[so-li-tù-di-ne]
Nell’era tecnologica delle piattaforme digitali l’esperienza della solitudine è sempre più diffusa, subita dai più (solitudine negativa), vissuta da altri nella forma di solitarietà (voler stare da solo, stare bene in solitudine senza lamentarsi), ossia una condizione accettata perché consona al proprio essere tendenzialmente solitari. Altri ancora vedono nella solitudine sperimentata nell’isolamento (nella sconnessione dalla Rete) una via di fuga dai luoghi affollati delle piattaforme, alla ricerca di condizioni nelle quali stare e sentirsi bene, anche da soli.
« Ci sentiamo soli, ma abbiamo paura dell’intimità; le connessioni digitali e i robot sociali possono offrire l’illusione della compagnia senza gli impegni dell’amicizia; la nostra vita in rete ci permette di nasconderci a vicenda anche quando siamo allacciati l’uno all’altro […] » – Sherry Turkle
Ci sentiamo dentro un mondo di relazioni e potenziati, proprio mentre siamo probabilmente più isolati, soli e diminuiti come persone. Anche il nostro sè è isolato, circondato da moltitudini di contatti ma solo, incapace di parlare e comunicare perché deprivato del linguaggio necessario a farlo, sopraffatto dal linguaggio binario e veloce delle piattaforme e dalla falsa socialità disincarnata dei social.
Ci si illude di saper affrontare la solitudine sperimentata online e di poterla controllare perchè si è sempre in relazione con macchine o entità digitali, siano esse algoritmi, profili digitali, assistenti personali o intelligenze artificiali. Ma il nostro sè non può trattare le altre persone come delle cose, neppure quando esse sono diventate, nella loro forma digitale, un punto di riferimento essenziale per sentirsi meno soli.
Secondo il filosofo Miguel Benasayag viviamo un’epoca di passioni tristi caratterizzata da crescente sofferenza. Una novità emergente è la sofferenza quotidiana legata alla solitudine. Sempre connessi, sempre online, sempre raggiungibili, abbiamo nuove possibilità di sperimentare la nostra identità ma ci ritroviamo sempre più spesso da soli con noi stessi. In solitudine e dentro mondi paralleli diventati tutti virtuali, viviamo la difficoltà di comprendere ciò che è vero distinguendolo dalle molteplici simulazioni esperite online.
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Per affrontare la solitudine bisogna recuperare e apprendere le capacità empatiche, bisogna lavorare sulla propria identità, sulle proprie emozioni e sui sentimenti, bisogna immergersi nella realtà incarnata e immergersi nella vita relazionale e sociale con altre persone.
🍒🍒DISORIENTATI E IN FUGA NEL METAVERSO
La solitudine (quella negativa) non sparirà ma se si fa questo si potrebbe sconfiggere la paura della solitudine, dell'isolamento e dell'abbandono.
“La solitudine, come il silenzio, è esperienza interiore che ci aiuta a vivere meglio la nostra vita di ogni giorno; facendoci distinguere le cose essenziali della vita da quelle che non lo sono, e che non di rado sopravvalutiamo nei loro significati.” (Eugenio Borgna)
"Passiamo troppo tempo con la tecnologia e poco con le persone. E se cambiassimo comportamenti?"