e silenziato, svuotando le strade ha ridotto le chiacchiere sui marciapiedi, la confusione operosa dei mercati rionali, gli incontri serali ...
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SILENZIO [2]
silènzio [dal lat. silentium, da silens -entis, participio presente di silēre «tacere, non fare rumore»]. Assenza di rumori, di suoni, voci , come condizione che si verifica in un ambiente o caratterizza una determinata situazione. Per analogia afasia, laconicità, infacondia, omertà, quiete, serenità, pace, tranquillità. Può essere sepolcrale, vasto, sconfinato, sacro, assoluto, lugubre, inquietante, terribile, spaventoso, inspiegabile, grato, piacevole, soave, riposante, orgoglioso, triste, malinconico, provocatorio, sfacciato, spudorato, freddo, glaciale, imbarazzato, accusatorio, eloquente, minaccioso, ecc.
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SMARTWORKING [1]
La parola è inglese, spesso tradotta in telelavoro. Ci sono però delle differenze. Lo Smart Working è una modalità di lavoro legato al raggiungimento di obiettivi prefissati, non prevede una postazione fissa o vincoli di orario. Il Telelavoro è una modalità di lavoro remoto che ricalca in parte il lavoro in sede. Non prevede infatti una postazione fissa, che può essere collocata anche in un luogo differente dalla sede aziendale.
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SOFFIO
Soffio[sóf-fio] leggera emissione d’aria intermittente a profondi respiri di aria calda e fredda.
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SOGGETTO [1]
soggètto [dal lat. subiectus, part. pass. di subicĕre «assoggettare» (comp. di sub «sotto» e iacĕre «gettare»]. Posto sotto, sottostante; anche sostantivato, ciò che sta sotto. Dal greco hypokeimenon, ciò che è nascosto all'interno soggettività individuale come suo fondamento ontologico, la sostanza (sub stantia),, l'elemento ineliminabile e costitutivo di ogni cosa e che la caratterizza come distinta da tutto ciò che è accessorio e contingente.
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Solitudine 🍒 🍒
solitùdine s. f. [dal lat. solitudo -dĭnis, der. di solus «solo»]. – 1. La condizione, lo stato di chi è solo, come situazione passeggera o duratura; anche, condizione di chi vive solo, dal punto di vista materiale, affettivo e sim. 2. Luogo solitario, disabitato. (Estratto dall’Enciclopedia Treccani)
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SOLITUDINE [1]
solitùdine s. f. [dal lat. solitudo -dĭnis, solus, sollus, ma anche dal greco antico olos - ὅλος]. Indica la condizione, lo stato di chi è solo, in situazioni passeggere o durature ma anche essere sufficienti a sé stessi, essere tutto di un pezzo. Può essere amata, cercata, desiderata, sfuggita, temuta, subita. Nell’era tecnologica è la condizione esistenziale di molte persone che si sentono paradossalmente sole proprio mentre sono dentro reti di contatti numerosi con i quali hanno interazioni continue. All’origine di sofferenza esistenziale e psichica.
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